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A Roma, ad Albumarte inaugura oggi, 21 maggio, la personale di Delphine Valli “CLIMAX”, a cura di Claudio Libero Pisano. Per la sua prima mostra ad AlbumArte l’artista, che vive tra la Francia e l’Italia, ha realizzato «una serie di opere a parete, wall drawings ed elementi lineari, inediti e site specific rendendo la mostra un insieme di interventi plastici che attivano un inaspettato dialogo con l’intero spazio espositivo. Le opere interagiscono e si completano nella sfida con la solidità dell’architettura esistente, formando un’atipica coesione», ha spiegato la galleria.
“CLIMAX” è il quarto appuntamento del ciclo “AlbumArte | Flash!”, un ciclo di mostre che durano un massimo di due settimane e che dal 2018 ad oggi ha presentato dei focus su artisti e curatori italiani.
Abbiamo posto alcune domande a Cristina Cobianchi, Presidente e Project Manager di AlbumArte.
Come è nata la mostra ? Che tipo di opere saranno esposte e come sarà il percorso espositivo?
«L’idea di una mostra con Delphine Valli (1972, Champigny sur Marne, Francia) è nata più un anno fa, quando ho capito che un aspetto importante del suo lavoro, quello sulla rivisitazione inaspettata degli equilibri delle architetture e della forma degli spazi, unita all’eleganza essenziale della sua poetica che parte da un assunto decisamente intellettuale, poteva produrre un progetto molto interessante. L’idea generale è cresciuta gradualmente insieme alla riflessione con il curatore Claudio Libero Pisano, con il quale Delphine aveva già lavorato in passato e in rapporto alla crescente familiarità che l’artista ha acquisito con gli spazi di AlbumArte. Il percorso espositivo è immersivo, tutti gli spazi sono coinvolti seguendo la stessa narrazione e contemporaneamente i vuoti sono elementi che alimentano le opere stesse. Sono stati realizzati dipinti a parete in relazione ad elementi scultorei lineari che attraversano lo spazio espositivo in continuità. Per la prima volta l’artista ha unito al progetto visivo un testo, elemento complementare nuovo per lei sia a livello allestitivo che concettuale. Si è deciso di concentrare due insiemi di opere su carta, in una sala più nascosta e circoscritta, come nucleo dal quale si è originata l’intera ricerca per questa mostra e si è poi proceduto per sottrazione, privilegiando una sintesi visiva, creando un discorso espositivo unico. Delphine a proposito dell’inizio del pensiero che ha originato questo progetto site specific, mi ha scritto un giorno: “Capita di avere una certezza nonostante sia i suoi motivi che i suoi contenuti rimangano del tutto enigmatici, è quello che mi è capitato quando ho iniziato a disegnare i primi lavori di questo progetto. Questo aspetto, enigmatico e evidente alla volta, ha per me contraddistinto tutta la sua elaborazione».».
Potete riassumerci, in estrema sintesi, la poetica di Delphine Valli?
«Delphine Valli ridefinisce lo spazio mettendo in discussione l’idea stessa di qualsiasi confine stabilito e di proporzione definita, esplorando le tensioni che si creano tra i suoi interventi artistici e lo spazio con il quale entrano in relazione, coinvolgendolo come elemento plastico. Significativo quello che afferma l’artista stessa: «La scultura è arte dello spazio e in fin dei conti, ne interroga la sostanza: utilizzare la pittura in scultura significa sollecitare lo spazio e non la superficie: la pittura, in scultura diventa immateriale. Significa manifestare un passaggio dal materiale all’immateriale e viceversa, portando lo sguardo a oscillare tra pieni e vuoti, per giungere a una sintesi che cortocircuiti l’automatismo con il quale si accoglie solitamente uno spazio conosciuto».
Come si inserisce questa mostra nella programmazione di AlbumArte? Quali sono le mostre in programma per i prossimi mesi?
«La mostra rappresenta il quarto appuntamento di “AlbumArte | Flash!”, ciclo di mostre brevi iniziato nel 2018 che restano aperte al pubblico per un periodo massimo di quindici giorni e che fino ad oggi ha presentato dei focus su artisti e curatori italiani: Cosimo Veneziano / Benedetta Carpi De Resmini, Dario Agati e Fabio Giorgi Alberti / Carla Capodimonti e Marta Silvi, Zaelia Bishop / Silvano Manganaro. Per quanto riguarda il futuro, il prossimo 18 giugno inaugureremo qualcosa di molto importante per noi “L’apocalisse dell’ora”, mostra personale di un giovane e promettente artista romano, Alessandro Giannì, (1989, Roma), che sarà curata da Lorenzo Gigotti. Una mostra che si sta rivelando molto speciale. La programmazione autunnale è stata già definita da tempo, non sveliamo molto ma apriremo la stagione con la personale dell’artista lituana Kristina Inciuraite, a cura di Benedetta Carpi De Resmini, alla quale seguirà una mostra collettiva a cura di Lýdia Pribišová. In gennaio 2020 inizieremo, con la personale di Anna Raimondo (a cura di Marco Trulli), un anno di mostre dove molte protagoniste sono donne, cosa per noi abituale, ma fa piacere vedere quante brave artiste ci siano in Italia e all’estero ed è ora che se ne accorgano tutti!». (Silvia Conta)
Delphine Valli
“CLIMAX”
A cura di Claudio Libero Pisano
Parte del ciclo “AlbumArte | Flash!”
Dal 21 maggio al 4 giugno 2019
AlbumArte
Via Flaminia 122, Roma
Opening: 21 maggio 2019, ore 18.30
Orari: dal martedì al sabato, ore 15.00 – 19.00
www.albumarte.org, info@albumarte.org