«Gli archivi dello CSAC dell’Università di Parma custodiscono un immenso patrimonio di conoscenze sviluppate dalle generazioni di designer che hanno definito la cultura del progetto italiano nel Novecento. Tali conoscenze consentono di raccontare, attraverso una selezione di progetti emblematici, i temi centrali del design. La mostra, articolata in due sezioni, traccia un percorso in cui il designer – nelle sue tante vesti di bricoleur, artigiano, antropologo, filosofo, scienziato, tecnologo – riflette sui temi del progetto e della produzione, delle politiche di intervento sul territorio e sul patrimonio culturale, e sui differenti linguaggi e pratiche all’interno di una società multiculturale», ha spiegato CSAC Parma.
«L’evento espositivo, che avrebbe dovuto inaugurare lo scorso novembre, aprirà contemporaneamente in due sedi, l’Abbazia di Valserena e Palazzo Pigorini a Parma, da mercoledì a venerdì con esclusione dei giorni festivi, in modalità di fruizione contingentata e nel rispetto delle misure anti-Covid», ha ricordato l’organizzazione.
Il percorso espositivo
«La prima sezione, allestita all’interno dell’Abbazia di Valserena, sede dell’Archivio-Museo CSAC, riunisce disegni, prototipi e oggetti di noti designer italiani quali Archizoom Associati, Mario Bellini, Cini Boeri, Achille e Piergiacomo Castiglioni, Enzo Mari, Alessandro Mendini, Roberto Menghi, Bruno Munari, Alberto Rosselli, Roberto Sambonet, Ettore Sottsass jr. L’esposizione si articola attraverso tre parole chiave: oggetto, dimensione funzionale del progetto e allo stesso tempo strumento di rappresentazione delle culture; processo, inteso come momento autoriflessivo di definizione del progetto negli ambiti dell’innovazione, dell’impegno sociale e della prefigurazione del futuro, ma anche come interpretazione da parte del designer dei procedimenti dell’industria e della produzione; esperienza, ovvero il design come disciplina orientata allo studio delle interazioni tra le persone, oggetti e ambienti. L’esposizione include anche il video prodotto dallo Studio di Monte Olimpino sui fratelli Castiglioni (soggetto di Bruno Munari, regia di Marcello Piccardo, fotografia di Michele Piccardo), i video prodotti negli anni Ottanta da Metamorphosy e Magazzini Criminali con la collaborazione di Alessandro Mendini che affiancano un’idea rinnovata di oggetti e corpi e il film Archivio vivo. Storie di progetti, corpi e processi di Muse Factory of Projects, curato da Francesca Molteni con il montaggio di Silvia Biagioni, che propone un’ulteriore lettura sulla lezione dei designer italiani e sul potere dell’archivio», ha spiegato CSAC Parma.
«La seconda sezione a Palazzo Pigorini, intitolata Corpi e processi, co-curata da Valentina Rossi, presenta gli esiti della prima fase del progetto Storie di fili, condotto dallo CSAC in partenariato con il Sistema Museale dell’Università di Parma, Cooperativa Eidè, Fondazione Museo Glauco Lombardi e con il contributo della Fondazione Cariparma. Tre nuovi abiti scultura dell’artista Sissi, ideati attraverso un processo di confronto con il patrimonio dello CSAC (in particolare con i figurini di Cinzia Ruggeri, Krizia e Brunetta, presenti in mostra) e realizzati con le aziende del territorio Equipage Srl, Maglificio Nuova Ester e Parmamoda Srl, dialogheranno con i costumi realizzati dalla Sartoria Farani, anch’essi conservati allo CSAC, dando origine a una riflessione sul corpo, sull’abito e sul suo processo creativo e sartoriale. In occasione della mostra e nell’ambito del progetto Storie di fili, lo CSAC dell’Università di Parma ha prodotto il libro d’artista di Sissi Abitolario. L’esistenza enciclopedica dell’abito nel verso linguisticato (Il Poligrafo, 2021)», ha proseguito l’istituzione.
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