A Venezia alla Fondazione Giorgio Cini, sull’isola di San Giorgio Maggiore, è aperta al pubblico da oggi, 13 settembre, “Emilio Isgrò”, l’attesa antologica sulla decennale ricerca di Emilio Isgrò (1937, Barcellona di Sicilia), curata da Germano Celant e realizzata in collaborazione con l’artista e Archivio Emilio Isgrò.
«L’esposizione […] – ha spiegato la Fondazione – si propone come un attraversamento e un’ampia ricognizione nel suo percorso creativo e estetico di Isgrò a partire dagli anni Sessanta a oggi. Una ricca esposizione che si dipana dalle prime cancellature di libri, datate 1964, e continua con le poesie visuali su tele emulsionate e le Storie rosse, per arrivare agli imponenti e articolati testi cancellati nei volumi storici de L’Enciclopedia Treccani, 1970, fino a quelli etnici dei Codici ottomani, 2010».
La mostra, presentata lo scorso luglio a Milano in un incontro con l’artista, raccoglie oltre cento opere provenienti sia dall’Archivio Emilio Isgrò che da importanti istituzioni museali e collezioni privateha, ed è allestita, ha proseguito l’istituzione, «in un’ambientazione/installazione inedita, ideata da Germano Celant, che presenta in modo innovativo il lavoro dell’artista messinese». In questa mostra, ha raccontato la Fondazione, «Il viaggio sperimentale e linguistico di Isgrò, in maniera inedita e spettacolare, è inscritto in una ambientazione architettonica inglobante e avvolgente. Le sale dell’Ala Napoleonica della Fondazione, arricchite da pareti trasversali e diagonali, utilizzate per spezzare e modificare lo spazio quasi fossero linee su un foglio, funzioneranno infatti da supporti cartacei che veicoleranno un’enorme e nuova operazione di cancellatura, condotta ancora una volta su materiale letterario, così da far entrare il pubblico in un grande libro, modificato visualmente dall’artista».
Protagonista di questa nuova operazione di cancellatura è il «romanzo Moby Dick di Herman Melville, così da sottintendere un transito fantastico nella pancia di un cetaceo, quello del cancellare parole e scritte che ha reso celebre Isgrò: «Il tema che affronto per questa mostra alla Fondazione Cini di Venezia, città dove nel 1964 nacquero le prime cancellature, non può che essere quello del linguaggio. Per questo mi è parso necessario ricorrere alla tradizione biblica filtrata dal Moby Dick, il meraviglioso romanzo di Melville – spiega Emilio Isgrò – Sarà l’opera cancellata di Melville a contenere quindi tutte le altre e chi entra alla mostra si lascerà accompagnare nel ventre della balena, ovvero il ventre del linguaggio mediatico che copre con il rumore il proprio reale e disperante silenzio».
Emilio Isgrò
A cura di Germano Celant
Dal 13 settembre al 24 novembre 2019
Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore 1, Venezia
Orari dal 21 marzo al 20 dicembre 2019: tutti i giorni, dalle ore 10.00 alle ore 18.00 a cadenza oraria (ultima partenza ore 18.00)
www.cini.it
Curata da Stefano Raimondi, MOCKUPAINT di Oscar Giaconia al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone rimarrà aperta fino al 26 gennaio…
Il 2024 l'ha dimostrato, l'architettura roboante e instagrammabile è giunta al capolinea. Forse è giunto il momento di affinare lo…
Caterina Frongia, Millim Studio, Flaminia Veronesi e Anastasiya Parvanova sono le protagoniste della narrazione al femminile in corso presso Spazio…
Sei consigli (+1) di letture manga da recuperare prima della fine dell'anno, tra storie d'azione, d'amore, intimità e crescita personale.…
Aperte fino al 2 febbraio 2025 le iscrizioni per la sesta edizione di TMN, la scuola di performance diretta dall’artista…
Fino al 2 giugno 2025 il Forte di Bard dedica una mostra a Emilio Vedova, maestro indiscusso della pittura italiana…