È lecito chiedersi fino a che punto un luogo possa considerarsi sicuro? La strada che percorriamo e chiamiamo casa rimane familiare fino a quando all’improvviso non si scopre una crepa, un ingranaggio che s’incrina e cambia il regolare flusso degli eventi. Il mutamento dal reale al perturbante è comparabile al presente, un puro limite tra passato e futuro. Dura soltanto il tempo di un’esitazione, in cui decidere se ciò che percepisci fa parte o meno del campo della realtà.
Ettore Pinelli muove da queste domande e considerazioni, per riflettere sulle violente dinamiche relazionali in grado di mutare ciò che appare lineare e imperturbato in pericoloso e inquietante.
Da Ritmo, a Catania, sono esposti una serie di lavori variegati in cui tendono forze opposte e conflittuali – scene di guerriglia urbana e scontri brutali tra gorilla – resi sapientemente mescolando tecniche eterogenee, dall’olio su tela alla fusaggine su carta e, infine, al video.
È chiara, nelle sue opere, la percezione filtrata della violenza – che l’uomo contemporaneo ha acquisito, influenzato dalle continue immagini brutali trasmesse dai media ogni giorno –a cui è quasi ‘anestetizzato’, per usare le parole della Sontag.
Nella realizzazione dei suoi lavori i modelli di partenza sono costituiti da fermi-immagine provenienti dal web, funzionali alla visione che l’artista ha in mente. La pittura e il disegno si innervano da sé, senza costrizioni formali per costruire immagini vitali e autonome. La scelta dei frame non è mai casuale, proviene da un’accurata selezione dal caos mediatico di video amatoriali.
In mostra due filmati: il primo, collocato all’interno dello spazio espositivo, trasmette gli scontri a Milano del 2015, tra i fumogeni e la folla, selezionato da Pinelli per l’atmosfera grigia, la dinamicità e il senso di rottura fuorviante con il luogo, teatro dell’azione. Proiettato in basso e in formato ridotto rievoca il mezzo pittorico: il formato richiama i dipinti, il grigio le carte. Il secondo è invece situato all’esterno, in grande formato, in connessione con l’aspetto urbano di Catania. Il video, proveniente da una fonte amatoriale da uno ZOO del Nebraska (USA), proietta immagini di pura supremazia, forza animale, volontà di sottomissione, che richiama idealmente l’elemento umano. Il filmato dinamico e vitale è al contempo lento, a tratti, tecnicamente imperfetto, tipico di una scena rubata alla vita.
La mostra indaga dal punto di vista antropologico la possibilità dell’animale-uomo di plasmare lo spazio psicologicamente, proiettando su di esso i propri desideri di prepotenza e controllo. Cita l’animale per parlare dell’uomo, e della possibilità di alterare l’ordine del quotidiano se solo un elemento muta e capovolge la nostra dimensione, così da trasformare il centro di una città o di una tranquilla giungla in un luogo teatro di scontri e violenza.
Nei lavori di Pinelli vengono intaccate le facoltà percettive dell’uomo, in un linguaggio che cerca di costruire un ponte tra il sublime e l’esperienza quotidiana, in maniera tanto sottile quanto efficace, all’interno di ciò che potremmo definire una strategia cercata nell’impenetrabile. (Ilenia Vecchio)
In alto: Supremacy (Grey) 2018 olio su tela 30x24cm, Crediti Ritmo
INFO
Ettore Pinelli. Un luogo sconosciuto
a cura di Gabriele Salvaterra
fino al 15 settembre 2018
Ritmo
via Grotte Bianche 62, Catania