«Il progetto della mia residenza – ci ha anticipato Giorgia Severi – parte dallo studio di un ambiente ricco di elementi culturali per giungere a una rigenerazione: con Casa Sponge (Sponge ArteContemporanea) lavoreremo con la comunità e le aziende locali per tessere una trama che, attraverso l’operazione artistica, connetterà i nuovi abitanti di Monte Urano, al territorio. Si darà così inizio a un processo generativo che fornisca ai cittadini gli elementi per una diversa lettura, proposta e fruizione del luogo in cui vivono».
Quello che ci attende da questa residenza sono, pertanto, racconti tradotti in immagini che diverranno, poi, trame simboliche da incidere su forme di legno per scarpe non più utilizzate che giacciono nei magazzini delle aziende locali, pregne di memoria, contenuti, reminiscenza del lavoro dell’uomo. Ogni partecipante nei prossimi giorni lavorerà con Giorgia Severi a un singolo paio di forme, incidendo e colorando la storia del paesaggio in cui ora si trova nell’una, e quella del posto lasciato, d’origine, nell’altra. Ci sarà quindi l’unione, in un unico paio di forme, di due luoghi e di due culture. L’artista realizzerà una forma di scarpa d’artista, seguendo i canonici processi di produzione locale, che andrà a costituire, unitamente a quelle decorate dai ragazzi, un’opera site specific che concluderà la residenza, installata nel centro storico di Monte Urano.
Parte tutto dallo sguardo per Giorgia Severi (classe 1984). Occhi che attingono alla tradizione della terra che percorre (penso, per esempio, ai suoi due anni trascorsi in Australia, dove ha lavorato con e per diverse comunità aborigene, sempre nel campo dell’arte contemporanea). La sua ricerca artistica si occupa dell’archiviazione di ambienti e paesaggi che vanno scomparendo per azione antropica o naturale, così come dei paesaggi culturali in estinzione, e della loro riattivazione mediante processi artistici rievocativi. Processi che, nella residenza odierna, partono da vecchie forme di legno per scarpe, sottratte alla loro destinazione funzionale e riconvertite in un incredibile catalizzatore di rimandi linguistici e simbolici. Si tratta di elevare un materiale umile e facilmente a disposizione (in particolare nelle Marche, leader nel settore calzaturiero), come le scarpe e le loro forme, alla dignità di un’icona, di un significante che si stacca dalla catena dei suoi rimandi storici per farsi segno della condizione umana di un popolo. Accade, insomma, come per le celebri scarpe di contadino di Van Gogh omaggiate da un noto scritto di Heidegger. Esse, però, non si limitano a riassumere un universo di significati (il mondo agricolo, la bottega, la manifattura, la terra, il cielo, la fatica, il tempo della vita e della morte) sospesi tra passato e presente, tradizione e innovazione, storia e mito, artigianalità e concettualità. Questo processo di ricerca estetica nella residenza della Severi a Monte Urano (Fermo nelle Marche) è destinato, infatti, a trasformarsi in un progetto antropologico, per materializzare lo spazio delle relazioni, del rapporto tra ambiente fisico, luogo e comunità. E, allo stesso tempo, diviene un attualissimo manifesto sul concetto di comunità, sulle modalità di costruirla e consolidarla oltre l’individualismo e gli interessi specifici. E questo proprio quando ci troviamo in una fase di chiusura e di costruzione di muri (culturali e reali) nelle politiche dei singoli Stati europei e degli States “gestione Trump”. Aprire, invece, spazi di mobilità consapevole renderebbe i percorsi inclusivi non solo realizzabili, ma addirittura virtuosi, evitando che le differenze di orientamento di valori e di credenze degenerino in conflitti, violenza e sopraffazione. In questo alveo mi sembra si inserisca anche la dichiarazione che ci ha rilasciato Loretta Morelli (assessore alla cultura e turismo del comune di Monte Urano): «Più del 70% del territorio italiano è costituito da comuni sotto i 10.000 e 5.000 abitanti. Credo fondamentale che l’arte contemporanea possa entrare anche in questi microsistemi e diventare strumento di cambiamento. Monte Urano rappresenta quell’Italia di periferia che spesso viene dimenticata dai grandi apparati, non solo politici ma anche culturali. Spero che la collaborazione con Casa Sponge possa essere il primo passo di un percorso socio-politico in cui l’arte contemporanea diventi mezzo di crescita critica, di pensiero nuovo e di trasformazione». Non ci resta che attendere per valutare gli esiti formali e sostanziali di questa promettente residenza di Giorgia Severi, oggi al suo “opening”. Stay tuned. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto e in home: Vista da Monte Urano (Fermo nelle Marche)
INFO
TERRARUM. Giorgia Severi
dal 16 al 29 ottobre 2017
a cura di Casa Sponge
Centro Giovanile Icaro, Monte Urano (FM)
in collaborazione con Urban Play e con le aziende Antonelli Romeo Srl e Formificio Fioretti Snc
tel. +39 339 4918011 | www.spongeartecontemporanea.net