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Inaugura questa sera la seconda mostra di Francesco Arena (1978, Torre Santa Susanna, Brindisi) negli spazi della Galleria Raffaella Cortese, a Milano: «Come nel 2015 – spiega il comunicato stampa – la mostra si articola nei tre spazi della galleria con il medesimo “rapporto” di un’opera per ogni spazio. Coerente con la sua ricerca che intreccia memoria storica collettiva e personale, “Tre sequenze per voce sola”, segna un nuovo capitolo nella poetica di Arena. Il titolo, che in parte ricorda quello delle “Sequenze” per voce composte da Luciano Berio, a livello ideale scandisce la partizione della mostra: tre opere e tre racconti ognuno narrato da una sola voce, dove storia, tempo e spazio si fondono».
Abbiamo posto alcune domande sulla mostra a Francesco Arena.
Come è nata la mostra? Che opere vedremo e come è strutturato il percorso espositivo?
«La mostra riunisce tre opere, una per ogni spazio, tre racconti ciascuno narrato da una voce sola. Tre opere in cui narrazione, tempo e spazio si fondono. Il titolo è preso in prestito da una composizione per voce sola di Luciano Berio. Le tre sequenze di Berio non raccontano alcun evento di fiction, sono vocalizzi, sono la realtà della voce della cantante e quello che la voce riesce a fare ed esprimere senza dover inventare alcuna narrazione. Le tre opere che compongono la mostra sono tre racconti non-fiction, reali. Due li ascoltiamo dalla voce reale dei protagonisti: “Angolo scontento (hommage a la mort di Sigmund Freud)” , dove la presenza della voce stessa del protagonista nello spazio rende il racconto variabile a secondo del momento, e “Linea finita (orizzonte Gianluigi)”, con la registrazione della voce del protagonista fissata per sempre in una sequenza temporale e chilometrica. La terza voce, invece, quella di “Marmo con 3274 giorni” non la sentiamo in quanto inascoltabile, perché è la voce di un morto che non ha possibilità di essere udito se non attraverso la verità della narrazione della propria morte che ha trasformato la sua personale vicenda umana in un sentimento condiviso».
Puoi riassumerci, in estrema sintesi, i cardini della tua ricerca?
«Parlo di quello che vedo e che sento, del passaggio del tempo e di come questo ci cambi sino a consumarci, il tutto in rapporto alla pratica scultorea nel tentativo di creare delle cose con le quali rapportarsi per interrogarsi».
Una domanda alla galleria: come si inserisce questa mostra nella programmazione della Galleria Raffaella Cortese? Quali saranno i progetti che presenterete nei prossimi mesi?
«Le tematiche trattate nelle opere di Francesco Arena riprendono diversi punti cardine del programma della galleria. Nelle sue sculture, dalle forme spesso sintetiche e metaforiche, Arena dà nuova forma a temi ed eventi storici, politici, sociali e letterari. Inoltre, da non dimenticare, è l’impegno della galleria di dedicare spazio agli artisti italiani. Per quanto riguarda i progetti futuri: un progetto per noi importantissimo è la mostra di Anna Maria Maiolino, artista che rappresentiamo e con cui lavoriamo da dieci anni, che inaugurerà il 28 marzo al PAC, Padiglione di Arte Contemporanea, Milano. In galleria invece la prossima mostra, che inaugurerà il 6 maggio, sarà una personale di Martha Rosler che occuperà tutti e tre gli spazi espositivi». (Silvia Conta)
Francesco Arena
“Tre sequenze per sola voce”
Dal 14 marzo al 24 aprile 2019
Galleria Raffaella Cortese
Via Alessandro Stadella 7-1-4, Milano
Opening: 13 marzo 2019, dalle 19.00 alle 21.00
Orari: dal martedì al sabato, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.30 e su appuntamento
www.raffaellacortese.com, galleria@raffaellacortese.com