A Bologna oggi, 12 maggio, apre al pubblico “Fuori Terra”, mostra personale di Mattia Pajè (1991, Melzo, Milano), a cura di Giovanni Rendina, negli spazi di di Palazzo Vizzani, sede dell’associazione Alchemilla.
Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e da Alchemilla, in collaborazione con Associazione BOCA e Gelateria Sogni di Ghiaccio, l’esposizione è parte del Main Program della decima edizione di ART CITY Bologna.
Oggi, inoltre, alle 10.30, Mattia Pajè sarà uno dei quattro artisti protagonisti del ciclo ARTALK CITY. Incontri in Accademia con gli artisti del Main Program, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Bologna in occasione di ART CITY Bologna 2022. L’artista dialogherà con Giovanni Rendina e Guido Molinari, in un incontro aperto al pubblico che si terrà in Aula Magna ad ingresso libero fino a esaurimento posti.
«”Fuori Terra” è un gruppo scultoreo composto da figure umanoidi immerse in un ambiente installativo. Le sculture, modellate in resina bicomponente, sono organizzate in modo da formare diversi elementi aneddotici, leggibili come una cosmogonia creata dall’artista a partire da due alfabeti visivi: l’estetica new age e quella della televisione commerciale. Lo spazio nel quale sono installate è punteggiato da objet-trouvé, selezionati e dislocati dall’artista a seguito delle sue sperimentazioni su prodotti coinvolti nelle pratiche spirituali e pseudoscientifiche (con fini curativi, di crescita personale e di sviluppo di abilità paranormali), e di una serie di visite agli archivi televisivi che conservano allestimenti e scenografie. L’ambiente in cui gli oggetti sono inseriti è raccordato tramite l’utilizzo di argilla cruda che, applicata come isola di sostegno, permette ai nuclei scultorei di emergere da uno stesso indistinto strato grigio», hanno spiegato gli organizzatori.
Ne abbiamo parlato con l’artista, il curatore e la Direttrice artistica di Alchemilla nell’intervista qui sotto.
Come è nato il progetto espositivo “Fuori Terra” e come si colloca nell’attività dell’Associazione Alchemilla?
Giovanni Rendina: «Il progetto è nato ormai due anni fa dalla volontà di Mattia Pajè di ragionare sul concetto di verità. Nei mesi successivi Pajè ha elaborato un dispositivo espositivo che, riprendendo la struttura dei diorama, potesse coniungare due alfabeti visivi: l’estetica new age e l’estetica della televisione commerciale. All’interno di questi diorama autocostruiti si compongono scene enigmatiche aperte alla visione dello spettatore.
Alchemilla si è da subito dimostrata un’ottima destinazione di arrivo per il progetto. Infatti, grazie al suo carattere di fucina e laboratorio, è stato possibile assemblare un’installazione pensata per trasformare cinque stanze di Palazzo Vizzani, all’interno del quale ha sede lo spazio espositivo e la residenza per artisti di Alchemilla. Per la realizzazione della mostra è stato fondamentale anche il supporto di Art City, che ha sostenuto il progetto quando era ancora in stato embrionale».
Quali aspetti della ricerca di Mattia Pajè emergono, in particolare, nel lavoro in mostra?
Giovanni Rendina: «All’interno di “Fuori Terra” è possibile rintracciare l’attrazione di Pajè verso una serie di prodotti coinvolti nelle pratiche spirituali e pseudoscientifiche con fini curativi, di crescita personale e di sviluppo di abilità paranormali, che, intrecciandosi a porzioni di scenografie appartenute a set televisivi, danno vita ad un personalissimo e caotico mondo. Questo universo è costruito dall’artista in maniera indefinita attraverso ciò che può essere interpretato come un esercizio ludico e paradossale di produzione di verità, che lascia allo spettatore la possibilità di decifrarlo e ricostruirlo, invertendo la scala della composizione: l’estremamente intimo o l’estremamente alieno, il cosmo interiore e il cosmo celeste».
Quali saranno i prossimi progetti espositivi di Mattia Pajè?
Mattia Pajè: «Collegato alla mia personale “Fuori Terra” uscirà 1, un libro d’artista che si struttura come un manuale enigmatico di 96 pagine, realizzato grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e della casa editrice Viaindustriae. A cura di Giovanni Rendina, con il progetto grafico di Marco Casella, raccoglie i testi di Flavia Monceri, Stella Succi, Giovanni Rendina, Bruno Paura e Mariagrazia Ciaccia, Simone Romagnoli, Settimo Catalano. I contributi testuali ragionano sull’idea di verità intervallati da pagine di appunti, aforismi, schemi, istruzioni, tavole e disegni provenienti da una dozzina di miei taccuini scritti tra il 2010 e il 2021 e da un vasto archivio digitale raccolto negli stessi anni.
A fine maggio concluderò un periodo di residenza a Porto San Giorgio, nelle Marche. Sto sviluppando un progetto per l’Approdo, un piccolo edificio di origine marinara che affaccia sul porto e che ospiterà il mio studio. È gestito dall’associazione Karoussell che da anni opera sul territorio coinvolgendo artiste e artisti contemporanee/i e favorendo un incontro con le realtà locali. Con la curatrice del progetto, Matilde Galletti, stiamo ragionando su una mostra conclusiva della residenza, che probabilmente avrà a che fare con i numerosi avvistamenti di UFO nella zona portuale e nelle aree limitrofe».
Quali saranno i prossimi appuntamenti con la programmazione dell’Associazione Alchemilla?
Camilla Sanguinetti (Direttrice artistica di Alchemilla): «A giugno saremo impegnati nella realizzazione di una residenza artistica che vedrà coinvolte Allison Grimaldi Donahue (artista) e Giulia Cava (scienziata), in collaborazione con eXtemporanea, una comunità di giovani scienziati, e che verrà presentata nell’ambito di Scienceground, progetto scientifico del Festivaletteratura di Mantova. Sempre entro l’estate si svolgerà la sesta residenza del progetto Residenza-Studio ideata da Alchemilla e che coinvolgerà un artista under 30, selezionato attraverso un bando e una borsa di studio messa a disposizione dalla Fondazione Zucchelli per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dopo l’estate invece siamo molto felici di ospitare un progetto espositivo ideato per il ventennale del Museo Carlo Zauli, curato dal collettivo curatoriale NN. Proseguirà la presentazione di pubblicazioni e progetti artistici in collaborazione con la libreria Modo Infoshop, così come le attività di ricerca e produzione degli artisti David Casini, Zheng Ningyuan, il trio Canemorto, Chadwick Mejer e Milena Rossignoli, presenti negli atelier di Alchemilla».
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