Prismi argentei, 2007. Acciaio e legno verniciato, 25 x 58 x 30 cm. Courtesy Fondazione Sabe per l'arte di Ravenna
«Le forme plastiche delle sculture di Giuliana Balice hanno una matrice primaria: l’ordine geometrico.», così Italo Tomassoni, curatore della mostra Giuliana Balice: l’ordine geometrico e la seduzione dell’architettura, spiega il lavoro dell’artista. Una ricerca, quella della Balice, che ha da sempre occupato senza distinzione sia lo spazio orizzontale del foglio che quello volumetrico dell’ambiente.
Svolgendosi durante gli ultimi mesi della Biennale Architettura 2023, la mostra si concentrerà sulla produzione scultorea dell’artista (a partire dalla fine degli anni ’60 fino agli anni 2000), evidenziandone lo stretto legame con due degli elementi fondanti dell’architettura: la geometria e lo spazio.
La mostra rappresenta un momento significativo nella serie di esposizioni dedicate al connubio tra arte e architettura, offrendo al pubblico l’opportunità di immergersi nell’universo creativo di Giuliana Balice. Un’artista che ha intrapreso un viaggio artistico che abbraccia decenni di produzione scultorea. La sua ricerca si è sviluppata attraverso l’esplorazione di superfici orizzontali su fogli di carta e volumi tridimensionali nello spazio circostante. Il suo processo creativo abbraccia una vasta gamma di espressioni, dalle sovrapposizioni di piani orizzontali alla massima concentrazione spaziale in opere di design domestico realizzate con materiali come il metacrilato e il sicodur. Balice ha anche esplorato volumetrie costruttive che analizzano i volumi plastici in sé o interferiscono con l’architettura e l’ambiente urbano, spesso utilizzando legno dipinto e una varietà di materiali.
Ciò che emerge dalle opere dell’artista è una dichiarazione di vitalità dell’oggetto progettato e della sua capacità di influenzare il mondo reale. Già alla fine degli anni ’60, l’artista si era proposta di superare i limiti della bidimensionalità e dei piani orizzontali, abbracciando la produzione volumetrica e l’integrazione nell’ambiente circostante. Molte delle sue opere di questo periodo hanno trovato un ambiente naturale all’aperto, diventando monumenti moderni e integrandosi perfettamente con lo spazio circostante.
Un elemento distintivo del lavoro di Giuliana Balice è la sua capacità di essenzializzare la percezione della forma nello spazio. Questa essenzialità è diventata sempre più evidente nel corso del secondo millennio, a partire dal 2005, con opere che riabilitano l’oggetto nella sua forma primaria e sperimentano con variazioni cromatiche, come dimostrato nei preziosi “Prismi Argentei” del 2007.
Nata nel 1931,l’artista è una figura di spicco nell’ambito dell’arte contemporanea. Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha stabilito la sua residenza a Milano negli anni ’50. La sua pratica artistica si ispira al Costruttivismo Russo, all’Arte Concreta e al movimento De Stijl, caratterizzandosi per l’astrazione geometrica e il minimalismo. Il suo lavoro ha attirato l’attenzione di critici d’arte e architetti di spicco, tra cui il celebre architetto svizzero-italiano Alberto Sartoris, che ha definito la sua pratica come “assolutismo estetico architettonico”.
La mostra “Giuliana Balice: L’Ordine Geometrico e la Seduzione dell’Architettura” rappresenta un’opportunità unica per esplorare l’incredibile percorso creativo di un’artista che ha saputo abbracciare la geometria e l’architettura con una sensibilità e una profondità straordinarie.
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