18 dicembre 2020

Goldschmied & Chiari alla Galleria Poggiali, Milano

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Nella sede milanese della Galleria Poggiali l'installazione di Goldschmied & Chiari "Dove andiamo a ballare questa sera?", che da domani sarà visibile dalla vetrina della galleria per tutta la durata delle Feste

Goldschmied&Chiari, Foto Meneghel Zanella courtesy Museion

Nella sede di Milano, al Foro Bonaparte, la Galleria Poggiali presenta domani, 19 dicembre, l’installazione ambientale di Goldschmied & Chiari (Sara Goldschmied, Arzignano 1975 – Eleonora Chiari, Roma 1971) Dove andiamo a ballare questa sera?, per la prima volta in una galleria privata, dopo essere stata esposta al Museion di Bolzano e al Serlachius Museum in Finlandia.

L’opera sarà visibile dalla vetrina della galleria per tutto il periodo delle Feste: «in questi tempi di forte privazione e isolamento le artiste hanno ritenuto il lavoro fortemente contingente al momento storico che stiamo tutti vivendo. L’opera acquista un nuovo significato: “dove andiamo a ballare questa sera?” diventa una domanda surreale e l’impossibilità di dare una risposta suscita una malinconia per un passato vicinissimo ma che suona come una Belle Epoque irraggiungibile», ha spiegato la galleria.

Goldschmied & Chiari ci hanno raccontato l’opera

L’opera che presentate a Milano ha una storia particolare: nel 2015 fa l’avete allestita a Museion e gli addetti alle pulizie, scambiando l’installazione ambientale per i resti di una festa, l’avevano rimossa. Ci potete ricordare come è nata quest’opera e quali sono state le conseguenze di questo gesto?

«Nel 2015 siamo state invitate da Letizia Ragaglia, direttrice di Museion, a partecipare alla mostra L’albero della cuccagna, curata da Achille Bonito Oliva. Da questa commissione nasce l’idea di rappresentare la cuccagna mettendo in scena gli anni Ottanta italiani con i resti di una festa finita: una compilation musicale di sottofondo, luci a intermittenza, le bottiglie vuote a terra, coriandoli , sigarette e fumo.
Gli anni Ottanta sono stati per noi la fase dell’infanzia, è stata l’epoca del consumismo, dell’edonismo, delle speculazioni finanziarie, della televisione di massa, della politica socialista e delle feste. Nella fase di ricerca abbiamo ritrovato una guida alle discoteche della penisola scritto dal politico e ai tempi ministro degli esteri Gianni De Michelis, dove andiamo a ballare questa sera? (1988), che ha ispirato il titolo dell’opera.
L’installazione ambientale Dove andiamo a ballare questa sera? (2015) era visibile solo nell’orario di chiusura del museo nelle ore buie dal crepuscolo all’alba. Dalla vetrina su strada dell’Atelier House erano visibili i resti della festa abbandonata come gli avanzi di un ricco banchetto: le macerie della cuccagna.
Il lavoro era così realistico che la nuova addetta alle pulizie di Museion l’ha scambiato per un vero festino e ha ripulito la sala, diventando un caso di cronaca internazionale ripreso dalla BBC, the Guardian, e dai media di tutto il mondo ispirando anche il regista svedese Ruben Östlund per il film The Square».

Che effetto vi fa proporre quest’opera che parla di una situazione normale fino a pochi mesi fa, nella mutata situazione generale?

«C’è un senso di malinconia e privazione nel riesporre questa installazione che nel 2015 non era presente e allo stesso tempo un senso di spensieratezza e puro divertimento che sfida le notti di coprifuoco di una Milano vuota e austera.
In questi tempi di forte paura e isolamento abbiamo ritenuto il lavoro fortemente contingente al momento drammatico che stiamo tutti vivendo. L’opera acquista un nuovo significato: “dove andiamo a ballare questa sera?” diventa una domanda surreale e l’impossibilità di dare una risposta suscita una nostalgia per un passato vicinissimo ma che suona come una Belle Epoque irraggiungibile».

Goldschmied&Chiari, Ph. Meneghel Zanella, courtesy Museion

La parola ai galleristi, Lorenzo e Marco Poggiali

Come è nata l’dea di ospitare questo lavoro in galleria a Milano? Come si colloca nella progettualità della vostra galleria?

«Rappresentiamo da qualche anno, con reciproca soddisfazione, il lavoro del duo Goldschmied & Chiari e abbiamo nel tempo sostenuto dei loro progetti non soltanto nelle nostre sedi di Pietrasanta, Milano e Firenze. Pertanto, quando le artiste ci hanno sottoposto l’idea di ospitare a Milano questa istallazione ambientale, siamo stati subito d’accordo. Conoscevamo molto bene il lavoro oltre che da un punto di vista contenutistico, per le innumerevoli riproduzioni di cui è stato oggetto e per la particolarità suggestiva di essere stato presentato in due differenti musei: al Museion di Bolzano e al Serlachius Museum in Finlandia. Questa istallazione assolveva, in sede di considerazione preliminare e quindi di nascita dell’idea, in questo momento storico, sia alla volontà di una riflessione provocatoria, amaramente ironica e particolarmente aderente al contingente, sia all’esigenza di non sovraffollare lo spazio, poiché perfettamente in grado di essere apprezzata anche da fuori attraverso le vetrine, non solo dal di dentro della galleria.
All’interno della progettualità della galleria questo lavoro si colloca nel solco della volontà di ricerca, di invito alla riflessione, ed alla necessità, al tempo stesso, di presentare progetti che si plasmino sulla spazio, e che siano naturalmente capaci di essere contemporanei, laddove per questo termine si intende l’attitudine sintetica ed emotiva a restituire il senso dei nostri giorni.
Quella stessa indole che si è appena manifestata attraverso la mostra di Kennedy Yanko conclusasi ad inizio dicembre».

Quali saranno le prossime mostre e i prossimi eventi che ospiterà la Galleria Poggiali in una delle sue sedi? A quali progetti o fiere parteciperà?

«Ci sono vari progetti che attendono i dettagli finali per essere annunciati, ma che adesso sono necessariamente congelati proprio perché ogni mostra per la nostra galleria è un vero e proprio evento che presuppone uno sforzo molto sostanzioso e calibrato.
A Firenze abbiamo appena inaugurato la collettiva “Rhizome” con opere delle stesse Goldschmied &  Chiari, Fabio Viale, Grazia Toderi, Slater Bradley, Luigi Ghiri, David Lachapelle, Gilberto Zorio, Claudio Parmiggiani, Enzo Cucchi, Luca Pignatelli, si tratta di opere particolarmente suggestive e che raramente vengono mostrate.
Per quanto riguarda le Fiere è complicato da dire: per quelle in presenza occorrerà aspettare le nuove date di Milano 2021 o, forse, la nuova Fiera di Roma per adesso in programma a maggio 2021».

 

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