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Hypermaremma: inaugurano le installazioni di Guglielmo Maggini e Gianni Politi
Opening
di redazione
A Orbetello e Talamone la presentazione delle installazioni di Guglielmo Maggini e Gianni Politi chiude il programma estivo di Hypermaremma 2022, mentre sono già pronti nuovi appuntamenti per l’autunno.
Con The Big Burnout, di Guglielmo Maggini (1992, Roma) inaugurata ieri presso la Porta Medina di Orbetello, e Le fatiche di A.C. di Gianni Politi (1986, Roma), in quest’ultimo fine settimana di luglio sarà possibile vedere tutte le opere presenti sul territorio presentate nel corso della quarta edizione del Festival.
Le nuove opere
The Big Burnout è la nuova opera site-specific di Guglielmo Maggini, «ideata appositamente per la Porta Medina di Orbetello. Un festone di resine brillanti circonda la facciata della Porta, invitando lo spettatore ad entrare e a prendere parte all’esplosione di colori che avvolgono la volta interna della porta seicentesca di Orbetello», hanno spiegato i curatori.
Le fatiche di A.C., invece, è il progetto ideato e realizzato da Gianni Politi «che mette in relazione la sua infanzia con il suo percorso professionale. Il territorio della Maremma e la costa dell’Argentario sono i luoghi in cui Politi è cresciuto fin da quando era bambino e che considera casa. Per Hypermaremma, l’artista ha dipinto dieci vele da windsurf che, inizialmente, sono posizionate in un campo di girasoli a Talamone, come dei monoliti che si liberano alle correnti ventose della baia. Le vele saranno successivamente attivate da un’azione performativa con cui l’artista rievoca il tragitto che sua madre compiva per accompagnarlo da casa alla scuola di windsurf: a settembre infatti avrà luogo una regata di dieci windsurf che da Porto Santo Stefano arrivano fino a Talamone in una sorta di danza, una coreografia tra vento e colore accompagnata dal pubblico da terra, mentre percorre la spiaggia della Giannella», hanno proseguito i curatori.
Ne abbiamo parlato con il team curatoriale di Hypermaremma, composto dai fondatori Carlo Pratis, Giorgio Galotti, Matteo d’Aloja.
Con l’inaugurazione delle opere di Guglielmo Maggini e Gianni Politi si chiude l’edizione 2022 di Hypermaremma. Potete fare un breve bilancio? Di quali aspetti di questa edizione vi ritenete maggiormente soddisfatti?
«Diciamo che con questi due ultimi interventi si chiude la stagione estiva. Ma abbiamo già in programma la prima settimana di settembre un grande evento in collaborazione con Sotheby’s, con cui presenteremo un’asta per supportare la programmazione del prossimo anno nell’incredibile cornice del circolo La Macchia tra le dune di Capalbio.
A questo seguiranno due altri appuntamenti che spingeranno il progetto sempre più fuori stagione di cui forse però è troppo presto parlare…».
Passiamo in modo più specifico alle due opere che saranno presentate oggi e domani. Oggi sarà svelato il lavoro di Guglielmo Maggini. Come è nato il suo invito a Hypermaremma e come The Big Burnout si inserisce nella ricerca condotta quest’anno da Hypermaremma?
«L’invito a Guglielmo Maggini intende proseguire quella parte del progetto che verte sulla sperimentazione e sul coinvolgimento di artisti più giovani. Continuare cioè ad affiancare a installalzioni di grandi maestri anche artisti all’inizio della loro carriera, dando anche a loro la possibilità di confrontarsi col territorio.
The Big Burnout racchiude la volontà di raccontare il glorioso periodo spagnolo di Orbetello, svelando la prima porta della città e trasfigurandola con una straniante crisalide che quasi ne avviluppa le forme».
Veniamo al lavoro di Gianni Politi, con i medesimi quesiti: come è nato il suo invito a Hypermaremma come Le fatiche di A.C. si inserisce nella ricerca condotta quest’anno da Hypermaremma?
«Il progetto di Gianni Politi nasce da un’idea dell’artista rimasta sospesa dal 2019. Un’idea paricolarmente romatica che intende raccontare il viaggio della madre dell’artista che ogni estate portava il figlio quotidianamente da Santo Stefano alla scuola di vela di Ansedonia.
Un grande intervento pittorico su nove vele da windsurf, che a settembre torneranno per un’ultima volta nella baia di Talamone in una caleidoscopica regata che le restituirà poi definitivamente alla dimensione di opere d’arte».
Potete darci qualche anticipazione sulla prossima edizione?
«La prossima edizione punterà tutte le sue forze nel presentare opere che non siano più interventi temporanei: punteremo a dei veri e propri monumenti donati al territorio in maniera definitiva e non più transitoria.
L’idea è quella è di creare pezzo dopo pezzo un percorso che cresca negli anni, abbracciando luoghi sempre meno vicini a una visione ormai scontata di una Maremma “Capalbio-centrica”. Il nostro obbiettivo è quello di lavorare ancora nella Maremma laziale, e di arrivare alle isole: Giannutri e il Giglio ad esempio».