FM Centro per l’Arte Contemporanea, situato all’interno dello storico complesso industriale dei Frigoriferi Milanesi, a Milano, inaugura oggi, 4 aprile, la grande mostra “Il Soggetto Imprevisto. 1978 Arte e Femminismo in Italia”, a cura di Marco Scotini e Raffaella Perna, che si configura come «la prima esaustiva indagine dedicata ai rapporti tra arti visive e movimento femminista in Italia. La mostra ricostruisce – spiega il comunicato stampa – in modo puntuale un panorama artistico rimasto spesso in ombra nella recente storia dell’arte e quasi assente nel mercato, individuando nel 1978 l’anno catalizzatore di tutte le energie in campo, con opere di oltre 100 artiste italiane e internazionali attive in quegli anni in Italia».
Abbiamo posto alcune domande sulla mostra a Marco Scotini, direttore artistico di FM Centro per l’Arte Contemporanea.
Come è nata la mostra?
«Dopo il successo della mostra “L’inarchiviabile” del 2016, volevamo continuare a indagare la scena italiana degli anni’70, aprendo un altro capitolo totalmente sconosciuto. Nasce così “Il Soggetto Imprevisto. 1978 Arte e Femminismo in Italia” con oltre 100 artiste e 350 opere. Vista la complessità della mostra, sono stati molti i soggetti che hanno collaborato o che l’hanno supportata come il Mart di Rovereto, il Madre di Napoli, la Galleria Frittelli, Flash Art. Ma soprattutto la mostra è stata supportata da Christian Dior e dalla sua direttrice creativa Maria Grazia Chiuri».
Qual è il concept della mostra?
«Mettere in scena il rapporto tra arte e femminismo in Italia, non è stato semplice. Però ci sembrava doveroso anche in rapporto alle grandi mostre – da “WACK!” al MOCA di Los Angeles a “Global Feminisms” al Brooklyn, fino a “Radical Women” presso l’Hammer Museum di Los Angeles – che hanno costellato gli ultimi dieci anni. Dunque perché non lavorare sulla scena artistica italiana? Credo che si tratti di una delle realtà più trascurate se penso alla scena anglosassone o a quella americana, da qui sono emerse grandi artiste. La situazione italiana ha incontrato molti ostacoli sia interni che esterni. Si pensi che una grande critica d’arte come Carla Lonzi, una volta passata al femminismo, ha abbandonato totalmente il campo dell’arte contemporanea. Abbiamo comunque previlegiato il 1978 perché è l’anno in cui la Biennale di Venezia si apre alle donne e al femminismo, così come viene approvata la legge sull’aborto, dal punto di vista dei diritti civili».
Che tipo di opere saranno esposte e come sarà articolato il percorso espositivo?
«Abbiamo pensato di articolare il percorso espositivo attraverso quattro temi e quattro tipologie di lavoro, cercando di rispondere a questo interrogativo. E cioè quali siano i segni, i codici espressivi, gli enunciati di questo soggetto imprevisto – che non si accontenta solo di rifiutare la prescrizione del visibile e del dicibile imposta dal linguaggio maschile, ma produce specifiche inscrizioni dell’attività artistica nel femminile – è il complesso tentativo che la mostra cerca di articolare, aprendosi non solo all’intera scena artistica italiana di quegli anni, ma a tutte quelle artiste internazionali che allora si trovano ad intervenire, lavorare ed esporre in Italia, senza un piano preventivo, ma solo quale effetto dell’indagine sul campo – è stato possibile raccogliere le molteplici istanze di circa cento artiste in quattro aree tematiche fondamentali che vedono rispettivamente il linguaggio e la scrittura, l’oggetto e il mondo domestico, l’immagine e l’autorappresentazione, il corpo e la performatività, infine. Lontano dall’essere chiuse in se stesse queste aree hanno confini mobili, sono interdipendenti tra loro, con sovrapposizioni in alcuni casi, con disgiunzioni e combinazioni, in altri casi».
Ci può raccontare uno degli aspetti più interessanti e meno conosciuti che emergono dalla mostra?
«Gli aspetti inediti della mostra sono davvero molti. Possiamo considerare “Il Soggetto Imprevisto” un capitolo totalmente nuovo che riscrive la storia dell’arte recente. Si possono vedere nella mostra non solo figure di alto livello artistico come Clemen Parrocchetti, Betty Danon, Suzanne Santoro o il Gruppo XX e molte altre, finora totalmente sconosciute ma anche opere finora mai esposte come la tavola ottica di Giulio Paolini dal titolo ‘’Teresa nella parte di Giovanna d’Arco in prigione’’».
Come si inserisce questa mostra nella programmazione di Frigoriferi Milanesi?
«Con molta coerenza, perché in questo caso “Il Soggetto Imprevisto” si aggiunge al soggetto inarchiviabile, al soggetto non-allineato della mostra sull’Est Europa e al soggetto coloniale della mostra “Il cacciatore bianco” sull’arte africana. Credo che questa mostra completi il ciclo iniziato con l’apertura stessa di FM». (Silvia Conta)
“Il Soggetto Imprevisto. 1978 Arte e Femminismo in Italia”
a cura di Marco Scotini e Raffaella Perna
Dal 4 aprile al 26 maggio 2019
FM Centro per l’Arte Contemporanea
Via G.B. Piranesi 10 – Milano
Opening: 4 aprile, dalle 19.00 alle 23.30
Aperture straordinarie durante miart: venerdì 5 e sabato 6 aprile: dalle 11.00 alle 22.00, domenica 7 aprile: dalle 11.00 alle 19.00
Orari della mostra dal 9 aprile al 26 maggio 2019: dal martedì al venerdì dalle 17.00 alle 21.00, sabato e domenica dalle 11.00 alle 18.00 (lunedì chiuso)
www.fmcca.it, info@frigoriferimilanesi.it