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Al Teatrino di Palazzo Grassi tre incontri sulle mostre in corso
Opening
di redazione
A Venezia riapre il Teatrino di Palazzo Grassi con Art Conversations, due serate di approfondimento, oggi e domani, con i protagonisti delle mostre in corso: “Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu”, “Youssef Nabil. One Upon A Dream“(entrambe fino al 20 marzo 2021) e “Untitled 2020. Tre guardi sull’arte” (fino al 12 dicembre 2020), in cui la rimozione dell’opera di Saul Fletcher ha sollevato un acceso dibattito.
«Venerdì 4 e sabato 5 settembre si avvicenderanno, in parte sul palco del Teatrino e in parte in collegamento da remoto, i principali protagonisti dei tre progetti espositivi, per raccontarne la genesi, svelarne i retroscena e fornire nuovi spunti di approfondimento sui diversi contenuti trattati dalle opere e dagli artisti esposti», ha anticipato il museo.
Gli incontri anticipano la riapertura sia di Palazzo Grassi sia di Punta della Dogana con l’orario consueto: da lunedì 7 settembre le due sedi, infatti, torneranno ad accogliere il pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 19, tranne il martedì, giorno di chiusura.
Caroline Bourgeois, Muna El Fituri, Angela Vettese
Venerdì 4 settembre, alle 18.30
La serata sarà dedicata a “Untitled 2020. Tre guardi sull’arte“: «Caroline Bourgeois, curatrice presso la Pinault Collection, e, in collegamento streaming, Muna El Fituri, che insieme a Thomas Houseago, hanno curato la mostra “Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte di oggi” in corso a Punta della Dogana, incontreranno Angela Vettese, direttrice del corso di laurea magistrale di arti visive e moda presso il dipartimento di culture del progetto di Iuav Venezia. Presenti in sala alcuni dei circa 60 artisti di diverse generazioni, origini e provenienze presenti in mostra», ha spiegato il museo.
“Untitled, 2020” è una grande ricognizione sull’arte contemporanea, le sue urgenze e sullo sviluppo del processo creativo nell’opera degli artisti contemporanei. La mostra si struttura in 18 sale tematiche raccolte intorno all’ideale ricostruzione dello studio dell’artista Thomas Houseago e riunisce opere che spaziano dalla fine dell’Ottocento sino a creazioni realizzate ad hoc per questa esposizione», ha ricordato l’istituzione.
Matthieu Humery, Wim Wenders, Sylvie Aubenas, Youssef Nabil
Sabato 5 settembre, alle 18.30
«La serata sarà divisa in due parti: la prima dedicata al mondo del grande fotografo che ha ritratto 50 anni di storia, Henri Cartier-Bresson, e la seconda all’immaginario nostalgico e trasognato dell’artista Youssef Nabil».
«Matthieu Humery, coordinatore generale dell’ambizioso progetto espositivo “Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu”, incontra due dei cinque curatori invitati a partecipare al grande gioco che caratterizza la mostra: il regista Wim Wenders – in collegamento – e Sylvie Aubenas, conservatrice e direttrice del dipartimento di Stampe e Fotografia della Bibliothèque nationale de France, che insieme alla fotografa Annie Leibovitz, lo scrittore Javier Cercas e il collezionista François Pinault hanno dato forma alla propria visione dell’opera del fotografo in un percorso espositivo che raccoglie le immagini più celebri e significative di Cartier-Bresson», ha proseguito il museo.
«A seguire, protagonista della conversazione sarà l’artista di origini egiziane, Youssef Nabil che incontrerà sul palco del Teatrino Matthieu Humery, curatore della mostra “Youssef Nabil. Once Upon a Dream” insieme a Jean-Jacques Aillagon.
La mostra a Palazzo Grassi raccoglie in sezioni tematiche una selezione di opere dell’artista, dalle più recenti sino agli esordi, inclusi tre lavori video “Arabian Happy Ending”, “I Saved My Belly Dancer” e “You Never Left”. Il percorso espositivo racconta di un Egitto leggendario, una fuga fantastica tra simbolismo e astrazione, che illustra con meraviglia e nostalgia una società in trasformazione e i suoi reperti identitari. L’artista conduce questa narrazione attraverso l’utilizzo della tecnica tradizionalmente utilizzata dagli studi fotografici de Il Cairo sino agli Ottanta, dipingendo a mano ogni singola fotografia o fotogramma dei suoi filmati», ha aggiunto l’istituzione.