A Venezia Alma Zevi inaugura oggi, 9 gennaio, “Convergence”, la seconda personale di Juliana Cerqueira Leite (1981, Brasile, vive e lavora a Brooklyn, New York) negli spazi veneziani della galleria, che ha anche un project space a Celerina, in Svizzera, e una sede amministrativa a Londra.
«”Convergence” fa seguito a “Orogenesi”, l’importante mostra di Juliana Cerqueira Leite presso il MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli, tenutasi da luglio a settembre 2019, che è stata la prima presentazione dell’artista presso un museo europeo», ha spiegato la galleria.
La produzione delle opere di Juliana Cerqueira Leite esposte a Venezia è stata resa possibile dal Pollock-Krasner Foundation Grant, premio che l’artista ha ricevuto nella primavera del 2019.
Si tratta di «tre fondamentali sculture: Calcify, Contraction 2 e Contraction 3, tutte relizzate in gesso nel 2019 durante la residenza dell’artista a Napoli.
Questi lavori sono il culmine di una ricerca durata due anni e svoltasi tra l’Italia e gli Stati Uniti.
In essi Cerqueira Leite re-immagina il corpo umano attraverso atti di trasformazione, creando una sottile coreografia che enfatizza, tramite movimenti e gesti, la forza del corpo stesso e la reazione dei materiali su cui esso agisce. Le opere esplorano lo spazio interiore che si manifesta attraverso movimenti e gesti», ha proseguito la galleria.
«Per la mostra presso Alma Zevi, come nella precedente al MANN, Cerqueira Leite cerca un legame che connetta il corpo
 del passato, quello del presente e quello del futuro.
Questi diversi momenti si manifestano in tre modi: i calchi di Pompei, la tecnica coreografica di Martha Graham divenuta celebre nel ventesimo secolo, e gli studi della NASA sul corpo in assenza di gravitĂ nello spazio.
I calchi, stampi in gesso dei corpi ricavati dagli scavi di Pompei, sono il punto di partenza di questa ricerca; la posizione contratta che si vede in queste figure è il risultato dell’esposizione del corpo umano a condizioni di estremo calore, ed è detta posizione da pugile.
Tale posa presenta un’incredibile somiglianza con una pietra miliare della danza moderna ideata da Martha Graham: la contrazione. Le sculture presentate in Convergence, in particolare Calcify (2019), creano simmetrie tra questi due riferimenti figurativi e un altro elemento, il corpo umano che fluttua nello spazio in assenza di gravità . La posa assunta in ambiente antigravitazionale infatti è quasi identica a quella dei calchi e alla contrazione di Martha Graham.
In mostra sembrano pertanto fondersi assieme lo stampo di corpi in posizione da pugile e gli strati geologici, come nelle sculture della serie Contractions, dove si notano le tracce di arti, ora assenti, che hanno dato forma agli spazi vuoti e alle cavità delle opere, come porose forme nel gesso che suggeriscono il passaggio delle onde del tempo», si legge nel comunicato stampa.
Juliana Cerqueira Leite
“Convergence”
Dal 10 gennaio al 7 marzo 2020
Alma Zevi
Salizzada San Samuele
San Marco 3357, Venezia
Opening: 9 gennaio 2020 (su invito)
www.almazevi.com
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