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Kaarina Kaikkonen alla z2o Sara Zanin Gallery, Roma
Opening
di Silvia Conta
Alla z2o Sara Zanin Gallery, a Roma, inaugura oggi, 3 ottobre, la quarta personale in galleria dell’artista finlandese Kaarina Kaikkonen (1952, Iisalmi).
«In questa occasione, l’artista presenta al pubblico un ensemble con alcuni dei lavori più rappresentativi della sua pratica artistica insieme ad un corpus di opere inedite, appositamente pensate per la sua personale a Roma», ha spiegato la galleria.
Kaarina Kaikkonen ci racconta la mostra alla z2o Sara Zanin Gallery.
In mostra ci saranno due gruppi di lavori. Uno con lavori rappresentativi della Sua pratica artistica e uno con opere inedite, pensate per questa mostra. Quali aspetti della Sua poetica sottolinea, in particolare, il primo gruppo?
«In tutti i miei lavori mi confronto con il concetto di esistenza, con cosa significhi essere umano. I materiali che impiego sono generalmente camice o giacche. Per me è molto importante che all’interno di una camicia ci sia stato un cuore pulsante ricco di amore. Mi piace pensare che una piccola traccia di questa energia persista all’interno di una camicia, adducendo così al mio lavoro un po’ di quella energia vitale. Molti dei miei primi lavori esposti, tra cui quelli già presentati in Italia, sono installazioni su larga scala e site specific. In queste, ho pensato di relazionarmi alle persone da un punto di vista principalmente collettivo, le persone come gruppo. Ho pensato a come le persone facciano parte di un meccanismo, sia naturale che ambientale, più allargato. Altrettanto importante è il contesto visivo, quello storico, e i molteplici significati che lo spazio così come le architetture assumono divenendo parte integrante di ciascuna installazione, aggiungendo un significato ulteriore e creando un dialogo con l’opera. Nei lavori di più piccolo formato che ho realizzato per alcune gallerie cerco anche di comprendere cos’è la vita e di esprimere le mie idee e le mie interpretazioni in merito. Una camicia o una giacca sono un significante, rappresentano una persona, una figura umana. In mostra è presente un’opera intitolata “As A Birch I Feel Calm” in cui le camicie formano dei corpi verticali, crescenti, come se fossero alberi di betulla. La betulla è l’albero nazionale della Finlandia. Gli alberi hanno una storia molto lunga, che persiste per molte generazioni, e sono più saggi delle persone in diversi modi. Un altro lavoro chiamato “Hope” prende avvio anch’esso dalla foresta finlandese, da un piccolo fiore di Vanamo che cresce dal muschio scuro sul terreno. In questo lavoro, il “muschio scuro” rappresenta la storia, gli avi morti da lungo tempo che rivivono attraverso le generazioni successive rappresentate da un abito da bambina posizionato sulla parte alta del fiore, fragile ma pieno di speranza. Il lavoro “We Need Each Other” riguarda l’amore, una relazione. Una catena di mani intrecciate a formare un fiore, o forse un groviglio intricato, a seconda del punto di vista e dell’interpretazione».
Quale rapporto c’è tra la galleria e i suoi spazi e le opere pensate appositamente per la mostra?
«Oltre ai lavori di cui ho appena parlato, in mostra ci sono alcune nuove opere e sculture realizzate appositamente per lo spazio con l’affascinante soffitto a volta della galleria di Sara Zanin. In essi, sto esplorando i sentimenti di una sola persona. Come ci si sente ad essere un individuo unico, quali problemi psicologici o emotivi potrebbe avere una persona. Uno può avere alcuni problemi con l’esistenza stessa, oppure avere difficoltà nel relazionarsi con l’altro. Invece della massa, sto guardando all’individuo, isolato. Ognuna di queste nuove opere simboleggia una persona. Un lavoro intitolato I Can´t Help It è fatto di una camicia bianca. Le mani si allungano e fioriscono, sbocciando, rivelando la difficoltà di questa figura a celarle. Nonostante la meraviglia che scaturisce nel vedere delle mani fiorire, questa persona cerca di ritrarsi e nascondersi, non vuole che nessun altro si accorga della sua condizione perché preferirebbe essere proprio come chiunque altro. C’è poi un altro lavoro chiamato Why Should I Care?. Questa figura vive un conflitto interiore dato da una doppia identità personale, l’intera immagine esterna è presentata in contrasto con quella interiore, mostrandosi rivoltata a testa in giù, a significare un atto di rinuncia. Se lo si guarda più da vicino però, si potrà scorgere all’interno della giacca il vuoto, l’assenza non visibile dall’involucro esterno. E ancora, un’opera costituita da una giacca ricorda la forma di un pesce, con un cucchiaio d’argento al posto della testa. Il pesce e il cucchiaio hanno un significato personale per me, che trova spazio nei miei ricordi d’infanzia. Da bambina, non volevo mangiare nulla, fatto questo che mi rendeva molto magra, mia madre cercava dunque di nutrirmi costringendomi a mangiare zuppa di pesce imboccandomi con un cucchiaio. Ho detestato quell’esperienza. In questa mostra presenterò anche alcuni disegni con creature che ricordano degli uccelli. Questi uccelli sono come umani, con i loro problemi psicologici di personalità. Ad esempio, c’è un Memory Bird, ormai stanco di trasportare i pesanti ricordi legati all’infanzia…».
Per la galleria z2o Sara Zanin: Come si inserisce la personale Kaarina Kaikkonen nella vostra programmazione?
Sara Zanin: «Kaarina Kaikkonen è una degli artisti che la galleria z2o Sara Zanin rappresenta ormai da dieci anni – la prima mostra di questa straordinaria artista, intitolata From Generation to Generation, inaugurò nel 2009 nella vecchia sede della galleria. In questa occasione, e per la quarta volta dal 2009 al 2019, Kaarina torna a Roma con una personale in cui, oltre ad esporre dei lavori su larga scala, che ne rappresentano pienamente l’attitudine formale, ha pensato per la galleria delle nuove opere, di dimensioni ridotte ma sempre complementari alla specificità della sua pratica. Con un lavoro già ampiamente conosciuto ed apprezzato, entrato in importanti collezioni sia pubbliche che private – tra le altre, cito soltanto la Collezione Maramotti e il Museo MAXXI di Roma – Kaarina è un’artista in grado di rinnovare costantemente il suo linguaggio, con opere toccanti e cariche di significato».
Quali saranno i prossimi progetti della galleria?
«La programmazione della galleria di quest’anno sarà particolarmente fitta di mostre e progetti, sia dentro che fuori gli spazi della galleria. Oltre alla partecipazione alle principali fiere italiane– tra cui Artissima e ArteFiera – e un progetto di Evgeny Antufiev, curato da Marina Dacci, appena presentato a Napoli presso la Chiesa di San Giuseppe delle Scalze, in collaborazione con Collezione Agovino e sotto il matronato del Museo MADRE, inaugureremo a metà novembre la mostra di una giovane e talentuosissima pittrice, Nazzarena Poli Maramotti, a cura di Davide Ferri».
Kaarina Kaikkonen
Dal 3 ottobre – 15 novembre 2019
z2o Sara Zanin Gallery
Via della Vetrina 21, Roma
Opening: 3 ottobre 2019, alle 18.30
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 19 (sabato su appuntamento)
www.z2ogalleria.it, info@z2ogalleria.it