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‘L’altra faccia della luna’: la Stazione dell’Arte celebra Mirella Bentivoglio
Opening
di redazione
Ulassai ha saputo far fiorire il lungimirante progetto di Maria Lai (1919, Ulassai – 2013, Cardedu) iniziato con la fondazione, nel 2004, della Stazione dell’Arte, da lei seguita per 9 anni. Oggi è un’istituzione di grande vitalità, con un credito scientifico di livello internazionale, che può vantare la parte di museo a cielo aperto riconosciuta da quest’anno come sito d’interesse culturale nazionale dal Ministero, e un pubblico raddoppiato del 50 per cento nella sola estate 2021. Dopo la grande mostra “Sii albero”, con lavori site specific di Stefano Boeri, a Ulassai è stato aperto il CAMUC – Casa Museo Cannas, inaugurato con la mostra, “Maria Lai. Di Terra e di cielo” (fino al 24 ottobre).
Domani, 25 settembre, la Stazione dell’Arte inaugureràla mostra “L’altra faccia della luna”, la prima antologica dedicata a Mirella Bentivoglio (1922, Austria – 2017, Roma) in Sardegna, co-curata da Davide Mariani e Paolo Cortese, curatore dell’Archivio Mirella Bentivoglio di Roma, che anticipa le celebrazioni del 2022 a Roma, per il centenario della sua nascita: «la rassegna mette in luce la complessità e la profondità della sua poetica, attraverso l’esposizione di oltre cinquanta opere, foto, video e bozzetti che permettono di apprezzare i momenti più rilevanti della sua carriera artistica e curatoriale, stimolando riflessioni e dialoghi su argomenti oggi più che mai attuali», ha anticipato il museo.
Le parole di Davide Mariani, Direttore della Stazione dell’Arte
Domani alla Stazione dell’Arte inaugura l’antologica dedicata a Mirella Bentivoglio. Perché questa mostra?
«La mostra “L’altra faccia della luna”, realizzata in collaborazione con l’Archivio Mirella Bentivoglio di Roma, rappresenta la prima antologica dell’artista in Sardegna e si compone di oltre cinquanta opere da lei create a partire dalla metà degli anni Sessanta fino ai primi anni Duemila. La rassegna anticipa le celebrazioni che si svolgeranno l’anno venturo nella capitale, in occasione del centenario della sua nascita. La Stazione dell’Arte vuole renderle omaggio dedicandole una mostra che possa raccontare al pubblico la sua straordinaria levatura non solo artistica ma anche intellettuale e curatoriale. A lei si devono, infatti, numerosissime rassegne che hanno avuto il merito di aprire la strada e mettere in luce il lavoro di tante artiste, tra queste anche Maria Lai che, nel 1978, figurava tra le 80 partecipanti della storica mostra “Materializzazione del linguaggio” tenutasi ai Magazzini del Sale di Venezia, come evento collaterale della Biennale».
Quali aspetti del lavoro dell’artista saranno maggiormente indagati nel percorso espositivo?
«Il progetto espositivo, co-curato insieme a Paolo Cortese, è organizzato in sezioni tematiche: da una parte si vogliono ripercorrere i momenti più significativi della vicenda artistica di Mirella Bentivoglio, e dall’altra vi è l’intento di mettere in risalto l’impegno pluridecennale da lei svolto per far emergere il lavoro e le storie di tante artiste che difficilmente sarebbero riuscite a ritagliarsi uno spazio nel panorama nazionale e guadagnarsi credibilità agli occhi dei colleghi. Oggi, fortunatamente, la situazione sta cambiando e forse stiamo realmente iniziando a intravedere l’altra faccia della luna».
A Ulassai a metà agosto ha inaugurato un nuovo museo, il CAMUC. In che relazione si pone con la Stazione dell’Arte?
«Il CAMUC nasce su impulso dell’amministrazione comunale di Ulassai che, dopo i risultati raggiunti negli ultimi anni dalla Stazione dell’Arte, ha scelto di continuare a investire sull’arte contemporanea per arricchire ulteriormente l’offerta culturale del territorio. La Fondazione Stazione dell’Arte si è occupata della direzione artistica della prima mostra, “Maria Lai. Di Terra e di cielo”, realizzata in vista dell’anniversario dei 40 anni di “Legarsi alla montagna”, che riunisce oltre cento tra opere autografe, foto, video, bozzetti e nuove acquisizioni, quest’ultime frutto di recenti donazioni effettuate dai nipoti di Maria Lai alla Fondazione che la stessa artista creò nel lontano 2004. Ci auguriamo che questa sinergia possa continuare anche in futuro con nuove rassegne ed eventi».
Quali saranno le peculiarità dell’attività del CAMUC?
«Si tratta di un edificio dei primi del Novecento che, grazie a un attento lavoro di recupero e riqualificazione eseguito dallo studio laiBE Architettura di Roma, oggi si candida a diventare un altro importante punto di riferimento per la comunità. Le sue caratteristiche spaziali ben si prestano ad accogliere iniziative di varia natura, come progetti espositivi, workshop, laboratori, convegni e proiezioni. Il CAMUC sarà quindi uno spazio polifunzionale dedicato alle arti contemporanee e aperto al dialogo con altre realtà culturali nazionali e internazionali».
Oltre la mostra: che cosa visitare a Ulassai
L’offerta culturale legata all’arte contemporanea a Ulassai è sorprendente, soprattutto se rapportata alla sua popolazione, costituita da poco meno di 1400 persone. Recandosi nel paesino dell’Ogliastra è, infatti, possibile visitare la Stazione dell’Arte dove, oltre all’antologica di Mirella Bentivoglio, si trovano il percorso multisensoriale dalla collezione permanente del museo “Maria Lai. Fame d’infinito” e l’installazione temporanea “Radura degli abbracci” di Stefano Boeri, una micro-architettura sonora realizzata nel parco del museo. Accanto ad esso è imperdibile il Museo a cielo aperto, recentemente riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali come sito d’interesse culturale e composto da numerosi interventi ambientali e installazioni site specific (oltre 10 opere di Maria Lai e di altri grandi artisti come Costantino Nivola, Marcello Maloberti, Guido Strazza e Luigi Veronesi).
Nel centro del paese si può accedere gratuitamente al CAMUC – Casa Museo Cannas, il nuovo museo che si presenta con la mostra temporanea “Maria Lai. Di Terra e di cielo”, di cui vi parlavamo poco sopra.
Nelle vie del centro storico, inoltre, si può seguire il percorso fotografico dedicato a “Legarsi alla montagna” con oltre 50 scatti, la metà dei quali inediti, di Piero Berengo Gardin e Virgilio Lai, che ritraggono il capolavoro di Maria Lai in occasione dell’anniversario dei 40 anni dalla sua realizzazione.