L’Arte Povera arriva in Estremo Oriente, attraverso 12 opere di grandi dimensioni all’interno del Metropolitan Museum di Manila, grazie all’impegno dell’ambasciatore d’Italia Giorgio Guglielmino nell’ambito delle attività per la promozione della nostra cultura all’estero nel 2020.
Curata da Danilo Eccher, la mostra “Arte Povera: Italian Landscape”, inaugurata il 10 marzo, riunisce le opere di dodici artisti, tra i quali dieci poveristi (Anselmo, Boetti, Calzolari, Fabro, Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Penone, Pistoletto, Zorio) accompagnati da due artisti delle ultime generazioni come Francesco Arena e Gianni Caravaggio, accomunati dalla pratica dell’uso di materiali non convenzionali per realizzare le loro opere.
«Abbiamo scelto di rappresentare ogni artista con un solo lavoro monumentale per dare vita ad un paesaggio di opere che si costruisce all’interno del grande salone del museo» spiega Eccher.
Accurata la scelta dei lavori, che permette di comprendere in maniera corretta le potenzialità dell’Arte Povera come movimento dirompente e innovativo, anche grazie al fatto di aver ispirato molti artisti delle generazioni successive.
Si va dal grande igloo rivestito di lastre di ardesia, eseguito da Mario Merz nel 199, a Prisenti , il gigantesco arazzo di Alighiero Boetti, realizzato nel 1985 per la città di Gibellina nel 1985 e mai mostrato all’estero, fino all’opera di Pier Paolo Calzolari Senza titolo (primo e secondo giorno come gli orienti sono due) (1970) in neon e cera, esposta per la prima volta alla galleria Sperone a Torino. Giovanni Anselmo è rappresentato dall’opera Lungo il sentiero verso sud,oltremare appare , la luce illiumina e focalizza (2020), Jannis Kounellis con Senza Titolo ( 2005), un gruppo di sedie che sorreggono sacchi di carbone poste in circolo mentre per Michelangelo Pistoletto è stata scelta un’opera storica, Orchestra di stracci (1968). Significativi anche i lavori degli emergenti, apparentemente più leggeri ma non meno incisivi: L’orizzonte si posa su una nuvola mentre il sole la attraversa (2016-2018) di Gianni Caravaggio e Europa 11 novembre 2015 (2015-2016) di Francesco Arena, ispirato all’operazione di recinzione con filo spinato del confine tra Slovenia e Croazia l’11 novembre 2015 per controllare il flusso dei migranti.
Una mostra che testimonia il valore dell’arte italiana attraverso una selezione che privilegia la qualità delle singole opere, in grado di sottolineare il livello di complessità espressiva e concettuale dei poveristi, degni di rappresentare l’arte italiana degli ultimi cinquant’anni . “L’Arte Povera è un movimento che ha saputo conquistarsi un posto di rilievo sulla scena internazionale, ed è giusto che venga conosciuto anche in Oriente” spiega Guglielmino, promotore della rassegna, che rimarrà aperta fino al 30 aprile, per poi passare alla National Gallery di Kuala Lumpur, dall’inizio di giugno fino a fine luglio 2020.
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sito estremamente interessante e approfondito....grazie adrifran
Se si chiama" arte povera" che c'entrano Arena e Caravaggio?
poteva essere "Arte Povera " e ... cavoli a merenda?
Essere storicamente rigorosi... aiuta ed evita banali fraintendimenti?