È un dato di fatto che con Sergio Mattarella il Quirinale sia diventato sempre di più la “casa degli italiani”. Il palazzo, che è stato residenza di papi, re e, in tempi più recenti, dei presidenti della Repubblica, è oramai un museo visitabile cinque giorni su sette (il martedì, mercoledì, venerdì, sabato e la domenica) comprendente molti nuovi ambienti, tra quadri, arazzi, affreschi e arredi di grande valore storico-artistico. Da oggi, però, alla collezione “permanente” affianca anche una mostra “temporanea”. E per giunta niente antiquariato. Perché fa il suo ingresso l’arte contemporanea.
Sono, infatti, allestite nei 10 saloni storici degli Appartamenti di Alessandro VII Chigi, le opere dei 22 artisti invitati, italiani e internazionali (residenti o spesso attivi nel nostro Paese). Stiamo parlando di Lara Almarcegui, Rosa Barba, Botto & Bruno, Maurizio Cattelan, Gianluca e Massimiliano De Serio, Jimmie Durham, Lara Favaretto, Flavio Favelli, Claire Fontaine, Alberto Garutti, Mona Hatoum, Alfredo Jaar, Francesco Jodice, Adrian Paci, Diego Perrone, Alessandro Piangiamore, Eugenio Tibaldi, Grazia Toderi, Vedovamazzei, Luca Vitone, Sislej Xhafa, Tobias Zielony.
«La scelta delle opere, realizzata insieme agli artisti – ha dichiarato la curatrice della mostra, Anna Mattirolo – è stata ispirata dalla capacità di ciascuna di trasmettere con immediatezza ai visitatori il tema in un percorso unico nel suo genere, che crea un corto circuito tra gli ambienti fastosi del passato e la percezione del presente». La ricerca artistica è l’esito della collaborazione di un comitato scientifico composto da Vincenzo de Bellis, Carolina Italiano, Luca Molinari, Chiara Parisi, Andrea Segre, Esmeralda Valente.
«Questo evento espositivo – ha affermato Federica Galloni, Direttore Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane – è un progetto ambizioso con molteplici obiettivi: restituire, attraverso una selezione di opere, un panorama artistico d’eccellenza che racconti le varie interpretazioni del tema; consigliare al cittadino con messaggi visivi, sonori o tattili un maggiore rispetto per sé, per l’altro e per lo spazio che viviamo, rafforzando la fiducia nelle istituzioni».
Il percorso espositivo si propone di offrire un caleidoscopio di visioni delle odierne metropoli, senza confini e senza centro, o forse policentriche. Interpretate come un complesso e articolato dispositivo culturale ed estetico, ogni volta riformulato da teorie e pratiche visive ed espressive convergenti e trasversali. D’altronde, per usare le parole di Clemens Zimmermann, viviamo nell’«era delle metropoli». La mostra odierna (da domani l’ingresso al pubblico su prenotazione) intende presentare le potenzialità che animano questi luoghi nella prospettiva contemporanea. Al centro della considerazione degli artisti c’è un doppio sguardo che oscilla dalla condizione individuale a quella collettiva, restituendo un immaginario visibile attinto da storie e vissuti invisibili: narrazioni che si sviluppano nel contesto di periferie avvertite come luoghi senza confini, labirintici e in continuo mutamento, nelle quali le persone tratteggiano il loro difficoltoso percorso di conquista di una propria, a volte trasformata, identità. Ma il concetto di “periferico” richiama anche abusivismi d’ogni genere, barriere architettoniche (chi più, chi meno), quartieri spesso abbandonati a se stessi, in un degrado umiliante, in una guerra tra poveri incendiata da un’immigrazione crescente. Fermiamoci qui, però, per non incedere ulteriormente in quel ritratto delle periferie metropolitane che l’attualità ci restituisce ormai come la Gotham City nel Batman di Tim Burton. In attesa di assistere a quello degli artisti convocati da oggi al Quirinale. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Gianluca e Massimiliano De Serio, Stanze, 2010, still da video. Courtesy gli artisti
In homepage: Sislej Xhafa, Whisper Harmony, 2016
, Bagno chimico portatile, antenne e satellite. Dimensioni variabili. Courtesy l’artista e GALLERIA CONTINUA, San Gimignano/Beijing/Les Moulins/Habana Veduta della mostra: Fireworks in my Closet, 2016, Galleria Continua / San Gimignano, Foto Ela Bialkowska
INFO
Da io a noi: la città senza confini
dal 24 ottobre al 17 dicembre 2017
Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale, Roma
ingresso su prenotazione, per informazioni call center: tel. 06 39.96.75.57
www.quirinale.it