“Sussi e Biribissi”. Alzi la mano – senza barare – chi sa precisamente di cosa stiamo parlando. A livello nozionistico basta usare wikipedia: titolo del libro umoristico per bambini e ragazzi scritto da Paolo Lorenzini (nipote del più famoso Carlo Collodi), pubblicato nel 1902, che racconta le avventure di due giovani amici in stile Stanlio e Ollio che, affascinati dal Viaggio al Centro della Terra di Jules Verne decidono di ripercorrerne l’itinerario partendo dalle fogne di Firenze. E il risultato lo potete immaginare, ma fino a un certo punto: alla fine oltre all’ironia il viaggio iniziatico non solo si è compiuto, ma si è anche concluso cambiando i caratteri dei protagonisti.
Perché questo prologo? Perché da oggi, per la prima volta in una istituzione pubblica del Mezzogiorno – la Sala Murat di Bari, sotto la direzione di Massimo Torriggiani – potrete vedere i sussi e biridissi di Diego Perrone, ovvero quei due corpi dell’arte (il disegno e la scultura) che non si somigliano fisicamente, ma che stanno molto bene insieme e sono uno diretta conseguenza dell’altro. Un po’ come Laurel & Hardy, specialmente se – ripensando ai due comici – se ne legge la vita privata in filigrana.
Perrone, classe 1970, che da poco ha realizzato la sua ultima personale milanese da Massimo De Carlo, “sfida la nozione borghese di ordinarietà, giocando con i sentimenti di familiare e non familiare, personale e impersonale, affrontando la sensazione, a volte calmante a volte opprimente, di vuoto”.
L’io e l’altro, il leggero e l’immediato contro la pensantezza dal materiale e la necessità di controllo della forma. Disegni e Sculture, Diego e Perrone, Sissi e Biridissi…e ci fermiamo qui per evitare il dualismo delle singole, celebri, personalità dell’arte.
Apertura al pubblico fino al 10 settembre, nel primo dei tre edifici destinati a costituire la sede del Polo per l’arte e la cultura contemporanea della città, fino alla rigenerazione, ora in corso – queste le promesse – del Teatro Margherita e dell’ex Mercato del pesce.