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‘Made of Sound’: la terza edizione di Performing PAC
Opening
di Silvia Conta
A Milano dal 2 luglio al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea prenderà vita “Made of Sound”, la terza edizione di Performing PAC, la rassegna annuale dedicata ad un tema attuale nell’ambito degli studi delle arti visive contemporanee ideata dal Comitato Scientifico, che quest’anno si svolge in “versione estesa” per concludersi il 13 settembre.
Con “Made of Sound” «il tema scelto per il 2020 è il rapporto tra arte e musica, sviluppato attraverso opere video, materiali d’archivio, interventi di artisti, critici e curatori che esplorano l’interazione tra suono e immagine nella pratica e nella ricerca artistica contemporanea», si legge nel comunicato stampa.
I protagonisti dell’edizione di quest’anno sono Laurie Anderson, Barbara and Ale (Barbara Ceriani Basilico e Alessandro Mancassola), Jeremy Deller con Nicholas Abrahams, Pamela Diamante, Invernomuto, João Onofre, nella project room sarà proiettata una selezione di videoclip musicali diretti da Anton Corbijn, Chris Cunningham, Jonathan Glazer, Michel Gondry, Spike Jonze, Mark Romanek, Stephane Sednaoui, e nel parterre ci sarà l’installazione di Marie Cérisier.
Abbiamo approfondito la terza edizione con Diego Sileo, curatore del PAC
Performing PAC è alla sua terza edizione. Come è cambiata nel tempo questa iniziativa? Quale impatto ha avuto l’attuale situazione generale sull’organizzazione dell’evento?
«Il format è nato per approfondire un tema attuale negli studi delle arti visive contemporanee. Volevamo una piattaforma aperta al pubblico, coinvolgente, animata da talk e performance, e non un dibattito tra soli specialisti.
La prima edizione – quella che poi ha dato il titolo a tutta la serie – partiva proprio dalla performance ricostruendo le due mostre storiche di Gina Pane e Vito Acconci e mostrando tutte le azioni realizzate al PAC dagli artisti negli anni.
Con la seconda, “De Genere”, avevamo l’esigenza di interrogarci sull’identità di genere, culturale, politica e sociale, invitando relatori e artisti a confrontarsi con la complessità di questo tema.
Per il 2020 il tema scelto è invece il rapporto tra arte e musica, ma l’emergenza sanitaria ci ha costretto a rivedere il format complessivo dilatando su tre mesi la parte espositiva, e concentrando gli eventi a settembre, ripensati per una fruizione sia live che in streaming. Dobbiamo anzi ringraziare gli artisti e i relatori che con grande disponibilità hanno accettato di modificare le date e rivedere i contenuti per adattarli a una versione più estesa. Al PAC si entrerà gratuitamente, ma prenotando, con tutte le misure precauzionali che consentiranno la sicurezza del pubblico e del personale. Grazie al nostro partner Vulcano Agency abbiamo anche sviluppato una guida digitale fruibile dallo smartphone di ciascun visitatore che sostituisce temporaneamente la nostra storica guida su carta. Nel suo complesso l’esperimento ci incuriosisce e forse, chissà…era giunto il momento di pensare una Summer Edition!».
Perché il tema “Made of Sound”?
«Ci interessava esplorare il rapporto tra suono e immagini nella pratica e nella ricerca degli artisti contemporanei, ed era impossibile non partire dall’icona dell’arte multimediale per eccellenza, Laurie Anderson. Il titolo stesso è ispirato a un brano dell’artista newyorkese. Si parte proprio dalla sua personale al PAC nel 2003 “The Record of The Time” a cura di Jean Hubert Martin e Thierry Raspail, attraverso materiali d’archivio e proiettando per la prima volta la performance Duets on Ice che l’artista aveva proposto per l’inaugurazione. È stato emozionante rivedere le foto della lunga fila degli spettatori accorsi o quella in cui si vede Lou Reed in prima fila mentre fotografa Laurie Anderson, i filmati di repertorio, le email scambiate con l’artista».
Come avete selezionato gli artisti invitati?
«Abbiamo scelto 5 artisti che utilizzano il suono nella loro ricerca, perché potessero sviluppare il discorso che si apre nella prima sala con l’omaggio a Laurie Anderson.
Vers l’Europa deserta, Terra Incognita (2017) del duo Invernomuto è un viaggio nei modelli di auto-rappresentazione condivisi dalle culture giovanili suburbane di tutta Europa attraverso videoclip, storie di Instagram e flussi di Snapchat. I protagonisti sono due giovani attori della crew PNL, proveniente dalla banlieu parigina Les Tarterêts, che nel 2015 hanno girato il video della loro canzone più famosa, Le monde ou rien, alle Vele di Scampia a Napoli.
Il film di Jeremy Deller con Nicholas Abrahams Our Hobby Is Depeche Mode (2006) fotografa invece la fanbase dei Depeche Mode documentandone il comportamento disordinato e spesso imprevedibile.
A Barbara and Ale abbiamo chiesto il film The sky is falling (2017), un lavoro potente, dove le note di un vibrafono suonato dal percussionista Elio Marchesini lottano per imporsi sull’ambiente circostante, un lago ghiacciato dove soffia un vento implacabile.
Pamela Diamante con la sua installazione inedita Generare Corpi Celesti – Esercizi Di Stile (2020) lavora in collaborazione con il composer Malasomma per scomporre e traslare in musica le parole di Paolo, ipovedente, che narra l’emozione del ricordo di poter osservare le stelle.
Nell’opera dell’artista portoghese João Onofre invece un’adolescente canta La Nuit n’en Finit Plus di Petula Clark a cappella, all’interno di una buca scavata nel terreno di una prateria».
Potete già anticiparci le mostre e gli eventi al PAC dopo l’estate?
«A settembre abbiamo in programma due eventi per chiudere PERFORMING PAC: venerdì 11 settembre alle 21 ci sarà la performance di Invernomuto Black Med – Chapter IV (live e streaming) mentre sabato 12 settembre alle 18 abbiamo in programma il talk di Andrea Lissoni con Invernomuto e Iolanda Ratti (in streaming).
Ospiteremo poi in autunno la sesta edizione di “RI-SCATTI“ che quest’anno vedrà sette prostitute vittime di tratta esporre i loro scatti per raccontare la difficile realtà in cui vivono. A novembre sarà la volta della prima personale in Italia di Tania Bruguera “La verità anche a scapito del mondo”, curata da me, con una selezione delle azioni più significative dell’artista e nuovi lavori pensati per il PAC. Abbiamo invece dovuto riprogrammare a marzo 2021 la collettiva “Japan. Body_Perform_Live”, che curo con Shihoko Iida, che esplorerà l’arte contemporanea giapponese degli anni Duemila».
Il programma collaterale e i contenuti digitali
Ad arricchire il percorso di Performing PAC è in programma una serie di iniziative per esplorare le contaminazioni tra arte e musica contemporanea, che il pubblico potrà fruire in digitale:
- 11 settembre, alle 21.00: performance live di Invernomuto
La performance sarà live e in streaming sul canale YouTube del PAC. - 12 settembre, alle 18.00: Andrea Lissoni, Senior Curator International Art (Film) presso la Tate Modern (2014-2020) e Direttore del Haus der Kunst di Monaco, sarà in dialogo con il duo Invernomuto e con Iolanda Ratti, conservatore del Museo del Novecento. Il talk sarà in streaming sul canale YouTube del PAC.
- per tutto il periodo dell’esposizione: High Fidelity, una playlist collaborativa dove curatori e artisti condivideranno la loro personale classifica di 5 brani, che sarà disponibile sul canale Spotify Performing PAC.
- Una puntata speciale dei Family Lab Digitali sarà dedicata al rapporto tra arte e musica, per fare giocare insieme grandi e piccoli anche da casa, potrà essere seguita sul sito e sul canale YouTube del PAC (la data è in via di definzione).