A Cold Spring, a pochi chilometri da New York City, oggi, 2 ottobre, Magazzino Italian Art inaugura la mostra âBochner Boetti Fontanaâ, co-curata da Mel Bochner (1940, Pittsburgh, Pennsylvania) e dal museo stesso, che indaga per la prima volta le analogie formali, concettuali e procedurali nelle opere di Mel Bochner, Alighiero Boetti e Lucio Fontana, alla luce dei movimenti artistici che si sono sviluppati parallelamente negli Stati Uniti e in Italia durante gli anni Sessanta e Settanta.
«I fondatori di Magazzino Italiani Art, Nancy Olnick e Giorgio Spanu, hanno una stretta amicizia con Mel Bochner e hanno spesso discusso del rapporto tra il suo lavoro e quello di Boetti e Fontana.
A Magazzino Italian Art, il nostro obiettivo principale Ăš quello di esporre e promuovere la ricerca sul lavoro degli artisti italiani del dopoguerra. Attraverso le conversazioni con Mel, Ăš diventato chiaro che câera questo scambio tra lâItalia e gli Stati Uniti durante questo periodo che ha avuto unâinfluenza significativa sui movimenti artistici che si sono sviluppati su entrambe le sponde dellâAtlantico: lo Spazialismo e lâArte Povera in Italia e lâarte processuale e concettuale negli Stati Uniti. Questa mostra Ăš la prima che esplora questo rapporto. Ă anche la prima mostra a Magazzino che presenta opere di un artista americano».
«âBochner Boetti Fontanaâ evidenzia le connessioni tra le pratiche dei tre artisti dallâottica personale di Bochner. Nelle opere selezionate che saranno presentate a Magazzino, emergono alcune risonanze tra il lavoro di Bochner, Boetti e Fontana, come unâesplorazione attiva di sistemi, linguaggio e materiali; e un senso dellâironia e dellâumorismo, spesso e soprattutto condiviso dallâArte Povera e dal Concettualismo. In âBochner Boetti Fontanaâ, vediamo come le opere di Bochner abbiano una relazione profonda, ma poco studiata e conosciuta, con Boetti, Fontana e con lâarte, la storia, e la cultura Italiana in generale».
«Mel Bochner ha co-curato la mostra con Magazzino Italian Art Foundation. La mostra evidenzia le connessioni e le affinità tra le pratiche dei tre artisti.
Oltre a collegare i lavori di tutti e tre gli artisti, la mostra colloca anche la pratica di Bochner, dagli anni â60 ad oggi, in relazione al suo interesse per lâarte italiana del dopoguerra e le risonanze transatlantiche nellâarte degli anni Sessanta.
La sensibilitĂ della mostra tiene conto dellâimpatto delle esperienze personali di Bochner in Italia nel corso dei decenni. Una delle figure piĂč celebri dellâarte concettuale in America, Bochner, Ăš stato inizialmente accolto in Italia, dove ha trascorso molto tempo nella sua carriera. Ha avuto una prima mostra personale alla Galleria Gian Enzo Sperone di Torino nel 1970, una galleria importante per lâArte Povera, ed Ăš stato incluso nella mostra canonica di Germano Celant, âArte concettuale, Arte Povera, Land Artâ dello stesso anno».
«In Bochnerâs Language Is Not Transparent (italiano / inglese) (1970/2019), un lavoro basato sul un testo sviluppato in inglese e italiano, possiamo vedere lâimportanza della parola scritta per Bochner. In conversazione con questâopera presenteremo alcune opere di Boetti, tra cui Alternandosi e dividendosi (1989), che appartiene alla serie di ricami Arazzi dellâartista. Qui, griglie a mosaico di singole lettere sono combinate in parole e frasi che lo spettatore deve decifrare. In queste opere Boetti dimostra come il linguaggio possa nascondere e rivelare il significato.
La mostra comprende anche un esempio della serie Fontanaâs Lights di Bochner. Questa serie di sculture a pavimento Ăš stata sviluppata mentre lâartista viveva a Roma nei primi anni â90 e lavorava con una galleria di Milano, il cui spazio espositivo era stato lo studio di Fontana. In una stanza sul retro della galleria, Bochner trovĂČ molti dei vecchi materiali artistici di Fontana, compresi i frammenti di vetro di Murano che Fontana avrebbe attaccato sulle superfici dei suoi dipinti. Questa scoperta ha portato Bochner a creare opere come Meditation on the Theorem of Pythagoras (1972/1993), che includono pezzi in vetro di Murano, che saranno in mostra.
In rapporto con questo lavoro, esporremo anche unâopera molto rara della serie Pietre di Fontana, il Concetto Spaziale (1956) che presenta pietre e punture metodiche sulla superficie che implicano una dimensione spaziale con punti di sporgenza contrastanti e aree concave che rivelano infinite concezioni dello spazio. Il lavoro Ăš su velluto nero, un materiale che Bochner utilizza nel suo lavoro».
«Dopo lâinaugurazione della mostra, presenteremo un nuovo film che illustra la pratica di Bochner dagli anni Sessanta ad oggi, con un focus sul suo interesse per il lavoro dellâarte italiana del dopoguerra, le risonanze transatlantiche nellâarte degli anni Sessanta e lâimpatto delle sue esperienze personali in Italia nel corso dei decenni. Il film sarĂ visibile sulla piattaforma digitale di Magazzino Da Casa, sul sito di Magazzino Italian Art».
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