Manifesta, la biennale itinerante europea, che due anni fa avevamo lasciato a Palermo, ha nel suo DNA l’adattamento a luoghi, temi e situazioni nella loro stringente situazione contingente. È accettando la sfida del presente che Manifesta 13 ha deciso di inaugurare nonostante le incertezze e le modifiche imposte dall’anno del coronavirus: taglio del nastro ieri, quindi, e una conferenza stampa d’apertura online.
Con inaugurazione prevista in origine all’inizio dello scorso giugno, Manifesta 13 accoglie ora il pubblico con un progressivo disvelamento dei tre “fronti” dell’edizione 2020: “Traits d’union.s”, “Le Tiers Programme” e “Les Parallèles du Sud”, nell’arco di quattro week end, fino a che, dal 9 ottobre al 29 novembre, la biennale sarà interamente visitabile.
Nel sito della manifestazione potete trovare l’agenda giornaliera dell’ampissimo programma, composto, di fatto, dai tre programmi complementari e paralleli dei tre “fronti”.
Durante questo primo week end di inaugurazione è possibile scoprire i primi tre eventi in programma: la prima parte di The Home della mostra principale Traits d’union.s al Musée Grobet-Labadié, la prima mostra di Invisible Archive #6 al Tiers QG, il film programme a Videodrome 2, video screenings di Coco Velten e Friche la Belle de Mai, il sound programme in collaborazione con Radio Grenouille al Park Longchamp, e altri 25 organizzati da organizzazione di Marsiglia, con Les Parallèles du Sud.
In particolare oggi, sabato 29 agosto, dalle 11.30 alle 12.30, sarà possibile seguire online il dialogo tra il nuovo sindaco di Marsiglia, Michèle Rubirola, e Hedwig Fijen, Direttrice di Manifesta, l’architetto Winy Maas di MVRDV e altri esperti locali che approfondiranno le nuove strategia di sviluppo urbano per Marsiglia, le idee e le prospettiva presentate nella nuova pubblicazione di Le Grand Puzzle, lo studio sul territorio che ha preceduto Manifesta 13.
Tra le primissime presentazione di Manifesta 13 c’è quella della pubblicazione che raccoglie gli esiti dello studio urbano pre-biennale Le Grand Puzzle, commissionata dall’organizzazione olandese e ideata dallo studio di architettura MVRDV di Rotterdam e The Why Factory. La ricerca, ha spiegato la biennale, rivela le specificità, le possibilità, i sogni, le necessità e le complessità di Marsiglia, risultando in un grande puzzle multi-narrato, simile a un mosaico. Le Grand Puzzle è uno strumento per i cittadini per ripensare il potenziale della loro città e illustra diverse possibilità per nuovi e più accessibili paesaggi urbani.
In seguito a questa ricerca, Hedwig Fijen e Winy Maas, fondatore di MVRDV, hanno invitato due urbanisti locali, Joke Quintens e Tarik Gezhali, a utilizzare i temi principali di Le Grand Puzzle come punto di partenza per lo sviluppo di un
processo deliberativo composto da 22 laboratori cittadini intitolato Le Tour de Tous les Possibles, che ha riunito circa 500 cittadini provenienti da diversi contesti per discutere questioni sociali, ambientali e culturali direttamente derivate dalle narrazioni, dai dati e dalle analisi di Le Grand Puzzle. Questo formato pre-biennale ha avuto lo scopo di ispirare i cittadini di Marsiglia a vivere la loro città in modo diverso e spera di contribuire a una più profonda comprensione delle realtà urbane della città e delle sue complessità culturali, sociali e geopolitiche. I laboratori proseguiranno durante il periodo biennale, fino a novembre 2020.
Manifesta 13 Marseille accoglierà il pubblico e i partecipanti ai suoi tre programmi: il programma centrale Traits d’union.s; il suo programma di educazione e mediazione Le Tiers Program e il programma collaterale Les Parallèles du Sud dal 28 agosto al 29 novembre 2020. La biennale sarà in continua evoluzione per tutta la sua durata. La storia di Manifesta 13 Marsiglia è quella dei passaggi, o come suggerisce il titolo del programma centrale, quella degli elementi che unisco, tra un mondo e l’altro: Traits d’union.s.
Il progetto spiegato con le parole di Manifesta 13:
“La sua bellezza non può essere fotografata. Può solo essere condiviso. È un posto in cui devi schierarti, essere appassionatamente a favore o contro. Solo allora puoi vedere quello che c’è da vedere. E ti rendi conto, troppo tardi, di essere nel mezzo di una tragedia. Un’antica tragedia in cui l’eroe è la morte. A Marsiglia anche per perdere bisogna saper lottare “. – Jean-Claude Izzo
Prendendo come punto di partenza la Condicio Marseillaise, Manifesta 13 mette in gioco le relazioni tra i suoi partecipanti locali e internazionali. Sebbene le condizioni del Marsiglia siano davvero speciali, si riferiscono anche a condizioni simili in altre parti del mondo. Considera la crisi degli alloggi, la crisi ecologica, le disuguaglianze sociali prevalenti o addirittura la pandemia che ci unisce tutti.
In un momento in cui le istituzioni sociali e politiche vengono testate e contestate spesso dai diversi lati dello spettro politico, ha spiegato la biennale, Manifesta 13 Marseille infonde alle istituzioni esistenti voci diverse, espandendo temporaneamente le loro narrazioni verso l’esterno e verso l’interno, attivando le possibilità che queste istituzioni potrebbero ancora detenere, lasciandoli più permeabili, forse più vulnerabili e meglio attrezzati per affrontare alcune delle sfide della nostra situazione attuale.
Il team di Traits d’union.s (Katerina Chuchalina, Chief curator V-A-C Foundation di Mosca e Venezia; Stefan Kalmár, Direttore dell’ICA di Londra; Alya Sebti, Direttrice di ifa Gallery di Berlino) ha lavorato con 46 artisti creando una mostra strutturata in sei parti: The Home, The Refuge, The Almshouse, The Port, The Park and The School. Queste parti apriranno in successione dal 28 agosto al 9 ottobre, per essere poi tutte visitabili fino al 29 novembre. La parte che ha aperto ieri è Rentals, Experiences, Places al Musée Grobet-Labadié con opere di Black Quantum Futurism (Collective, US), Martine Derain (1960, FR), Lukas Duwenhögger (1956, DE), Jana Euler (1982, DE), Ken Okiishi (1968, US), Cameron Rowland (1988, US), Reena Spaulings (Collectif, US), Arseny Zhilyaev (1984, RU), Samia Henni (1980, DZ/CH), Noailles Debout (Collective, FR).
Le Tiers Program è stato realizzato dal dipartimento educazione e mediazione di Manifesta 13 Marsiglia, guidato da Yana Klichuk e Joana Monbaron. Il programma è un insieme di progetti con un impianto di ricerca nati dall’incontro con una varietà di attori locali, che vanno dagli abitanti agli artisti, e che approfondiranno le storie e le realtà presenti della città.
Il 28 agosto, Le Tiers Program aprirà la sesta mostra di Invisible Archives con la storica B-Vice Sound Musical School ed Eva Doumbia insieme a Famoudou Don Moye.
Analogamente a Traits d’union.s e a Le Tiers Programme, Les Parallèles du Sud è un programma in cui istituzioni culturali, gallerie e artisti locali stanno co-curando e co-producendo progetti con partner internazionali. I visitatori saranno accolti in oltre 80 progetti di Les Parallèles du Sud a Marsiglia e in tutta la Regione Sud dal 28 agosto al 29 novembre 2020. Durante questo fine settimana 26 progetti in tutta Marsiglia apriranno le loro porte.
Il programma pubblico di Manifesta 13 Marsiglia ruota attorno a parole chiave come sonoro, visivo, poetico e politico. Considera Marsiglia e il Mediterraneo da prospettive multiversali come un luogo per il trasferimento di merci, persone, conoscenze e idee per affrontare la domanda: come costruire il futuro (o meglio “i futuri”) e consentire l’evoluzione del mondo su una base più comune e giusta? Il programma pubblico di Manifesta 13 Marsiglia si compone di tre parti parallele: un programma cinematografico in collaborazione con Videodrome 2, un programma audio insieme a Radio Grenouille e incontri al Centre de la Vieille Charite e IMéRA.
Manifesta 13 sta anche rilasciando un’app che include partecipanti, luoghi, progetti e una mappa per trovarli tutti. È disponibile gratuitamente sia in inglese che in francese su App Store (per utenti Apple) e Google Play Store (per dispositivi Android).
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