Dal 30 gennaio al 28 febbraio il MASI di Lugano presenta la sua prima esposizione interamente digitale: “Proiezioni inutili”, mostra personale di Silvano Repetto (1968, Mendrisio), a cura di Francesca Benini, che può essere visitata nella sezione Digital Museum nel sito dell’istituzione, dove è possibile navigare virtualmente anche le mostre in corso al MASI, una selezione di esposizioni concluse e contenuti inediti.
«L’idea del Digital Museum – ci ha spiegato il MASI – è nata sull’esigenza di continuare a comunicare con il nostro pubblico, rendendo fruibili a tutti dei contenuti che la chiusura impostaci rendeva impossibile. La tecnologia di oggi è diventata un ottimo veicolo di visibilità e promozione dei progetti espositivi nonostante l’esperienza dal vivo rimanga fondamentale nella fruizione artistica. Siamo fiduciosi che con la diffusione online dei contenuti museali si riescano a coinvolgere anche pubblici più giovani, vicini alla tecnologia e magari si riesca a portarli nelle sale fisiche del museo, quando sarà possibile la riapertura. È una sfida che siamo stati lieti di affrontare e che continuerà a darci uno stimolo creativo per gli anni a venire».
Videoartista, performer, fotografo e pittore ticinese, Repetto nelle sue performance, «strizzando l’occhio al nonsense dadaista, compie una serie di azioni illogiche, palesemente inutili, che sfidano la razionalità creando un corto circuito che genera stupore» e per la mostra virtuale saranno resi disponibili 10 brevi film che per la prima volta documentano le sua Performance inutili, catturate finora in soli scatti fotografici, poi trasformati in cartoline, nella logica del souvenir.
La mostra è accompagnata da approfondimenti sui canali Facebook e Instagram del museo e sarà approfondita in un talk tra l’artista e il critico d’arte Guglielmo Gigliotti, la cui data sarà comunicata a breve.
«Silvano Repetto è un videoartista, ma anche pittore, fotografo, performer e produttore, regista e art promoter. Insomma, è un artista dalle molte identità, al quale si addice davvero il termine di “non-classificabile”, che si sottrae non solo alle categorie, ma anche ai sistemi del mercato e dell’industria culturale. Si può però affermare, che la sua ricerca artistica è essenzialmente basata su delle performance che lui stesso definisce come “inutili”. Azioni che non lascerebbero nessuna traccia, se non fosse lui a raccontarcele o a scattare delle fotografie o girare dei brevi video».
«Le “performance inutili” sono delle missioni che nascono come volutamente impossibili. Quelle che potrebbero riuscire non gli interessano, secondo il suo sistema, è proprio la non-riuscita a legittimare la performance. Repetto capovolge la logica e l’ovvietà delle cose per suscitare stupore nello spettatore e magari riuscire anche a farlo sorridere. Oggi la nostra realtà è sempre più basata su efficienza e produttività, mentre la pratica artistica di Repetto segue le orme del nonsense dadaista e ci riporta a riflettere sul fatto che non tutto debba avere una motivazione razionale».
«La nuova versione filmata delle performance nasce proprio in occasione della mostra online del MASI. Finora, Silvano Repetto catturava infatti le sue azioni attraverso degli scatti fotografici che poi trasformava in serie di cartoline. Quella di Repetto è l’ultima di una serie di mostre pop-up, nate durante i mesi dell’emergenza sanitaria, nelle quali abbiamo deciso di lavorare con delle proiezioni. La decisione dell’artista di lavorare con il video è nata naturalmente. Non dobbiamo dimenticarci che Silvano Repetto è attivo anche come regista e produttore, nel 1993 ha fondato l’IFDUIF Video Festival, acronimo e di “Il Figlio Di Ubaldo Il Falegname” e omonimo della casa di produzione di cui è titolare, IFDUIF Film».
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