Il 2022 del MASI Museo d’arte della Svizzera italiana, con sede a Lugano, si prospetta ricco di progetti espositivi di levatura internazionale. Le anticipazioni sulle mostre nelle parole dell’istituzione:
A cura di Lizzie Carey-Thomas, capo curatrice, Serpentine e Awa Konaté, Culture Art Society (CAS), assistente curatrice
La mostra è promossa e organizzata dalle Serpentine Galleries di Londra.
«Il MASI Lugano presenta la più ampia ed esaustiva retrospettiva mai dedicata al fotografo ghanese James Barnor (Accra, 1929). Realizzata dalle Serpentine Galleries di Londra, la mostra documenta la lunga carriera nel corso della quale Barnor si è cimentato con ogni genere fotografico: dai ritratti in studio ai reportages giornalistici, dagli editoriali di moda alla fotografia di strada. Attraverso le sue immagini, contraddistinte da uno sguardo schietto e un approccio spontaneo, Barnor racconta i cambiamenti sociali e politici che hanno segnato la storia recente del suo paese così come quella della comunità africana londinese. Con un’attenzione particolare dedicata ai decenni 1950-1980, in mostra sono presentate opere provenienti dall’archivio personale dell’artista, tra cui numerose immagini inedite. Dopo la tappa al MASI Lugano, la mostra sarà presentata al Detroit Institute of Arts».
«La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati si rivolge al proprio pubblico per mostrare una parte della sua raccolta che prevede, tra le altre, moltissime opere fino ad ora mai esposte. Rosso è il colore della passione, la passione per l’arte che non è mai venuta meno ai collezionisti nell’intero arco della loro vita. Rosso è il colore che nelle sue varie espressioni e declinazioni è al centro del progetto espositivo che mette a confronto opere di diverse avanguardie storiche e contemporanee in un ritmo sempre più incalzante e suggestivo».
Una coproduzione della Fotostiftung Schweiz (Winterthur), del MASI Lugano e del Photo Elysée (Losanna).
«“Dal vero” è la prima panoramica esaustiva dedicata ai primi cinquant’anni di diffusione del medium fotografico in Svizzera. La mostra presenta un’eccezionale selezione di opere provenienti da numerose collezioni pubbliche e private in grado di testimoniare il ruolo artistico, sociale ed economico di questa rivoluzionaria invenzione».
«Marcel Broodthaers (Saint-Gilles, 1924 – Colonia, 1976) è uno dei maggiori rappresentanti dell’arte concettuale, conosciuto in particolare per aver unito l’arte surrealista alle nuove tendenze degli anni Sessanta e Settanta. […]
La mostra elaborata dal museo WIELS di Bruxelles, in stretta collaborazione con gli eredi di Marcel Broodthaers presenta i principali 36 motivi della serie d’insegne realizzata da Broodthaers. Il percorso espositivo include inoltre alcune versioni e variazioni meno conosciute, che rivelano il particolare approccio che l’artista aveva con il concetto di serialità e riproducibilità dell’immagine e dell’opera d’arte. Oggi queste opere continuano a testimoniare il contributo di Broodthaers all’estetica contemporanea: attraverso la manipolazione giocosa e poetica del linguaggio e della realtà e continue variazioni di percezione, lettura e significazione che vanno controcorrente rispetto ai segni universali, trasparenti e standardizzati della tecnologia e dell’informatica».
«Nel 2019 il MASI Lugano ha siglato un accordo con la Fondazione Bally per la Cultura, nata nel 2006 con l’obiettivo di assegnare ogni anno il Premio Artista Bally ai talenti in Ticino. Dal 2019 il museo partecipa alla selezione degli artisti e dedica al vincitore del Premio una mostra temporanea negli spazi espositivi di Palazzo Reali a Lugano».
«Grazie alla collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, il MASI presenta nella sede di Palazzo Reali significativi capolavori d’arte italiana realizzati tra le due guerre da alcuni tra i più importanti artisti dell’epoca: Carlo Carrà, Massimo Campigli, Giacomo Manzù Ottone Rosai, Scipione e Mario Sironi.
Le opere, originariamente provenienti da importanti e storiche collezioni d’arte italiana e oggi in deposito a lungo termine presso Ca’ Pesaro a Venezia, sono accomunate dalla sintesi e dall’essenzialità formale che contraddistinsero la pittura non solo in Italia ma in tutta Europea nei decenni 1920-1950.
Fa eccezione l’opera di Scipione, le cui accese cromie e le audaci prospettive anticipano il secondo Novecento. I suoi lavori trovano un dialogo, nel percorso espositivo, con il nucleo di dipinti, sculture e opere su carta di Giacomo Manzù, uno dei maggiori rappresentanti della scultura figurativa del XX secolo».
«In autunno 2022 il MASI Lugano presenta una straordinaria raccolta di disegni originali e incisioni di Paul Klee (Münchenbuchsee 1879 – Muralto 1940) provenienti da una collezione privata, realizzati tra gli anni dieci e gli anni trenta del Novecento. Attraverso le opere esposte in mostra viene messo in luce un elemento significativo del suo lavoro, ossia l’importanza attribuita all’uso del disegno e della linea come fondamentale punto di partenza per la trasposizione visiva di un’idea.
Particolarmente interessati alla valorizzazione di questo aspetto nella produzione artistica di Klee, i collezionisti hanno raccolto negli anni circa settanta opere tra disegni a matita, a penna e a pastello, acquerelli, acqueforti e litografie che oggi compongono un insieme di straordinaria coerenza. La collezione, creata a partire dagli anni settanta del secolo scorso, viene esposta in questa occasione per la prima volta nel suo insieme in un contesto museale».
«La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati Olgiati presenta una mostra personale, la prima in un’istituzione svizzera, dell’artista italiano Pietro Roccasalva (1970, vive e lavora a Milano). Il progetto nasce con l’idea di presentare e ricostruire alcuni nuclei fondanti della produzione recente dell’artista attraverso un percorso espositivo in cui lavori appositamente concepiti in occasione della mostra si affiancano a una selezione che attinge a varie serie di opere esistenti. Il lavoro di Roccasalva ha a che fare con la pittura come campo di azione specifico, anche quando contempla l’utilizzo di altri media come scultura, istallazione, video e tableau vivant, che sono sempre parte integrante del processo che precede e segue la realizzazione di un’immagine pittorica. Attraverso una pluralità di riferimenti che spaziano dal quotidiano alla storia dell’arte, Roccasalva ha ideato un variegato repertorio iconografico popolato di personaggi, oggetti, architetture che convivono in un universo visionario e immaginifico. Nel ripercorrere diversi aspetti della produzione dell’artista, la mostra sottolinea i legami e i continui rimandi tra temi, tecniche e linguaggi, restituendo la complessità e la coerenza di una ricerca che rimette in discussione e sfida il linguaggio della pittura attraverso un vocabolario molto personale in cui la tecnica pittorica più tradizionale incontra le recenti pratiche digitali».
«Istituito per la prima volta nel 1982 su iniziativa di Philippe Nordmann, il Premio Manor rappresenta uno dei riconoscimenti più prestigiosi e ambiti e uno degli strumenti di promozione più efficaci all’interno della scena artistica contemporanea svizzera. Presente in dodici città o regioni svizzere, il premio si rivolge ad artisti attivi nei diversi campi delle arti visive che abbiano meno di quarant’anni. Obiettivo del premio, che viene assegnato ogni due anni, è quello di far conoscere a un pubblico più ampio il lavoro di artisti giovani non ancora molto noti e di dare un impulso alla loro carriera artistica. Oltre a una borsa di CHF 15’000.- e all’acquisto di un’opera, il Premio Manor prevede infatti l’organizzazione di una mostra personale, accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo.
Il Premio Manor Ticino, presente sul territorio dal 2005, si iscrive nell’ambito delle numerose iniziative messe in atto o sostenute dal MASI per incoraggiare e promuovere la scena artistica locale. Nel corso delle passate edizioni, il premio è stato assegnato ai seguenti artisti: Andrea Crociani (2005), Davide Cascio (2007), Matteo Terzaghi e Marco Zürcher (2009), Pascal Schwaighofer (2012), Samoa Rémy (2014), Marco Scorti (2016), Vera Trachsel (2018) e Marta Margnetti (2020)».
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