A Torino oggi, 10 febbraio, negli spazi della Galleria Peola Simondi, dalle 17 alle 21, inaugura la seconda personale di Francesca Ferreri (1981, Savigliano, Cuneo) in galleria: “Matematica della materia”, accompagnata da un testo di Elena Inchingolo.
«La ricerca artistica di Francesca Ferreri – ha ricordato la galleria – indaga il rapporto tra restauro e algoritmi matematici come spunto poetico per un processo scultoreo che analizza la materia nella sua dimensione spazio-temporale e percettiva.
Opere composte da frammenti ceramici e ferri recuperati, gesso ed elementi riciclati, agiscono come entità spaziali dotate di libertà formale e trasmettono un’energia estetica inaspettata.
Lo “spazio-lacuna” del restauro, individuato nell’unione di oggetti differenti e processualmente simile all’incognita in algebra, delinea nuove identità volumetriche, memorie immaginarie, ricostruite in una prospettiva di fusione formale e d’integrazione cromatica».
«In occasione della sua seconda personale presso la Galleria Peola Simondi, – ha proseguito la galleria – Francesca Ferreri presenta Quiet, Mossy yet alive un’installazione site-specific, esito dell’indagine sul senso matematico e musicale della materia.
Diversi elementi, dalle molteplici forme e dimensioni si incontrano, come individualità imperfette, dando vita a “coralità ”, partiture dalle infinite applicazioni.
Le sculture, innesto di oggetti o frammenti all’interno di materia informe, si relazionano con l’osservatore, sospese e fissate con catene, cavi elettrici, fili d’acciaio a una struttura metallica e ricordano parentesi, incognite, simboli matematici all’interno di un’ipotetica “griglia cartesiana”. Si tratta di un ambiente senza pareti, al cui interno si muovono alcune coordinate, aperte, eterogenee, indefinite a comporre un insieme armonico, che varia in base allo spazio. In questo modo non è il numero in sé ad essere analizzato, ma il processo algebrico nel suo significato etimologico di «completamento», «unione» o «riconnessione», dall’arabo al-ǧabr. L’algebra, infatti, è quella branca della matematica che studia la generalizzazione e l’estensione delle relazioni dell’aritmetica a entità variabili. […]
A introdurre il percorso espositivo è, invece, la serie Math of Matter, da cui la mostra prende il titolo. Con questi lavori, strettamente connessi al progetto installativo, Ferreri esamina in particolare la materia e il suo lento stratificarsi, anche in relazione alla velocità gestuale della scrittura».
Il team della galleria e l’artista ci hanno raccontato la mostra.
Galleria Peola Simondi: «Abbiamo iniziato la collaborazione con Francesca Ferreri nel 2016, organizzandole la personale in galleria e proponendola ad Artissima Present Future. Il suo lavoro rientra pienamente nelle scelte della galleria che privilegia la ricerca nell’utilizzo di tecniche e materiali e l’originalità dell’opera. Particolarmente affascinante ci è parsa la modalità con cui Ferreri, partendo da oggetti di uso comune, o loro frammenti, crea “sculture” che, in una prospettiva di fusione formale e di integrazione cromatica, acquistano confini e identità nuovi. Sono evidenti e suggestivi nel suo lavoro i richiami al restauro, al suo significato e alle sue tecniche che l’artista ha sperimentato negli anni. Anche nella mostra “Matematica della materia”, in cui sono presentate un’installazione site-specific e una serie di tavole e disegni che la completano, il rapporto tra restauro e algoritmi matematici diventa spunto poetico per un processo scultoreo che analizza la materia nella sua dimensione spazio-temporale e percettiva».
Francesca Ferreri: «La mia ricerca è da tempo orientata sul potenziale generativo della “lacuna”, intesa come oggetto del processo di restauro. Sono interessata alle aperture semantiche possibili nell’intreccio tra frammenti noti, elementi già esistenti, e proiezioni dell’immaginario, da essi attivate, e potenzialmente infinite. Il nuovo progetto attinge al linguaggio matematico per costruire un sistema di segni, un codice che include simboli matematici come parentesi o segni di operazioni, ma che nel suo svolgersi su carta o su tavola imita il linguaggio musicale, e nel dialogo con la materia scultorea allude alle connessioni fra il regno corporeo e quello, astratto, dello spirito».
Francesca Ferreri: «Da tempo scrivo quaderni e disegni che definirei asemici, automatici, attingendo dal linguaggio matematico. Ho capito che processualmente fra il restauro e l’algebra esistono molte somiglianze. Anche l’algebra ha come oggetto la ricerca sull’incognita, e la parola stessa significa “riunione di parti”. Nel mio lavoro l’incognita è ciò che si materializza nell’opera solo grazie a un processo di ricostruzione, attivata da oggetti o frammenti, che come memorie parziali vengono completate dal mio immaginario generando nuovi insiemi. Sono attratta dal mondo matematico per il suo valore di linguaggio potenzialmente universale».
Francesca Ferreri: «Alcuni nuovi progetti, di cui sono in via di definizione i dettagli, saranno esposti in collettive in Italia e all’estero. A Milano, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore è tuttora visibile il mio lavoro site-specific Curva Infinita. Uno dei progetti su cui sono impegnata coinvolge la collaborazione con due artiste che ho conosciuto durante l’intensa esperienza di residenza in Belgio, Johna Hansen e Lisette De Greeuw».
Galleria Peola Simondi: «In primavera ci aspettano due appuntamenti in galleria. Giovedì 31 marzo inauguriamo la personale di Cornelia Badelita con opere inedite realizzate in questi ultimi mesi, mentre maggio sarà dedicato alla fotografia con la personale di Paola De Pietri, “da inverno a inverno”, che inaugureremo in concomitanza con The Phair e Torino Photo Days».
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