A Roma, oggi, 9 marzo, dalle 18 alle 21, negli spazi della Saraceno Art Gallery inaugura la personale di Alex Pinna (1967, Imperia) “Mirrors” (fino al 23 aprile): «La mostra è il mezzo per far raccontare a ogni visitatore la sua storia, come se ognuno soffermandosi su una delle opere esposte avesse la possibilità di guardarsi in uno specchio e di ritrovarvi stati d’animo e sentimenti che perdono la connotazione dell’univocità e diventano corali: l’incertezza, la fragilità, l’equilibrio, l’attesa, l’ironia e il coraggio«, ha anticipato la galleria.
Un viaggio tra osservazione e interiorità che l’artista ha introdotto con queste parole: «Le mie figure sono colte nell’attimo prima che tutto inizi, ma dentro c’è già tutto, probabilmente anche il dopo: come delle bacchette di un direttore d’orchestra prima che inizi il concerto…Né maschi, né femmine, né alti né bassi, né magri né grassi: i miei personaggi sono delle idee, delle idee di una figurazione…perché l’uomo è costretto a raccontare la sua storia».
Marilena Saraceno, fondatrice e direttrice della Saraceno Art Gallery, ci ha raccontato la ricerca di Alex Pinna e la mostra.
Come è nata la personale di Alex Pinna “Mirrors” e come si inserisce nella ricerca della Saraceno Art Gallery?
«La personale di Alex rientra in una programmazione che già avevo in mente quando ho deciso di aprire la galleria un anno fa. Diciamo che da un lato è il portato delle mie curiosità personali che mi hanno indirizzato nel mondo dell’arte e del collezionismo e che mi hanno permesso di apprezzarlo, dall’altro un progetto da condividere con un artista che nel corso degli anni è diventato un amico e che connota appunta questa collaborazione come una “condivisione”».
Può raccontarci, in estrema sintesi, la poetica di Alex Pinna?
«Alex nasce come pittore figurativo e prima ancora disegnatore e approccia la scultura da autodidatta, le sue sculture seguono la logica della sottrazione, sono delle idee, “delle idee di una figurazione” e penso che questa definizione sintetizzi appieno la sua poetica. Attraverso le opere l’artista fornisce con garbo e gentilezza delle suggestioni che necessitano del personale contributo e della reazione del visitatore per trovare una forma e riempirsi di contenuti che saranno ogni volta diversi e personali ma che troveranno una sintesi nella coralità di sentimenti e stati d’animo che sono il minimo comun denominatore della Storia e della storia di ognuno di noi: l’incertezza, la fragilità, l’equilibrio, l’attesa, l’ironia, il coraggio, la solitudine che caratterizzano la nostra vita rendendoci unici e immortali».
Quale parte della sua produzione sarà presente nel percorso espositivo?
«Il percorso espositivo corre lungo due assi: i bronzi di diverse dimensioni e di diversi periodi di produzione e le corde che fin dall’inizio hanno caratterizzato la sua produzione. In entrambi i casi sarà possibile riconoscere la cifra stilistica di Alex: figure amorfe poste tutte un po’ in alto ma non per questo altere, anzi infinitamente umane, con i loro volti senza occhi né labbra che sembrano stare lì ad attenderci come degli specchi (da qui il titolo “mirrors”) per riempirsi di noi e rifletterci».
Può segnalarci un paio di opere particolarmente significative presenti nel percorso espositivo?
«Posso limitarmi a indicare (coerentemente con quello che è lo scopo della mostra di fungere da cassa di risonanza dei nostri sentimenti), quelle che io preferisco: i trampolini dove le figure sembrano “dominare” il vuoto che c’è sotto, il grande bronzo Waiting in Time Square perché penso che ognuno di noi aspetti sempre qualcosa vagheggiandola (una nuova occasione, un’emozione, un non qui e non ora) ed Hombre dove l’equilibrio tra il noi e la nostra ombra è ironicamente ed elegantemente rappresentato».
Quali appuntamenti proporrà la Saraceno Art Gallery nei prossimi mesi?
«Tre nuove appuntamenti in maggio, settembre e novembre con delle proposte diverse: la prima sarà un omaggio al colore variamente combinato; in quella di settembre troverà spazio il lavoro di ricerca di una giovane artista internazionale verso un mondo fantastico e onirico con influenze mistiche, per poi concludere a novembre con una mostra fotografica su una città che è un pò la città del cuore di tanti di noi…ma meglio non svelare troppo!».
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