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Namsal Siedlecki a Magazzino Italian Art, Cold Spring
Opening
di redazione
Dal 29 ottobre Magazzino Italian Art, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di New York e con Casa Italiana Zerilli-Marimò presso la New York University, presenta “Viandante”, la prima mostra personale negli Stati Uniti di Namsal Siedlecki, (1986, Greenfield, USA), e una nuova opera site-specific dell’artista.
«Il lavoro di Siedlecki – ha ricordato Magazzino Italian Art – esplora in particolare le dicotomie tra naturale e l’artificiale, e la relazione esistente tra natura, tempo e intervento umano. Questa mostra fa luce sulla ricerca continua da parte dell’artista di questi concetti con una focalizzazione sui temi del viaggio, della trasformazione e dell’estinzione».
«Namsal Siedlecki è il primo artista italo-americano che esporremo a Magazzino e questa scelta rappresenta un passo significativo per un’istituzione che cerca di costruire un ponte tra due culture e di presentare lavori che si collocano al di fuori di un preciso lessico nazionale», ha dichiarato Vittorio Calabrese, Direttore di Magazzino Italian Art. «La mostra rappresenta un’importante collaborazione tra tre istituzioni italiane a New York ed è un grande privilegio poterla presentare nei nuovi spazi espositivi dell’Istituto Italiano di Cultura».
«L’Istituto Italiano di Cultura – ha affermato Fabio Finotti, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a New York – è orgoglioso di presentare la prima personale di Namsal Siedlecki negli Stati Uniti. Siedlecki è un artista che incarna le relazioni culturali tra Italia e Stati Uniti e genera un tipo di dialogo che risulta essere essenziale su scala globale».
Le opere esposte
In “Viandante” – ha spiegato il museo – l’artista «espone un gruppo di lavori eseguiti con diversi media, dalla scultura alla pittura, all’installazione, tra cui tre opere inedite Viandante, Nuovo Positivo e Verneuil (2021). In contemporanea con la mostra presso l’Istituto Italiano di Cultura, Siedlecki presenta una nuova installazione site-specific a Magazzino Italian Art, Trevis Maponos (2021), esposta in anteprima a partite dall’estate».
«Già il titolo della mostra, “Viandante”, è un richiamo diretto a storie di viaggiatori, viaggi, esplorazioni e conquiste e crea un dialogo unico tra passato e presente. Tutte le opere in mostra invitano i visitatori a viaggiare nel tempo e nello spazio e, contemporaneamente, affrontano l’impatto che l’uomo ha avuto sul mondo naturale», ha proseguito il museo. La mostra, infatti, «prende come punto di partenza la figura del viandante, i viaggiatori, coloro che sono in costante movimento, si trasformano in relazione ai posti e ai paesaggi che attraversano. La mostra estende ai materiali il concetto di “transitorietà” che caratterizza il viandante e include opere create con processi alchemici che provocano alterazioni fisiche nel tempo, e altri lavori che rintracciano materiali quasi scomparsi in natura al fine di dare loro vita in nuove forme».
«Tra le opere in mostra: Estinti (2021) che prende il titolo da un raro tipo di marmo che è stato completamente esaurito dallo sfruttamento minerario umano. L’artista usa lo scanner 3D per registrare gli spazi vuoti di un busto di bronzo scegliendo di rievocare la forma all’interno della scultura con l’uso di un materiale che non esiste più.
Verneuil (2021), è una fusione in bronzo di un forno usato per produrre rubini sintetici. Questa opera sottolinea l’abilità dell’essere umano nel creare macchinari in grado di replicare artificialmente i processi naturali, di accelerarli e di prenderne il controllo. Come una macchina del tempo, ci fa intravedere il futuro verso cui ci stiamo rapidamente avviando.
In Viandante (2021), da cui prende il nome la mostra, una scultura di una figura umana viene immersa in una vasca galvanica dove è in atto l’infinito processo di perdita e acquisizione della materia. Attraverso il bagno galvanico, le sculture, complete al loro ingresso nella vasca, iniziano un nuovo percorso di trasformazione e cambiamento senza fine.
La serie Deposizione (2020) di Siedlecki è realizzata attraverso un processo di sedimentazione. Per creare le tele esposte, Siedlecki le ha immerse in una “fontana pietrificante” riempita con acqua ricca di calcio. Dopo circa sei mesi, le tele hanno accumulato in modo organico sulla loro superficie piatta cristalli di calcite che le hanno trasformate in elaborati rilievi scultorei. Qui, come in gran parte del lavoro di Siedlecki, il tempo con il suo potenziale trasformativo gioca un ruolo cruciale nel processo creativo.
In Nuovo Positivo (2021) Siedlecki usa la stampante 3D per creare un’altra versione in cera dei vuoti dell’originale scultura in bronzo, alla base del lavoro Estinti (2021). Immergendo la forma in una vasca galvanica, il processo attribuisce un nuovo volto alla superficie della scultura», ha spiegato il museo.