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Nasce VOGA, organizzazione no profit per l’arte contemporanea in Puglia. Intervista al team curatoriale
Opening
di Silvia Conta
A Bari inaugura domani, 10 agosto, “Minimum Standards”, che segna l’inizio delle attività di VOGA, organizzazione no profit appena nata, dedicata alla ricerca, produzione e valorizzazione dell’arte contemporanea in Puglia.
VOGA, ha spiegato il team curatoriale composto da Flavia Tritto, Bianca Buccioli e Nicola Guastamacchia, «vede nell’arte contemporanea uno strumento per stimolare nuove sensibilità e modalità di co(no)scienza, ed ambisce a riunire pratiche e strumenti interdisciplinari per comprendere criticamente il presente ed immaginare nuove possibilità di abitarlo. Attraverso un programma di mostre, workshop e residenze, VOGA intende creare uno spazio accessibile e inclusivo, che si concretizzi in occasioni pubbliche di incontro, confronto e dialogo nella città di Bari. Partendo dalla posizione geografica di quest’ultima, VOGA si propone di tracciare una serie di rotte tra i paesi mediterranei, creando alleanze trasversali basate sullo scambio tra artisti locali ed internazionali. Così, VOGA punta a stimolare processi di apprendimento interculturale che favoriscano non solo lo sviluppo di nuove sinergie ma anche la valorizzazione delle diversità già presenti sul territorio pugliese».
“Minimum Standards”: 13 artisti dell’area del Mediterraneo
“Minimum Standards” è «un percorso artistico e curatoriale volto a porre Bari al centro delle ricerche artistiche in atto nel panorama culturale mediterraneo. Sviluppato in collaborazione con alcuni spazi di ricerca e gallerie situate in paesi che si affacciano sul Mediterraneo, il progetto presenta opere di artisti locali ed internazionali in una mostra collettiva che avrà luogo – fino al 12 settembre – sulla facciata principale del Palazzo di Città, edificio di rilevanza storica nonché sede del Comune di Bari. Il progetto è realizzato nel contesto della “Festa del Mare”, grazie al sostegno del Comune di Bari e all’ Assessorato Cultura della Regione Puglia», hanno proseguito gli organizzatori.
I 13 artisti invitati per la collettiva, a cura di VOGA, sono Amphibia (Italia), Safa Attayoui (Tunisia), Louise DiB (Algeria), Natalija Dimitrijević (Serbia – Italia), Marianne Fahmy (Egitto), Gilbert Hage (Libano), Ledia Kostandini (Albania), Ignazio Fabio Mazzola (Italia), Qeu Meparishvili (Georgia), Olga Migliaressi-Phoca (Grecia), Rehan Miskci (Turchia), Sara Naim (Siria), Violeta Ospina Domínguez (Spagna).
«I “Minimum Standards” – ha aggiunto VOGA – sono i requisiti minimi di qualità che rendono un determinato contesto o servizio equamente accettabile e fruibile per tutti. L’espressione si applica tanto ad attività e contesti lavorativi quanto, più in generale, a contesti di inclusione sociale. La mostra propone dunque una riflessione sui “requisiti minimi” che costituiscono la natura e destinazione pubblica di uno spazio, mettendoli in discussione ed auspicando un loro superamento.
Da tempo, ormai, l’idea dello spazio pubblico come luogo dove costruire orizzonti sociali comuni ha lasciato posto ad uno spazio urbano inteso come luogo naturale di diseguaglianze ed asimmetrie, di esclusione e di disgregazione sociale. […] Ripensare la contemporaneità urbana, per suscitare nuove domande sul senso della vita insieme: questo è un lavoro che l’arte contemporanea può fare, provando a stabilire connessioni tra luoghi vicini e lontani, diversi ma uniti da urgenze condivise».
Intervista al team curatoriale di VOGA
“Minimum Standards” è la prima iniziativa di VOGA. Che cosa è VOGA, quali sono i suoi obiettivi? Qual è il suo legame con il territorio pugliese e quali sono le caratteristiche della scena artistica locale attuale per quanto riguarda il contemporaneo?
«”Minimum Standards” raccoglie esigenze e ambizioni di VOGA. Inteso come progetto curatoriale e come luogo espositivo, VOGA si propone di contribuire alla crescita della scena artistica barese e pugliese, con attenzione all’arte emergente locale e alle connessioni che questa può generare con interlocutori nazionali e internazionali. Il territorio barese necessita ancora di molto impegno per potersi proporre efficacemente nel panorama dell’arte contemporanea italiana. Per farlo, serve un network istituzionale e privato capace di favorire il lavoro di artisti e professionisti dell’arte».
Da chi è composto il team curatoriale di VOGA?
«VOGA nasce da due artisti, Flavia Tritto e Nicola Guastamacchia, e una curatrice, Bianca Buccioli. Flavia ha studiato scienze politiche e completato il Master in Fine Art della Central Saint Martins, Londra, nel 2019. La sua ricerca artistica e curatoriale è stata presentata in mostre e residenze internazionali. Nicola ha studiato giurisprudenza, storia dell’arte all’Università di Glasgow e Belle Arti presso Kingston School of Art. Ha lavorato come Exhibitions Manager per Richard Saltoun, Londra, e quest’anno è tra gli artisti selezionati per Cantica 21. Bianca si è formata nel campo della filosofia estetica, con un focus sulla filosofia dell’arte di matrice analitica, visual studies e semiotica visiva. Nel 2019 ha frequentato CAMPO – corso per curatori della Fondazione Sandretto, dove è iniziato il suo percorso nel mondo della curatela».
Che tipo di progetto è Minimum Standards? Da dove nasce la scelta di aprire all’intera area del Mediterraneo? Come questa scelta si riflette nel percorso espositivo?
«Fare rete con altre realtà dedicate all’arte contemporanea nel Mediterraneo è il principale obiettivo del nostro progetto. “Minimum Standards” è un primo passo in questa direzione. Abbiamo chiesto a spazi come BAR project (Libano), Jiser (Spagna, Tunisia e Algeria), Harabel (Albania), PET project (Grecia), Le Cube (Marocco) di suggerirci artisti potenzialmente interessati ai temi affrontati.
Il progetto è anche una dichiarazione di intenti: ci impegneremo a promuovere riflessioni che guardano all’arte come per ripensare la nostra società. Lo faremo muovendoci entro la cornice del Mediterraneo, una scelta geograficamente ovvia, ma anche una strategia precisa e alternativa ai centri gravitazionali affermati dell’arte».
Chi sono gli artisti invitati e come sono stati selezionati? Che tipologie di opere saranno presenti nel percorso espositivo?
«I diversi spazi con cui ci siamo confrontati hanno portato all’incontro con 13 artisti di diversa nazionalità, cui abbiamo chiesto disegnare uno stendardo, emblema insieme di identità e protesta, che riflettesse sui “requisiti minimi” che definiscono uno spazio pubblico. I contributi di Amphibia, Safa Attayoui, Louise DiB, Natalija Dimitrijević, Marianne Fahmy, Gilbert Hage, Ledia Kostandini, Ignazio Fabio Mazzola, Qeu Meparishvili, Olga Migliaressi-Phoca, Rehan Miskci, Sara Naim e Violeta Ospina Domínguez saranno installati sulla facciata di Palazzo di Città, nel centro di Bari e in pieno dialogo con la cittadinanza».
Quali sono i progetti futuri di VOGA?
«Stiamo lavorando a un programma espositivo da tenersi nel nostro spazio in Via Curzio dei Mille 58 a Bari. Il primo artista in calendario è Marco Antelmi, che presenterà la sua ricerca nella sua città natale per la prima volta. Stiamo anche ponendo le basi per avviare una residenza artistica annuale che incentivi ulteriormente le connessioni tra il locale e l’internazionale. In ogni caso, un carattere distintivo di tutte le nostre azioni sarà senz’altro l’approccio aperto e collaborativo attraverso il quale ci auguriamo di creare sinergie e far crescere il territorio».