06 ottobre 2022

‘Of Men and Giants’: Davide Cantoni al Museo Archeologico Nazionale di Napoli

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Inaugura oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli la mostra "Of Men and Giants: The Dreams of History of Elisabetta Farnese", a cura di Memmo Grilli, che pone le opere di Davide Cantoni in dialogo con la Collezione Farnese. Fino al 16 dicembre

Davide Cantoni, Of Men and Giants: The dreams of History of Elisabetta, exhibition view, 2022, Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Oggi, 6 ottobre, con un’apertura serate straordinaria dalle 18.00 alle 22.30, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nelle sale che ospitano la Collezione Farnese, inaugura la mostra personale di Davide Cantoni (1965, Milano) “Of Men and Giants: The dreams of History of Elisabetta”, a cura di Memmo Grilli. La mostra resterà aperta fino al 16 dicembre 2022.

«Considerato con grande interesse per la tecnica innovativa e per l’intensità delle storie che racconta e reinterpreta attraverso il proprio lavoro, Davide Cantoni presenta in questa mostra opere di due recenti cicli, 2 degrees e Les Etrangers». Nel percorso espositivo, ha anticipato il museo, «le sculture della collezione Farnese, Giganti sia per la prestanza fisica sia per l’incidenza storica culturale, dialogheranno con le opere contemporanee di Davide Cantoni, reperti archeologici per il futuro. La connessione tra i due lavori riporta alla storicizzazione delle immagini di cronaca, la cui pubblicazione brucia la loro rilevanza come “notizia”, con la conseguente sostituzione da parte di nuove immagini e notizie. L’artista bruciando le opere, brucia la notizia e contemporaneamente la eleva ad opera d’arte, salvandola dall’oblio».

Davide Cantoni, Of Men and Giants: The dreams of History of Elisabetta, exhibition view, 2022, Museo Archeologico Nazionale di Napoli
«La mostra – ci ha spiegato il curatore Memmo Grilli – è nata dal forte interesse dell’artista per le opere di archeologia, anche per la loro capacità di resistere nel tempo, anche quello più lontano, nelle memorie. Infatti uno dei punti centrali del lavoro di Cantoni è quello della memoria.
La mostra è anche nata dalla volontà della BLINDARTE di stringere forti legami con le istituzioni prestigiose del nostro paese, per la promozione di artisti di grande qualità, che offrano dei spunti utili al vivere contemporaneo, ma anche per creare importanti sinergie molto che consentano ai propri affezionati amici e clienti di partecipare a eventi culturali di pario piano, stimolanti e magari occasioni, come in questo caso, per riscoprire i grandi tesori della nostra storia a volte meno presenti nei circuiti degli appassionati d’arte contemporanea. Il Museo, tramite il proprio Direttore Paolo Giulierini, si è subito entusiasmato alla mostra e l’ha inserita nella propria programmazione nelle sale destinate alla Collezione Farnese».
Davide Cantoni, Palmyra, 2017, disegno bruciato, cm 98×122. Courtesy l’artista e BLINDARTE

Il percorso espositivo

«Le opere di Cantoni – ha proseguito il curatore – sono inserite all’interno delle sale che ospitano la collezione Farnese, pertanto il dialogo è continuo. Ad esempio il busto che probabilmente raffigura Antonino Pio è stato accostato a un disegno bruciato di un branco di pesci (tonni) che cerca invano una via di fuga dal surriscaldamento del mare. O l’Ercole Farnese davanti all’opera Palmira, che riproduce con disegno bruciato e merita colorata l’immagine apparsa sul New York Times del disastro avvenuto nel 2015 in Siria. Oppure i i disegni bruciati de Les Etrangers, gli stranieri di Cantoni, per lo più immigrati che sfuggendo alle cattive sorti che imperversano nei loro paesi di origine, finiscono sulle prime pagine del New York Times per il coinvolgimento in sfortunati episodi durante la fuga, che vengono accostati a Minerva, dea romana della guerra».

Centrali nei due nuovi cicli di lavori dell’artista, 2 degrees e Les Etrangers, sono, infatti, le tematiche dell’attualità, come ha spiegato il museo: «nelle opere del ciclo 2 grades, realizzate con la tecnica della bruciatura su carta eseguita tramite lente di ingrandimento, il tema si incentra sulle conseguenze del surriscaldamento globale. Cantoni pone l’accento su come tali problematiche debbano uscire dai salotti della politica internazionale e coinvolgere direttamente le persone. Le immagini, fragili per effetto delle bruciature, dimostrano come questa piccola misura espressa in gradi – 2 – possa creare enormi differenze, portando il mondo per la prima volta davanti ad una catastrofe di proporzioni globali creata dall’uomo stesso, l’era dell’antropocene.

Davide Cantoni, Iceberg Newfound Land, 2017, disegno bruciato, cm 122×184. Courtesy l’artista e BLINDARTE

Per la serie de Les Etrangers, l’artista prende spunto dal capolavoro letterario del 1942 di Albert Camus L’Étranger (Lo Straniero). Il libro pone l’attenzione quel sentimento di indifferenza e di alienazione che in certi casi si sviluppa nell’individuo, e che l’artista da sempre addita come uno dei mali della società. Gli stranieri in questo caso sono tutti protagonisti di episodi di cronaca, che invadono per un breve periodo le pagine di giornali e telegiornali per poi diventare spunto per conversazioni effimere, fino a dissolversi con la diffusione di nuove immagini. Di fronte all’impassibilità nei confronti di tali situazioni, Davide Cantoni si pone il quesito su chi siano realmente gli stranieri, se coloro che sono rappresentati nelle opere oppure lo spettatore.
A queste serie si aggiungono due opere di rilevante importanza nel contesto geopolitico attuale, Palmyra e Ukraine Flag.
Palmyra è un importante telone fotografico nero, dipinto mediante candeggina e raffigurante l’immagine dei resti del teatro dell’antica città Palmyra (Syria), distrutto nel 2015 dai militanti Isis/Daesh. La candeggina che disinfetta, pulisce e rimuove il colore sulla tela nera richiama le bandiere del ex-califfato.
Ukraine Flag è una bandiera integra eppur divisa da un gesto distruttivo, un campo azzurro e uno giallo separati da bruciature».

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