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‘Officine Chigiotti’: la quarta edizione di Capalbio Contemporary Art
Opening
di Silvia Conta
Al via il 2 agosto la quarta edizione di Capalbio Contemporary Art con la collettiva “Officine Chigiotti”, a cura di Davide Sarchioni, con opere di Antonio Barbieri (1985, Rho, Milano), Flavio Favelli (1967, Firenze) e Mauro Staccioli (1937, Volterra – 2018, Milano) allestite negli spazi di Palazzo Collacchioni, edificio simbolo di Capalbio e sede di tutte le edizioni del progetto (fino al 30 settembre).
«La mostra concretizza l’intento, condiviso dall’Associazione Culturale il Frantoio e da Officine Chigiotti, di attivare un dialogo che leghi la storia passata e presente del peculiare territorio della Maremma con la modernità e la spinta innovativa dell’arte contemporanea. Concepita come dialogo tra le opere degli artisti invitati e le antiche stanze di Palazzo Collacchioni, conosciuto come il “Castello di Capalbio”, il percorso espositivo innesca una fitta rete di rimandi tra territorio e architettura, tra passato e presente», si legge nel comunicato stampa.
«La mostra sarà accompagnata da una serie di appuntamenti, incontri e talk di approfondimento tra gli artisti in mostra e curatori e critici invitati e sarà documentata da una pubblicazione che uscirà a fine anno, ha ricordato l’organizzazione.
«Il progetto per “Capalbio Contemporary Art” anticipa l’inaugurazione prevista per ottobre 2020 di Palazzo agli Arcieri a Grosseto, il nuovo edificio contemporaneo, tecnologico e ad alta sostenibilità energetica progettato e realizzato da Giuseppe Chigiotti, dove sarà presentato un nuovo progetto dell’artista Antonio Barbieri, a cura di Davide Sarchioni», ha anticipato l’organizzazione.
Il curatore, Davide Sarchioni, ci ha raccontato la quarta edizione di “Capalbio Contemporary Art”.
Il progetto “Capalbio Contemporary Art” giunge alla sua quarta edizione, quali sono i suoi obiettivi e come è cambiato nelle varie edizioni?
«Capalbio Contemporary Art è un progetto nato nel 2017 da un’idea che ho sviluppato insieme a Maria Concetta Monaci, presidente dell’Associazione Culturale Il Frantoio, che dai primi anni 2000 è il riferimento per l’arte contemporanea a Capalbio e ha realizzato numerose mostre personali e collettive, con artisti consolidati ed emergenti nel grande spazio omonimo.
Capalbio non è soltanto natura, mare e buon vivere nella pace della campagna maremmana, ma anche vivere il presente in maniera diversa senza sentirsi necessariamente fuori dal mondo.
Partendo dal presupposto che l’arte contemporanea è entrata ormai a far parte del DNA del territorio capalbiese, si è sentita la necessità di un dialogo tra l’Associazione Culturale e il Comune di Capalbio per poter condividere l’arte contemporanea attraverso i canali istituzionali, non solo quelli delle iniziative private.
A Capalbio inoltre si ha la possibilià di presentare artisti e proporre progetti con una libertà diversa rispetto ai circuiti ufficiali delle grandi città, lontani dalle logiche legate alle mode e alle tendenze del mercato».
Che cosa vuole offire Capalbio Contemporary Art in relazione all’arte?
«Capalbio Contemporary Art intende anzitutto offrire visioni inedite sull’arte, cercando sempre di rintracciare un dialogo con il tessuto culturale del territorio.
In ognuna delle tre edizioni precedenti si è lavorato per creare anche un ponte ideale tra le opere esposte e le antiche stanze del “castello”, di Palazzo Collacchioni, sede espositiva prediletta, per aprire una dialettica costante tra passato e presente.
Nella scorsa edizione, quella del 2019, ad esempio, abbiamo invitato giovani artisti di diversa provenienza a realizzare opere e installazioni site-specific per rileggere lo spazio fisico e architettonico del castello individuando approcci e modalità diversi, come si evinceva dal lavoro di Francesca Pasquali o da quello di Virginia Ryan».
L’edizione di quest’anno è dedicata al progetto “Officine Chigiotti”: perché questa scelta e che tipo di progetto è “Officine Chigiotti”?
«Con l’Associazione Culturale Il Frantoio abbiamo deciso di fare un ulteriore passo coinvolgendo e presentando una realtà territorialmente affine, che propone un progetto e una visione dell’arte davvero speciale.
Officine Chigiotti è una sorta di laboratorio per l’arte che Giuseppe Chigiotti, architetto e professore al Politecnico di Milano, ha aperto nei grandi spazi dell’azienda di famiglia nel centro storico di Grosseto. Dal 2017 produce ed espone opere di grandi artisti contemporanei, e lo fa cercando di andare oltre la tradizionale visione del collezionismo e del mecenatismo: Officine Chigiotti si impegna a presentare opere non convenzionali per dimensioni e materiali, spesso difficili da mostrare. Credo che il progetto di Giuseppe Chigiotti costituisca una novità assolutamente interessante da portare all’attenzione del mondo dell’arte».
Come sarà articolato il percorso espositivo?
«Il percorso espositivo è stato formulato basandoci su tre diverse esperienze di Officine Chigiotti: il progetto con Flavio Favelli, l’incontro con l’opera di Mauro Staccioli e la scoperta di Antonio Barbieri. Queste tre fasi hanno consentito agevolmente di dedicare tre degli ambienti di Palazzo Collacchioni ai tre artisti che sono stati o che saranno coinvolti da Officine Chigiotti. In ogni stanza saranno collocate opere già edite insieme ad altre inedite e realizzate per l’occasione che dialogheranno con gli spazi storici del palazzo. Un discorso a parte merita la sala dedicata a Mauro Staccioli, articolata basandosi su due grandi sculture in corten e un video documentario sull’ampia personale tenutasi a Volterra nel 2009, grazie alla collaborazione dell’Archivio Mauro Staccioli».
Il programma di agosto anticipa l’apertura di Palazzo degli Arcieri a Grosseto. In che modo questi eventi si legano?
«Il legante tra questi eventi è rappresentato dalla conoscenza recente avvenuta tra Giuseppe Chigiotti e Antonio Barbieri. L’architetto Chigiotti ha deciso di acquisire un lavoro di Barbieri e di collocarlo in maniera permanente nell’androne della sua nuova costruzione tecnologica e ad alta sostenibilità di prossima inaugurazione: Palazzo agli Arcieri a Grosseto. Successivamente l’Architetto ha deciso di invitare Barbieri come protagonista del prossimo progetto espositivo di Officine Chigiotti previsto per ottobre.
Barbieri aveva già in precedenza presentato i suoi lavori in diverse occasioni presso gli spazi della Galleria del Frantoio a Capalbio e sembra che ad un certo momento le strade sia siano fortunatamente intrecciate. Ma questo racconto appartiene all’ampio bagaglio di storie e di incontri fortunati che soltanto le vicende dell’arte contemporanea sono in grado di restituirci, oggi come in ogni epoca».