A Venezia ultimo giorno oggi, 6 gennaio, per visitare la mostra di Luc Tuymans “La pelle”, mentre Palazzo Grassi – Punta della Dogana ha reso note le tre mostre che saranno aperte al pubblico da marzo fino al 2021:
La mostra sarà realizzata in collaborazione con la Bibliothèque nationale de France (dove sarà presentata nella primavera 2021) e in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson, entrambe con sede a Parigi.
«Il progetto della mostra, ideato e coordinato da Matthieu Humery, mette a confronto lo sguardo di cinque curatori sull’opera di Henri Cartier-Bresson (1908 – 2004), e in particolare sulla “Master Collection”, una selezione di 385 immagini che l’artista ha individuato agli inizi degli anni Settanta, su invito dei suoi amici collezionisti Jean e Dominique de Menil, come le più significative della sua opera.
La fotografa Annie Leibovitz, il regista Wim Wenders, lo scrittore Javier Cercas, la conservatrice e direttrice del dipartimento di Stampe e Fotografia della Bibliothèque nationale de France Sylvie Aubenas, il collezionista François Pinault, sono stati invitati a loro volta a scegliere ciascuno una cinquantina di immagini a partire dalla “Master Collection” originale, della quale esistono cinque esemplari.
Attraverso la loro selezione, ognuno di loro condivide la propria visione personale della fotografia e dell’opera di questo grande artista. Rinnovare e arricchire il nostro sguardo sull’opera di Henri Cartier-Bresson attraverso quello di cinque personalità diverse è la sfida del progetto espositivo», ha anticipato Palazzo Grassi.
«Insieme alla mostra dedicata a Henri Cartier-Bresson, a cui sarà riservato il primo piano espositivo, Palazzo Grassi presenta una monografica dedicata all’artista Youssef Nabil (1972, Il Cairo), dal titolo “Once Upon a Dream” e curata da Matthieu Humery e Jean-Jacques Aillagon.
Realizzate con la tecnica tradizionale egiziana largamente utilizzata per i ritratti fotografici di famiglia e per i manifesti dei film che popolavano le strade de Il Cairo, le fotografie successivamente dipinte a mano da Youssef Nabil restituiscono la suggestione di un Egitto leggendario tra simbolismo e astrazione.
La ricerca dei reperti identitari, le preoccupazioni ideologiche, sociali e politiche del XXI secolo, la malinconia di un passato lontano sono i soggetti che Nabil predilige nella sua ricerca artistica.
L’esposizione intende invitare a un’immersione libera nella carriera dell’artista attraverso sezioni tematiche che riproducono i suoi primi lavori fino alle opere più recenti. Ad arricchire il percorso la produzione video di Nabil con i suoi tre video Arabian Happy Ending, I Saved My Belly Dancer e You Never Left», si legge nel comunicato stampa.
«Punta della Dogana presenta la mostra “Untitled, 2020”, concepita e curata da Caroline Bourgeois, Muna El Fituri e dall’artista Thomas Houseago.
Cinque anni dopo “Slip of the Tongue”, a cura di Danh Vo e Caroline Bourgeois, e presentata nel 2015 a Punta della Dogana, per la seconda volta un artista della Pinault Collection è invitato a portare uno sguardo sulle opere della collezione per concepire un progetto espositivo inedito.
Ideata appositamente per gli spazi di Punta della Dogana, “Untitled, 2020” è suddivisa in sale tematiche che presentano le opere di oltre sessanta artisti, provenienti dalla Pinault Collection, da musei internazionali e collezioni private, con citazioni, ispirazioni e riferimenti tra lavori che spaziano dal Novecento ad oggi, proposte secondo un dialogo basato su connessioni emozionali, sensoriali, visive e tattili.
Spaziando tra diversi media, dalla scultura al video, dalla pittura alla fotografia, le opere esposte si articolano attorno alla ricostruzione dello studio di Houseago nel cuore di Punta della Dogana, all’interno della sala del cubo di Tadao Ando, con un’installazione site-specific. In questa sala l’artista mette inoltre a disposizione dei visitatori la sua biblioteca e le sue fonti d’ispirazione.
Tra gli artisti in mostra Marlene Dumas, Robert Colescott, Saul Fletcher, Llyn Foulkes, Deana Lawson, Paul McCarthy, Arthur Jafa, Joan Jonas, Edward Kienholz, Senga Nengudi e Gilberto Zorio», ha spiegato Punta della Dogana.