«Credo sia necessario mantenere questo percorso per rimanere consistenti nell’offerta culturale che offriamo non solo ai visitatori, ma agli stessi artisti in residenza. È bellissimo partecipare in prima persona alle dinamiche di amicizia, supporto e confronto che avvengono durante i mesi di residenza tra artisti di svariate provenienze, che utilizzano materiali e pratiche varie e, soprattutto, che si trovano a punti diversi della loro carriera. Proprio in questi giorni, ad esempio, ospitiamo Sofie Muller, classe 1974, un’artista belga con alle spalle un’eccellente carriera tra biennali, mostre museali e gallerie in giro per il mondo, e Alan Silvestri, studente fresco dell’Accademia di Urbino, classe 1996. L’unica cosa che accomuna tutti gli artisti, invitati o selezionati, è un’attitudine alla ricerca di novità con la voglia di mettersi in gioco e un’energia positiva che rende il palazzo un luogo in costante evoluzione».
«Il “Degree Show” è nato durante una delle molte visite alle Accademie italiane che ho svolto nel 2019. È impossibile che non ci sia una Scuola o Accademia che organizzi un degree show come si deve, al pari di tante altre Accademie in giro per il mondo. Certamente esistono eventi e mostre che studenti e professori organizzano per presentare le produzioni a fine anno, ma, parlandoci onestamente: nessun curatore, collezionista o gallerista ha interesse ad andarci. E il risultato purtroppo è quello di un saggio di fine anno per studenti e i loro genitori, invece che una prima opportunità per mettersi in gioco lavorativamente. Sono consapevole del fatto che Palazzo Monti non possa risolvere il problema, ma abbiamo gettato questa sfida, ampliando il progetto a livello nazionale e mettendoci in prima linea. È importante offrire a giovani talenti, ancora in fase di studio, la possibilità di realizzare una mostra in un contesto istituzionale con un pubblico dedicato, attivando un dialogo con un luogo speciale, vissuto da altri artisti che qui hanno lasciato tracce e opere. Nel dettaglio: presentare un portfolio ben strutturato; saper scrivere e parlare di se stessi e dei propri lavori; saper interagire con un curatore per la scelta delle opere; iniziare a tessere legami e relazioni con curatori, gallerie e collezionisti.
L’invito è stato mandato a tutte le Scuole e Accademie d’Arte, coinvolgendo studenti dal primo all’ultimo anno. Oltre 100 studenti hanno fatto richiesta, e 17 sono stati selezionati dal Board di Palazzo Monti., ovvero Erin Kim (Direttore a Mana Contemporary), Anne-Claire Morel (Art Collections Manager – Artiq) ed io, con tre ospiti italiani. È fantastico vedere come i vincitori siano così ben distribuiti uniformemente sul territorio nazionale, e lavorino con pittura, scultura, performance e fotografia».
«Di seguito le studentesse e gli studenti vincitori, tutti degli anni Novanta: Clarissa Baldassarri (1994), Ambra Castagnetti (1993), Ludovico Colombo (1998), Stefano De Paolis (1992), Alessandro Di Lorenzo (1997), Giacomo Giannantonio (1998), Andrea Mauti (1999), Jimmy Milani (1995), Viola Morini (1997), Andrea Noviello (1996), Simon Pellegrini (1997), Roby Picchi (1996), Cristina Pozzan (995), Samuel Rosi (1995), Giovanni Rossi (1996), Alan Silvestri (1996), Orsola Zane (1997)».
«Ci riconosciamo pienamente in questa definizione. L’obiettivo per i prossimi anni è quello di continuare a ospitare artisti affermati in parallelo a giovani talenti, così da poter mantenere attivo questo scambio di esperienze e conoscenze. Pensiamo di ridurre leggermente il numero degli artisti ospitati, semplicemente per poter dedicare più tempo e risorse ai singoli residenti. Infine, è importante continuare a tessere e coltivare le nostre relazioni internazionali, che da anni abbiamo con istituzioni, gallerie e musei, così da poter contribuire al Sistema Italiano in supporto ai talenti italiani e a tutta la comunità di Palazzo Monti».
«Il 18 ottobre aprirà a Mana Contemporary a New York ‘Transatlantico’, la prima retrospettiva che vede crescere il nostro viaggio curatoriale all’interno di un centro culturale internazionale. La mostra vuole onorare gli oltre 150 artisti che sono stati ospitati e accolti da ogni angolo del mondo, rispecchiando questo spirito di inclusività all’interno di una comunità creativa globale.
Seguirà il 31 ottobre la mostra ‘Complesso della Mummia’, progetto curatoriale di Matteo Pollini coi lavori di Gabriele Beveridge, Paul Chapellier, Gabriella Hirst, Oliver Laric e Giusy Pirrotta.
Completeremo il programma del 2020 con una mostra a dicembre che presenti tutti gli artisti italiani ospitati da maggio: Thomas Braida, Valerio Nicolai, Linda Carrara, Leonardo Pellicanò, Ambra Castagnetti, Ludovica Anversa, Giulio Scalisi, Alan Silvestri, Roberto Patella, Francesco Cima, Roberto Picchi, Andrea Bocca e Giuseppe di Liberto.
Le residenze ospitano già da settembre artisti internazionali, come appunto Sofie Muller».
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