È immediata. È rappresentativa
Marilena Saraceno: «Io e Peppe ci conosciamo da anni, è presente nella mia collezione e quando il sogno di aprire una galleria è diventato concreto ci siamo subito scelti per contribuire a realizzarlo. Le opere di Peppe le ho acquistate negli anni in diverse gallerie ma la vera folgorazione e la mia proposta di partire subito con una collaborazione c’è stata con la visita del suo studio che rappresenta a mio avviso la sintesi della sua espressione artistica. Le sue opere sono la cristallizzazione di quanto presente in natura, è come se una bacchetta magica avesse immobilizzato le papere che nuotano nello stagno in compagnia dei pesci o i rospi in cui ci si imbatte. Posso tranquillamente asserire che questa visita ha corroborato ancora di più la mia scelta di intraprendere questa nuova avventura perché ho avuto una percezione chiara e concreta del potere immaginifico dell’arte che colora i rospi, immobilizza le papere e fa schiudere uova. Ed è per questo che ho voluto imprigionare in un susseguirsi di immagini il processo di creazione delle opere presenti in galleria di cui darò ampio risalto nelle mie pagine social».
Marilena Saraceno: «Peppe è da sempre fedele alla sua cifra stilistica; il background è rappresentato sempre da personaggi che lo rendono facilmente riconoscibile, ovviamente la diversità è rappresentata dalla scelta del colore, dalla forma, dalla combinazione con elementi del nostro quotidiano come la papera finita in pentola».
Marilena Saraceno: «Il titolo scelto, da un lato vuole imprimere da subito il ritmo della mostra, che è un omaggio a un mondo pop, ludico, immediato, dall’altro è il tentativo scaramantico di sortire l’effetto contrario a quanto il brocardo afferma e di far galleggiare la papera e le opere tutte in questo periodo buio che ha contraddistinto il nostro mondo, incluso quello dell’arte. La mostra, tra uova che si schiudono, papere finite in pentola, pesci che se ne stanno appesi come panni ad asciugare, rospi multicolor che incedono in fila indiana imperturbabili portando sulle spalle a spasso i loro piccoli prova con immagini semplici, presenti nel nostro quotidiano, a immergere lo spettatore in un percorso di fantasia e paradosso e vorrebbe sortire l’effetto di far sentire ognuno di noi un po’ come Alice nel paese delle meraviglie aspettandosi di imbattersi da un momento all’altro nel Cappellaio matto che realizzi i sogni che ogni bambino che è in noi continua a coltivare.
Gioco, ironia, semplicità, paradosso queso il fil rouge della mostra e è inutile stare a interrogarsi sul cosa l’immagine voglia rappresentare; torna in mente la frase di Rauschenberg “non voglio un quadro che sembri qualcosa che non è, voglio che sembri qualcosa che è”».
Peppe Perone: «In questa mostra ripercorro alcuni segni che mi hanno distinto nel percorso creativo con elementi e visioni nuove. Innanzitutto esprimo con ironia il luogo dove vivo. Le oche, insieme alla natura, si fondono continuamente per sottolineare lo stato in cui la nostra società vive. Credo che la semplicità e l’ironia siano elementi per sorridere, per stupire e per far stare bene le persone. È sempre difficile affrontare temi importanti con semplicità e leggerezza anche quelli più duri».
Marilena Saraceno: «Per i prossimi mesi di sicuro preparare il piano editoriale del 2022 ma soprattutto studiare, conoscere, approfondire, ricercare. Questo è il bello dell’arte e della cultura in generale sentirsi sempre inadeguati rispetto alle infinite possibilità in cui ci si può imbattere».
Peppe Perone: «Progetti nuovi? C’è sempre qualcosa che bolle in pentola (per restare in tema)!».
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