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‘Playlist’: la proposta alternativa di Arte Fiera. Intervista a Simone Menegoi
Opening
di Silvia Conta
Arte Fiera si presente puntuale a gennaio, dal 21 al 24 gennaio 2021: ha scelto di non riprogrammare quest’edizione in altre date e di confrontarsi con la situazione contingente attraverso PLAYLIST. Visioni trasversali sull’arte, una proposta alternativa e sperimentale alle fiera online come abbiamo imparato a conoscerle nei mesi scorsi.
PLAYLIST, ha spiegato la Arte Fiera, «è un’iniziativa digitale basata sull’idea di “selezione a cura di”. Generalmente, la parola “playlist” indica una sequenza di brani musicali compilata da un DJ o un musicista; in questo caso è stata usata per indicare un formato molto diffuso nella cultura contemporanea, quello della “lista dei preferiti”, in cui il motivo di interesse è tanto il contenuto proposto, quanto il personaggio che lo propone».
PLAYLIST si articolerà in cinque sezioni: In mostra, In sala, In libreria, In conversazione, In galleria, che saranno tutte accessibili gratuitamente e senza registrazione sul sito della fiera.
Simone Menegoi, Direttore artistico di Arte Fiera, ci ha raccontato come è nato questo articolato progetto e i percorsi che attiva.
Intervista a Simone Menegoi
Negli ultimi mesi le fiere online sono diventate un grande ambito di sperimentazione, soprattutto con la creazione di modalità virtuali per la “visita”, come le viewing room. Che cosa ne pensa? Quale è, secondo Lei, il valore di una fiera online?
«Ho visitato le prime fiere online con molta curiosità e interesse. Man mano che questo formato si è diffuso, di pari passo con la cancellazione di una fiera fisica dopo l’altra, questo interesse è rapidamente diminuito; non solo per il venir meno della novità, ma perché si faceva sempre più grande, e frustrante, il divario fra l’esperienza fisica delle opere, degli stand, dei padiglioni fieristici, e l’infilata di fotografie viste a schermo. Le fiere online sono un rimedio giustificabile, ma molto limitato e debole, all’assenza di quelle fisiche. Mi sembra che anche molti galleristi abbiano la stessa percezione».
Arte Fiera ha operato una scelta di campo completamente diversa da questo trend generale, puntando sulla dimensione più culturale. Come è stata accolta questa proposta e quali sono i principali obiettivi? Che messaggio volete lanciare?
«Come ho già detto, avvertivamo una diffusa stanchezza nei confronti del formato stesso della fiera online. Abbiamo allora deciso di puntare sul cosiddetto public programme, l’offerta culturale della fiera, adattandola al nuovo contesto digitale e ampliandola.
I talk (a cura di Flash Art) torneranno in formato video, ma ci sarà anche un programma di film sull’arte in streaming (a cura di Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna); il bookshop di Librerie Corraini diventerà una serie di podcast in cui lettori d’eccezione segnalano libri legati all’arte; la commissione, che facciamo da due anni, di una nuova opera a un artista italiano mid-career è diventata una mostra online in cui l’artista designato per il 2021, Stefano Arienti, esplora la collezione permanente del MAMbo.
Il messaggio è implicito ma chiarissimo: in attesa di poter fare di nuovo una fiera in presenza, preferiamo battere una via diversa da quella della fiera online».
Non ci saranno viewing room e simili, ma l’attenzione alle gallerie si è trasformata in un progetto di lunga durata, iniziato già nelle prime fasi della pandemia. Che riscontri state avendo e come proseguirà il progetto?
«Le gallerie non sono escluse dal progetto, anzi, occupano una posizione di primo piano. Ma lo fanno con le mostre allestite nei loro spazi fisici (in corso, appena trascorse o a venire), illustrate attraverso una scelta di immagini e un estratto del comunicato stampa. Un’iniziativa puntata esclusivamente sugli spazi delle gallerie, dunque, per sottolineare l’importanza di questo “museo diffuso” e invitare i visitatori del sito a visitarlo. Si tratta di un’edizione speciale della rubrica digitale “In galleria” che avevamo lanciato a marzo 2020 in risposta al primo lockdown.
Non sappiamo ancora se il progetto proseguirà, ma mi sembra che sia stato apprezzato, sia la prima edizione che quella che stiamo per varare. Prova ne sia la presenza in quest’ultima di alcune gallerie prestigiose – da Tucci Russo a Lia Rumma, da Massimo Minini a Giò Marconi – che hanno aderito su invito del Comitato di selezione».
Arte Fiera ha un legame molto forte con il territorio bolognese. In che modo lo avete coinvolto quest’anno?
«Essenzialmente, attraverso il coinvolgimento di due protagonisti della scena culturale bolognese: il MAMbo e la Cineteca Comunale, il primo con l’iniziativa che vede Arienti vestire i panni di curatore ed esplorare la collezione permanente del museo, la seconda con il bel programma di film documentari sull’arte selezionati per noi da Gian Luca Farinelli, il Direttore della Cineteca – un programma che, in soli quattro titoli, spazia dall’arte contemporanea iraniana alla street art, sempre conservando un legame, diretto o indiretto, con l’Italia».
Veniamo al pubblico: le vostre proposte sono dedicate a un pubblico trasversale, non solo agli addetti ai lavori, sono gratuite e con accesso libero, senza necessità di registrazione. Che pubblico vi aspettate, in generale? Pensate che le iniziative online possano essere un modo per intercettare nuove fasce di pubblico o nuovi soggetti che nel 2022 si avvicineranno alla fiera in presenza?
«Vorremmo innanzitutto coinvolgere il pubblico tradizionale di Arte Fiera, che è vasto e appunto trasversale, composto solo in parte da addetti ai lavori. PLAYLIST è un modo per tenerci in contatto con questo pubblico, per colmare il vuoto di un gennaio senza il consueto evento bolognese, per dargli appuntamento al 2022. E poi ci piacerebbe naturalmente intercettare anche altre nicchie di pubblico, interessate ai contenuti specifici dell’iniziativa, che si tratti di libri o di film o di dibattiti.
Diventeranno, dopo questo primo approccio, visitatori di Arte Fiera nel 2022? Non lo so, ma è lecito sperarlo».
Che cosa pensa, più in generale, in merito alla situazione di arte e cultura in questi mesi? Quali sono le urgenza principali?
«Siamo in apnea da così tanti mesi, ormai… Temo per l’impatto economico di questo lungo periodo di inattività e mancanza di lavoro su una miriade di professionisti legati all’attività dei musei e delle gallerie, così come dei teatri, dei cinema, di tutti i luoghi in cui si crea e si diffonde arte. Sono, è bene ricordarlo, non solo luoghi di fruizione, ma anche luoghi di lavoro. La salute viene per prima, ma la tutela del lavoro e del reddito deve tutelare anche queste persone e questi luoghi».
PLAYLIST: le proposte
• In mostra
Zig zag fra le opere in compagnia di Stefano Arienti
In collaborazione con Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Dal 2019, a ogni edizione, Arte Fiera commissiona a un affermato artista italiano una nuova creazione di grandi dimensioni, che viene presentata in anteprima negli spazi fieristici. Per l’edizione del 2021 era stato scelto Stefano Arienti, che aveva immaginato un progetto per i padiglioni della fiera. In discussione con l’artista, e in collaborazione con Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, un nuovo progetto disponibile sul sito di Arte Fiera, introdotta dall’artista stesso, in cui sono protagoniste le opere della collezione del museo, associate in modo inedito e ludico.
• In sala
Visioni d’arte a 360°
In collaborazione con Fondazione Cineteca di Bologna
«Con un archivio di oltre 70mila titoli e un laboratorio di restauro tra i più importanti d’Europa, la Fondazione Cineteca di Bologna non è solo un’eccellenza italiana, ma internazionale. Per Arte Fiera è perciò un onore poterla annoverare fra i partner di PLAYLIST. Ogni giorno dell’iniziativa, Gian Luca Farinelli (Direttore della Fondazione Cineteca di Bologna) proporrà agli amici di Arte Fiera un lungometraggio in streaming, visibile gratuitamente negli orari indicati». I titoli scelti hanno a che fare con l’arte e rientrano nella categoria del documentario. Qui la selezione completa.
• In libreria
Letture on demand
In collaborazione con Corraini Editore
«Negli ultimi anni, il bookshop di Arte Fiera è stato curato da Librerie Corraini, progetto di un editore dal vasto catalogo (non solo di libri, ma anche di multipli) e con il gusto per tutto ciò che stimola l’intelligenza. Che cosa vi piacerebbe vedere nel bookshop di Corraini? Che titoli proporreste ad altri lettori, ugualmente appassionati d’arte?» Queste domande sono state rivolte ad otto lettori d’eccezione legati a vario titolo al mondo dell’arte e ciascuno di loro ha consigliato (e introdotto con un file audio) cinque titoli di varie tipologie, creando una selezione di «quaranta libri che, nel loro insieme, costituiscono una biblioteca d’arte singolare ed eterodossa. […] Il pubblico la scoprirà nel corso di quattro giorni, due playlist librarie al giorno. Corraini, in dialogo con i selettori, si incaricherà di rendere disponibili sul proprio sito tutti i libri scelti».
• In conversazione
Dialoghi a distanza
In collaborazione con Flash Art
«Nell’ambito di PLAYLIST il programma di talk che Flash Art cura da due anni per Arte Fiera si trasforma in un palinsesto di video che testimoniano conversazioni avvenute a distanza [a causa della pandemia, ndr] fra i loro partecipanti; non solo critici d’arte ma anche – nello spirito trasversale di PLAYLIST – attori della cultura contemporanea in generale. Le conversazioni si concentrano su alcuni temi venuti alla ribalta nell’anno appena trascorso e, a partire da questi, si interrogano su scenari futuri». Tra i temi anche il lascito intellettuale di Germano Celant.
• In galleria
Una vetrina digitale per le gallerie
«Nel marzo dell’anno scorso, come reazione al primo lockdown, Arte Fiera aveva lanciato un’iniziativa digitale chiamata In galleria: ogni settimana, sei espositori dell’edizione 2020 erano stati invitati a presentare sul sito della fiera, attraverso una selezione di immagini e un breve testo introduttivo, la mostra allestita nei loro spazi. Era un modo per tenere viva l’attenzione sul programma delle gallerie in un momento in cui le loro sedi erano inaccessibili al pubblico.
Nel contesto di PLAYLIST, In galleria ritorna in una versione speciale e unica: tutti gli espositori del 2020 sono stati chiamati a presentare contemporaneamente sul sito di Arte Fiera la loro mostra in corso, oppure l’ultima allestita, oppure ancora quella che stanno per inaugurare. Non è in alcun modo una fiera online; è un’iniziativa concentrata esclusivamente sulla programmazione delle gallerie nelle loro sedi. Si potrebbe pensarla come una “vetrina digitale” per ampliare la visibilità delle mostre, dopo un anno in cui, a causa della mobilità ridotta – o dell’impossibilità di spostarsi tout court – questa visibilità è stata drasticamente limitata. Dato il carattere inclusivo e “di servizio” dell’iniziativa, agli espositori di Arte Fiera 2020 si sono aggiunte per l’occasione una ventina di gallerie italiane (o straniere con una sede in Italia) invitate dal Comitato di Selezione di Arte Fiera. Da parte di Arte Fiera, è un modo di sottolineare la fondamentale importanza del lavoro delle gallerie, e di proseguire il dialogo con loro in attesa dell’edizione del 2022».
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