Per chi è residente a Bologna e hinterland, ma anche per i turisti di passaggio e i frequentatori occasionali, l’ora “x” è fissata per le 18. Nel distretto di Bologna “Manifattura delle Arti”, un triangolo che, per sommi capi, è inscritto tra Porta Lame, piazza dei Martiri e via Riva di Reno. Un perimetro di poco meno di due chilometri che abbraccia il Mambo, la Cineteca, l’Università. Ma non solo. Anche gallerie private e spazi no-profit. Stiamo parlando di CAR DRDE, P420, GALLLERIAPIÙ e LOCALEDUE. Che oggi in concomitanza, come ormai da tradizione, inaugurano le rispettive mostre di apertura della nuova stagione espositiva. Quattro realtà sicuramente eterogenee, non sovrapponibili, ma complementari. Che fanno intelligentemente sistema. Uniscono le forze per catalizzare l’attenzione di un pubblico più ampio. Che con una comoda passeggiata, passando da uno spazio all’altro, potrà immergersi in una galassia di mondi paralleli. Tra orizzonti poetici, percorsi multisensoriali, ironiche provocazioni, scandagli dell’inconscio individuale decisamente “hot”.
Partiamo da CAR DRDE che propone “You touched me”, la seconda personale di Angiola Gatti (Torino, 1960) negli spazi della galleria. La mostra pone a confronto due corpus di opere differenti.
I noti lavori eseguiti con penna biro su tela, di grandi dimensioni, maglie vibranti di segni e trame, di incroci e ritorni, di grovigli indistinti di diversa densità. Accanto a fotografie che ritraggono un assemblaggio multiforme di piccoli pezzi di vetro che, nei diversi scatti, lasciano decadere il carattere effimero dell’atto scultoreo per disegnare incroci di linee e dare vita a forme geometriche irregolari, originate tra i diversi gradi di opacità che si offrono all’osservatore. Come le due parti di un insieme, in cui convivono tonalità calde e fredde, pittura e fotografia concorrono così alla creazione di un orizzonte poetico che induce a volgere l’attenzione oltre la fissità del dettaglio, alla ricerca delle molteplici, e imprevedibili, direzioni che il tempo e lo spazio assumono in queste opere.
Proseguendo per P420, anche qui attende i visitatori il ritorno di un’artista per il suo “bis”. È Milan Grygar (Zvolen, Slovacchia, 1926) che, a partire dalla metà degli anni Sessanta, ha sviluppato una ricerca la cui premessa è l’indissolubilità di due sensi che l’arte occidentale ha spesso considerato separatamente, la vista e l’udito. L’artista espone oggi opere recenti, tra cui tele anche di grandi dimensioni della serie “Antifone” e acquerelli su carta. In una dualità ancora una volta continuamente in bilico tra uno spazio visivo e uno sonoro. Le tele, che affrontano il rapporto tra suono e colore nell’alternanza tra armonioso e non armonioso, sono spesso dittici con composizioni geometriche minime o monocromi che innescano tra loro un’intensa relazione spaziale.
LOCALEDUE presenta invece “La Lunga Strada di Sabbia”, una project exhibition con opere di Marco Casella, Luca Coclite, Mimì Enna, Melania Fusco, Stefania Galegati Shines a cura di Pleasant Journeys into Faraway Lands, un progetto di ricerca curatoriale e piattaforma transdisciplinare. In questo spazio no-profit è possibile passare in rassegna video e materiali documentativi che esplorano l’immaginario visivo dell’industria turistica e le sue infrastrutture all’interno della penisola italiana, indagata come simbolo e mezzo per il progresso economico e culturale, che unisce letteralmente il Mezzogiorno con il resto del paese e dell’Europa.
Il percorso si conclude da GALLLERIAPIÙ. Ma, in questo caso, l’accesso non è per tutti. Perché, per i contenuti espliciti presenti, la visione di parte della mostra è consigliata esclusivamente a un pubblico adulto. Stiamo parlando, infatti, di “Submarine Society”, la prima personale in Italia dell’artista statunitense Ann Hirsch (1985) dedita alla ricerca, spesso condita da umorismo dark e dolorosamente sincera, sulla sessualità, la psicologia e l’impatto di entrambe sulla società. La mostra è introdotta da una serie di disegni colorati a matita su carta, parte della recente serie intitolata Iceberg. Ispirata alla nota citazione di Freud «la mente è come un iceberg, solo un settimo della sua superficie emerge dall’acqua», in ogni disegno viene presentato allo spettatore un immaginario, allo stesso tempo comico e inquietante, che rappresenta le ansie e le voglie inconsce dell’artista. Ma la Hirsch, in questa occasione, presenta anche un sua nuova serie di video Hard Cuts. E qui arriviamo alla zona proibita. Ogni video è, infatti, il risultato di ore di ricerca sulle varie categorie pornografiche quali “teen” o “anal”, fruibili attraverso siti internet. Per individuare, in ciascuna categoria, una tendenza rivelatrice, vengono prodotte dall’artista – per ognuna di queste tendenze – clip in “supercuts” e, conseguentemente, una nuova colonna sonora per svelare i diversi livelli di significato che ha identificato nella sua indagine. Lo scopo è di cercare di comprendere i significati più profondi della sessualità umana (o anche di questioni sociali più ampie) che proprio l’osceno spesso riesce a portare alla luce. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Luca Coclite, Imaginary Holydays (2014). Still da video, 5’00’’. Courtesy RAMDOM e Progetto GAP
In home: Angiola Gatti, Senza titolo (2017). Courtesy CAR DRDE
INFO
ANGIOLA GATTI. You touched me
dal 23 settembre al 11 novembre 2017
CAR DRDE
via Azzo Gardino 14/a, Bologna
office@cardrde – www.cardrde.com
Milan Grygar. Antifona
dal 23 settembre al 11 novembre 2017
P420
Via Azzo Gardino 9, Bologna
info@p420.it – www.p420.it
Alterazioni Video, Marco Casella, Luca Coclite, Mimì Enna, Melania Fusco, Stefania Galegati Shines, Maria Domenica Rapicavoli. La lunga strada di sabbia
dal 23 settembre al 14 ottobre 2017
LOCALEDUE
via Azzo Gardino 12c, Bologna
www.localedue.it – localedue@gmail.com
Hann Hirsch. Submarine Society
dal 23 settembre al 11 novembre 2017
GALLLERIAPIÙ
via del Porto 48 a/b, Bologna
www.gallleriapiu.com – info@gallleriapiu.com