Categorie: Opening

Le Arti Orafe: a Firenze al via Preziosa Young

di - 24 Ottobre 2020

A Firenze, dal 29 ottobre, alla Galleria di Palazzo Coveri sul Lungarno, la prima tappa della mostra dei vincitori del concorso Preziosa Young, concorso indetto da LAO Le Arti Orafe Jewellery School che vede per l’edizione 2020 vede protagoniste Chia-Hsien Lin, Rachael Colley, Dongyi Wu, Marie Masson, Elwy Schutten, Jess Tolbert e Zihan Yang, sette giovani orafe emergenti «selezionate da una giuria internazionale per le loro capacità inventive nei materiali utilizzati, nelle tecniche impiegate, nella proposta di concetti e design innovativi.
Visitabile a Firenze fino all’8 novembre, la mostra sarà poi ospitata nel mese di gennaio a Barcellona dalla Hanna Gallery, a febbraio a Berlino dall’Atelier Martina Dempf e successivamente dall’Oratorio di San Rocco a Padova», ha spiegato l’organizzazione.

Il concorso Preziosa Young «dal 2008 è una competizione internazionale per promuovere le giovani generazioni e incentivarne la creatività. Le sette artiste protagoniste di questa grande mostra itinerante concorrono inoltre per l’assegnazione di due premi speciali messi in palio dalla scuola: un soggiorno a Firenze di tre mesi in veste di “artista residente” offerto da LAO, durante il quale la vincitrice si impegna a creare una collezione che sarà presentata in occasione della mostra Preziosa Young 2021 a Firenze, e uno spazio espositivo gratuito alla fiera di Monaco Inhorgenta2021», ha proseguito LAO.

Preziosa Young si sarebbe dovuta svolgere lo scorso maggio durante la Florence Jewellery Week, cancellata a causa della pandemia: «Il complesso programma di mostre, incontri, seminari e workshop della Florence Jewellery Week 2020 non ha potuto avere luogo ma siamo riusciti a mantenere la mostra dei giovani artisti selezionati per il concorso Preziosa Young 2020 e, nonostante le numerose difficoltà, a coinvolgere diverse realtà espositive per dare il giusto risalto internazionale a queste eccezionali e originali creazioni”,  ha dichiarato il curatore Giò Carbone.

D.H. IV., Brooch, 2019, courtesy l’artista e LAO

Giò Carbone, fondatore e Direttore artistico di LAO, ci ha raccontato Preziosa Young 2020

Come si colloca Preziosa Young rispetto al lavoro di Le Arti Orafe e al percorso offerto ai suoi studenti?

«Preziosa è uno dei progetti coordinati da LAO Le Arti Orafe Jewellery School, che ha avviato i suoi progetti espositivi nel 2000. Preziosa Young è stato avviato nel 2008.
L’intento generale di Preziosa è di diffondere la cultura del gioiello oltre i confini e il territorio dell’oreficeria tradizionale o commerciale, in primo luogo fornendo uno strumento di conoscenza e di critica ai nostri studenti.
La finalità del concorso Young è di contribuire a dare visibilità alle nuove leve della ricerca artistica nell’ambito del gioiello.
Negli anni qualcuno dei nostri ex studenti ha partecipato al concorso, qualche volta anche con successo, ma il nostro fine non è questo: si tratta di progetti paralleli, che si nutrono l’uno dell’altro, e questa osmosi funziona molto bene. Gli studenti sono coinvolti nelle nostre manifestazioni, partecipano ai dibattiti, visitano le mostre, assistono alle conferenze, incontrano artisti, galleristi, critici e hanno l’opportunità di scambiare idee e fare nuove amicizie che possono anche evolversi in future collaborazioni professionali: è questo quello che ci piace fare».

Quali sono le principali caratteristiche dell’edizione 2020 e chi sono le protagoniste?

«Al concorso partecipano giovani artisti, non studenti/studentesse. Gli studenti sono esclusi dal concorso, perché vogliamo che il livello di partecipazione sia alto.
I sette vincitori questo anno sono tutte giovani artiste donne con diversi percorsi culturali e diverse provenienze geografiche: in parte dall’Europa, e poi da USA, Cina e Taiwan.
Ognuna delle artiste selezionate ha una sua peculiarità, una sua specificità, e ognuna ha presentato un progetto dal quale si evince l’originalità e la qualità della ricerca alla quale sta lavorando, così come il concorso prevede.
Alice Rendon che mi ha affiancato questo anno per la curatela del catalogo, ha individuato tre tematiche, tre fili conduttori sotto i quali si possono riunire le sette artiste selezionate.
La prima sezione è quella del Gioiello Psicologico, con i lavori di Chia-Hsien Lin, Dongyi Wu e Zihan Yang; la seconda sezione vede i Gioielli Ibridi, di Elwy Schutten e Marie Masson, mentre il terzo gruppo raccoglie sotto il titolo di Gioiello Etico i lavori di Rachael Colley e Jess Tolbert.
Le artiste selezionate interpretano in modo impeccabile le tendenze e il modo di sentire del mondo contemporaneo».

Come avete costruito il network internazionale in cui si svolgerà Preziosa Young 2020, che dopo Firenze sarà a Barcellona e Berlino per poi rientrare in Italia, a Padova?

«LAO ha sempre avuto una fittissima rete di relazioni internazionali, a tutti i livelli, con aziende, gallerie, scuole e università, gallerie, istituzioni pubbliche e private: non è mai stato difficile individuare gallerie disposte a ospitare le nostre mostre. Quest’anno abbiamo avuto qualche difficoltà dovuta alla generale confusione e alla impossibilità di programmare con certezza eventi e incontri, a causa dell’epidemia Covid-19. In ogni caso noi e gli artisti siamo felici di far circolare la mostra in altri due paesi europei, e non è detto che nei mesi prossimi qualche altra destinazione non lasci cadere le riserve: incrociamo le dita».

Tired2, Brooch, 2019, courtesy l’artista e LAO

Chi sono le vincitrici di Preziosa Young 2020

Le sette vincitrici dell’edizione 2020 sono state selezionate tra 147 iscrizioni pervenute da tutto il mondo da una giuria composta da curatori, artisti e critici del gioiello: Giovanni Corvaja, Eugenia Gadaleta, Kazumi Nagano, Cóilín O’Dubhghaill, Renzo Pasquale, Carla Riccoboni, Sam Tho Duong.

Qui le sette protagoniste raccontate da LAO:

Elwy Schutten

«È una giovane designer di gioielli olandese, formatasi in Jewellery design alla Maastricht Academy of Fine Arts & Design. I suoi lavori sono stati già protagonisti di diverse mostre e nel 2019 ha ricevuto il prestigioso Talente Prize. Nelle sue opere indossabili si interroga sul concetto di identità e su come esso venga espresso e interferisca con l’ornamento e l’abbigliamento».

Elwy Schutten, Mask or groups?, courtesy l’artista e LAO

Chia-Hsien Lin

«È una giovane designer di gioielli di Taiwan, da poco laureata alla Birmingham City University. Il suo progetto Smelling Memories studia la speciale connessione che si stabilisce tra gli odori e i ricordi che essi sono in grado di rievocare».

Chia-Hsien Lin, Smelling Memories, Wearable Jewellery, 2019, courtesy l’artista e LAO

Zihan Yang

«È una designer di gioielli proveniente dalla Cina. Ha studiato alla Northwestern Polytechnical University di Xi’an, con un Master in Gioielleria e Belle Arti al Savannah College of Art and Design negli Stati Uniti. Con le sue complicate costruzioni in argento e oro, Yang ci invita a tuffarci nella profondità più oscure della psiche umana».

Zihan Yang, D.H. IV., Ring, 2019, courtesy l’artista e LAO

Marie Masson

«È una designer francese di gioielli contemporanei e ha conseguito un Master alla National Arts and Design School di Limoges. Combinando le tecniche di pelletteria, gioielleria e plumasserie, Masson rivisita i codici dell’ornamento, fondendo liberamente i diversi linguaggi delle arti decorative».

Marie Masson, Male coquetry, Brooch, 2019, courtesy l’artista e LAO

Jess Tolbert

«È una designer di gioielli statunitense. Ha studiato Storia dell’arte a Firenze per poi specializzarsi in Arte e Oreficeria alla Texas State University, conseguendo infine un Master alla University of Illinois. Nella sua ricerca ricicla graffette realizzate industrialmente per fabbricare raffinati gioielli fatti a mano».

Jess Tolbert,Necklace, 2019, courtesy l’artista e LAO

Rachael Colley

«È una giovane designer di gioielli inglese. Ha studiato Design 3D, Argenteria e Gioielleria, laureandosi alla Loughborough University nel Regno Unito, con un Master in Oreficeria, Argenteria, Lavorazione dei metalli e Gioielleria al Royal College of Art di Londra. La serie “Sha-green” presenta i rifiuti alimentari sotto forma di scorze di agrumi scartate, biodegradabili, come alternativa vegana all’omonimo shagreen, impiegato nell’industria del lusso. Questo materiale profumato prende vita quando è indossato: riscaldato dal corpo, esso emette una sottile fragranza fruttata».

Rachael Colley, Sha-green, 2019, courtesy l’artista e LAO

Dongyi Wu

«È una designer di gioielli cinese, formatasi al Beijing Institute of Fashion Technology e al Rochester Institute of Technology.
Le piace descriversi come una storyteller e raccontare le proprie esperienze attraverso i suoi ingombranti ornamenti, utilizzando diversi tipi di materiali, nuovi e alternativi».

Dongyi Wu,Tyred 1, Necklace, 2019, courtesy l’artista e LAO

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