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A Grosseto al Polo Culturale Le Clarisse domani, 22 maggio, aprirà al pubblico l’antologica dedicata a Primo Conti (1900, Firenze – 1988, Fiesole) “Le variabili del colore” che, ideata da Carlo Sisi e curata da Anna Mazzanti e Susanna Ragionieri, presenta opere provenienti dalle collezioni della Fondazione Primo Conti e dalla Fondazione CR Firenze. La mostra sarà visitabile fino al 5 settembre 2021.
Mauro Papa, Direttore Polo Culturale Le Clarisse, nella lunga intervista qui sotto ci ha raccontato la mostra, il perché della sua realizzazione proprio in questo luogo e la progettualità generale dell’istituzione.
Intervista a Mauro Papa, Direttore Polo Culturale Le Clarisse
Come è nato il progetto espositivo “Primo Conti. Le variabili del colore”?
«È nato da un progetto più generale che si chiama “Il lavoro culturale” ed è ispirato all’omonimo pamphlet in cui Luciano Bianciardi, il più importante scrittore grossetano del Novecento, nel 1957 scriveva: «La provincia, culturalmente, è la vera novità, l’avventura da tentare». Questo “mito della provincia” anticipava quegli aneliti di socializzazione della creatività che, dopo il 1968, diventarono impegno civile soprattutto in manifestazioni artistiche organizzate nella provincia d’Italia, come Parole sui muri a Fiumalbo (1967) o Volterra 1973. Ecco, partendo da questo spunto ci siamo chiesti cosa rimane, oggi, del mito della provincia come serbatoio di nuove e spontanee forze di rinnovamento, e guardando al passato abbiamo notato che non solo Primo Conti frequentò la provincia maremmana tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento facendo ritratti e mostre, ma sua figlia Maria Gloria – che abbiamo invitato a partecipare a un evento collaterale alla mostra – negli anni Settanta portò in Maremma, a Follonica, l’esperienza innovativa di art/tapes/22, laboratorio internazionale di video arte».
Che cosa vedremo in mostra?
«La mostra, curata da Anna Mazzanti e Susanna Ragionieri, presenta capolavori provenienti dalle collezioni della Fondazione Primo Conti e dalla Fondazione CR Firenze. Tra gli altri, Uomo col fiasco (1915), Darsena di Viareggio (1915) e i dipinti futuristi La cocomeraia (1917) e Strada di paese (1918). Ma anche dipinti più recenti con analoghi aneliti sperimentali – apprezzati anche da Rauschenberg in visita a Firenze nel 1976 – come Grande nudo di foglie del 1971 e Risveglio del 1984».
Come questa mostra si inserisce nella programmazione del Polo Culturale Le Clarisse?
«Il Polo Le Clarisse – allestito nei locali di un ex convento del Seicento – è formato principalmente da due istituti: il Museo Collezione Gianfranco Luzzetti, che presenta capolavori d’arte antica (tra cui opere di Antonio Rossellino, Giambologna, Santi di Tito, Cigoli, Rutilio Manetti, Passignano, Corrado Giaquinto e Spadarino), e Clarisse Arte, uno spazio espositivo vocato al contemporaneo che comprende una biblioteca specializzata in arte locale, un archivio degli artisti locali, una mediateca e un deposito di opere selezionate dalle collezioni d’arte pubbliche del territorio (con opere di Guttuso, Festa, Maccari, Schifano, Spoerri, Bendini, Bentivoglio, Fioroni, Nanni e Patella). La mostra dedicata a Primo Conti è allestita negli spazi di Clarisse Arte e inaugura una collaborazione con Fondazione CR Firenze che porterà ogni anno a Grosseto, grazie all’ideazione del Prof. Carlo Sisi, una mostra di opere prestate, in parte, dalla prestigiosa collezione d’arte della fondazione fiorentina».
Qual è, più ampiamente, la mission del Polo Culturale Le Clarisse? Che legame ha con il territorio e a che programmazione si dedica, in generale?
«Il Polo Le Clarisse, oltre a gestire il catalogo di tutte le opere d’arte del Comune di Grosseto, si occupa di arte pubblica organizzando mostre di sculture nelle piazze del centro storico (ad esempio nel 2020 Alberto Inglesi e nel 2021 Sauro Cavallini), eventi di street art (come il Festival Trame / serrande d’artista organizzato insieme all’associazione CLAN) e residenze d’arte (Fuori!). Dal 2008 ogni anno, sempre per favorire il coinvolgimento della comunità, tramite bandi aperti a tutti i cittadini organizziamo una manifestazione d’arte e animazione culturale urbana chiamata La Città Visibile, funzionale a rendere visibile l’energia espressiva della città. Inoltre ogni anno promuoviamo corsi di sensibilizzazione all’arte contemporanea, al cinema, alla fotografia e ad altre discipline artistiche.
Per quanto riguarda la programmazione delle mostre, l’obiettivo è quello di pianificare cicli di esposizioni economicamente “sostenibili” ma dal grande impatto. Ad esempio ogni anno, in autunno, ci faremo prestare un capolavoro dalla collezione fiorentina del noto antiquario Gianfranco Luzzetti (nel 2020 abbiamo esposto un tondo di Botticelli e bottega) e in primavera allestiremo la mostra concordata con la Fondazione CR Firenze».
Quale sarà, a grandi linee, il programma per i prossimi mesi?
«In concomitanza con la mostra di Primo Conti ospiteremo, in collaborazione con il Polo Aldi di Saturnia, una rassegna storica sul paesaggio della Maremma. A settembre, nel contesto di Città Visibile e in collaborazione con Artex Toscana, dedicheremo una grande esposizione all’artigianato artistico d’eccellenza. A ottobre ci sarà la mostra di un’opera antica di Luzzetti (un Giovanni Bellini o un Pinturicchio) e, alla fine dell’anno, cercheremo di far partire il progetto Studi d’Arte – finalizzato a inserire nell’orto del Dipartimento di Salute Mentale (DSM) dell’ASL 9 alcune installazioni d’arte – e il secondo appuntamento del ciclo di mostre Aprire il fuoco / L’arte contemporanea riflette e trasfigura la storia della città realizzato in collaborazione con il MAAM Museo Archeologico e d’Arte della Maremma di Grosseto». (SC)