Se il silenzio ha voce

“Nella vita, come nell’arte, è difficile dire qualcosa che sia altrettanto efficace del silenzio”. Queste le parole del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, fatte proprie dalle nuove generazioni di artisti. Dal pittore argentino Guillermo Kuitca, con le sue gallerie di teatri vuoti della presenza umana, all’artista libanese Mona Hatoum, autore nel 1994 di “Silence”, l’elogio ai silenzi del vuoto, dell’incertezza, con quella sua culla di fragili tubi di vetro e senza la tavola di fondo. 

Più che sull’atto di negazione forse proprio sul confine tra presenza e assenza, suono e taciturnità, astratto e concreto, che vanno ricercate le forme del silenzio, come dimostra il progetto al via da oggi a Roma, nella video gallery del MAXXI. Dove è possibile rintracciare la stretta relazione che esso intrattiene con la corporeità e la materia organica. Il silenzio, fisico e mentale, è infatti assoluto protagonista di “SILENCE and RITUALS”, la rassegna video ideata da Beatrice Bulgari per In Between Art Film, a cura di Paola Ugolini, che costituisce il nuovo appuntamento di “ARTAPES” il programma di proiezioni del museo della capitale.

La rassegna comprende i lavori di nove artisti internazionali Sigalit Landau, Masbedo, Hans Op de Beeck, Adrian Paci, Vanessa Beecroft, Regina Josè Galindo, Janis Rafa, Mircea Cantor, Democracia, di cui vengono proiettati lavori prodotti tra il 2011 e il 2017, scelti per rappresentare quella magica sospensione di suono e di tempo che precede e accompagna le cerimonie e i riti, sia laici che religiosi. Dove il silenzio assume un significato positivo, superiore a quello della parola, e si propone come meta estrema della tensione conoscitiva dell’uomo.

In homepage: Masbedo, Madame Pinin, 2017, single channel video HD, loop, mute

In alto: Democracia, Ser y Durar, 2011, Video, color, sound, 18 min 39 sec Courtesy In Between Art Film