Nato a Fritzlar (Hessen) in Germania nel 1957, dopo aver studiato all’Accademia di Amburgo come allievo dello scultore minimalista tedesco Ulrich Rückriem, nei primi anni Ottanta Stephan Balkenhol, in contrapposizione alle tendenze aniconiche e concettuali distintive della sua formazione, inizia un percorso artistico originale e solitario dedicandosi alla scultura figurativa lignea. Armato di martello e scalpello, inizia a plasmare le sue figure da un unico blocco di legno, lasciandovi ben visibili le tracce degli utensili, i nodi, le crepe. E illuminandole con il colore. Una tecnica, insomma, tradizionale che esalta l’aspetto squisitamente materico della scultura. La riconoscibilità dell’immagine raffigurata da questo artista non corrisponde, tuttavia, necessariamente all’espressione della manifestazione del reale. La dimensione intimista delle sue sculture, a tratti carica di enigmi, sembrano racchiuderne infatti il mistero, assumere i connotati di un codice mentale che colloca l’esperienza dell’immagine in un mondo che si distacca dalla realtà , per ri-creare uno spazio altro. Uno spazio saturo di ricordi, aneddoti, apparentemente cristallizzati nel tempo, in corpi di figure maschili e femminili intagliati e dipinti con tinte monocrome e intense. Contribuendo, così, a restituire tutta la dignità e la complessità dell’individuo contemporaneo, unitamente a un’immediatezza e istantaneità comunicativa che è tipica dei nostri attuali linguaggi più avanzati.
La ricerca plastica di Stephan Balkenhol si colloca in un alveo di ricerca ancora minoritario, certamente, ma autorevole nell’ecosistema dell’arte contemporanea italiana ed europea, capace di riscuotere crescente interesse e attenzione da parte della critica, dei musei e del collezionismo, sia pubblico sia privato. Proprio come i nostrani maestri ladini dell’arte dell’intaglio, protagonisti della recente mostra “Legno. Un itinerario nella scultura contemporanea” presso la Galleria Civica di Trento, da oltre tre anni annessa al Mart di Trento e Rovereto. Dove è andata in scena una galleria di sculture antropomorfe che, come nell’opera di Balkenhol, propongono un’interpretazione dell’attuale specie umana che avrebbe fatto impallidire, in un colpo, sia Darwin che Freud. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto e in home: Stephan Balkenhol, Untitled, 2017. Collage, 21 x 29.5 cm
Info
Opening: ore 18.30
STEPHAN BALKENHOL
dal 30 novembre 2017 al 27 gennaio 2018
Monica De Cardenas
via Francesco Viganò 4, Milano
orari: da martedì a venerdì, 10.00-13.00 / 15.00-19.00; sabato 12.00-19.00
tel. 02 2901 0068 – www.monicadecardenas.com