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‘Sunbathing in the mud’: Simon Laureyns alla A+B Gallery, Brescia
Opening
di Silvia Conta
Alla A+B Gallery, a Brescia, apre oggi, 13 marzo, “Sunbathing in the Mud”, la terza personale di Simon Laureyns (1979, Ghent) in galleria, che presenta per la prima volta al pubblico una nuova serie di opere a parete, tridimensionali e di grandi dimensioni, allestite con una stretta relazione con le caratteristiche architettoniche dello spazio espositivo.
«La nuova serie di lavori nasce dalla pratica in studio e dalla riflessione sui Shelter Painting, opere esposte nel 2018 in galleria, e nel 2019 dalla Galerie Jerome Pauchant di Parigi. Le opere nascono dalla manipolazione del tessuto delle tende da campeggio usate e recuperate dall’artista in funzione delle loro caratteristiche cromatiche e di usura», ha spiegato la galleria.
Sarà possibile visitare la mostra oggi dalle 15 alle 19 e su appuntamento, con prenotazione obbligatoria all’indirizzo gallery@aplusb.it.
Le parole di Dario Bonetta, gallerista
Che cosa vedremo in mostra e come queste opere si collocano nella ricerca dell’artista?
«”Sunbathing in the mud” è una mostra in cui il tempo d’osservazione viene messo al centro dell’esperienza di mostra. Simon Laureyns ci invita a sostituirsi a lui, in studio, dopo che le opere sono nate e stanno sedimentando nella mente e alla vista dell’artista. In questo frangente il tempo è scandito da numerosi e differenti stati d’animo, pensieri e considerazioni. Le opere in oggetto, comunque inedite, sono il frutto della ricerca degli ultimi due anni, quindi una serie che per la prima volta viene esposta fisicamente in un luogo dopo un paio di viewing room, quella di Art Brussels e artissima 2020. La nuova serie sintetizza perfettamente quanto negli ultimi anni Laureyns ha sviluppato in termini di immagini e atteggiamenti nei confronti della sua materia principale: la città e ciò che regola e produce la sua complessità».
L’allestimento della mostra prevede un approccio che stimola l’incontro tra osservatore e opera, aspetto a cui la A+B Gallery ha sempre riservato molta attenzione e che ora trova più possibilità di sperimentazione grazie agli spazi della nuova sede della galleria. In questa mostra otto sedie hanno il ruolo di “attivatori” di questo incontro. Puoi spiegarci in che senso?
«Il nuovo spazio della galleria permette agli artisti di risolvere le mostre in modo più articolato. La presenza di due sale divise da un setto separa, ma allo stesso tempo suggerisce al primo sguardo d’ingresso quanto avviene in mostra. Questa è la direzione che ha voluto dare Laureyns all’esperienza di “Sunbathing in the mud”, estremizzando il gioco di nascondimento. Quando si entra in galleria le sedie sembrano protagoniste, ci “guardano” e ci invitano a sedersi. La loro leggerezza è voluta, ognuno può spostarle e mettersi nello spazio nella migliore delle posizioni, esattamente come l’artista fa in studio».
L’approccio di Simon Laureyns si colloca al confine tra arte, design e moda. Recentemente l’artista ha realizzato un’importante collaborazione a Parigi. Di che cosa si è trattato?
«Laureyns ha guardato alle discipline del progetto in vario modo, che sia design, architettura oppure moda. In particolare il suo sguardo si concentra nel momento in cui queste discipline entrano in contatto con la vita del sistema urbano, come per le sculture Memory Lane e la serie Shelter Painting. Da quando ha iniziato a manipolare il tessuto delle tende trasformando porzioni in volumi tridimensionali il suo lavoro ha raggiunto una dimensione anche installativa, per questo motivo The Broken Arm di Parigi ha scelto il suo lavoro per la campagna di lancio dell’edizione speciale di Salomon Outpro Matrix che si è tradotto poi in una installazione direttamente in negozio».
“Sunbathing in the mud” è la terza personale di Laureyns in galleria. Come si inserisce la sua indagine nella ricerca di A+B Gallery?
«Si tratta di una mostra che presenta per la quarta volta una direzione inedita della ricerca di Laureyns. La galleria è nuovamente il luogo in cui si registra in modo puntuale quella che accade nello studio dell’artista. Come le altre volte anche questa nuova serie verrà poi presentata in altri progetti in gallerie europee. Simon Laureys è un artista che fa emergere un aspetto che interessa anche altri artisti della galleria, cioè quello di utilizzare la pittura come sottotraccia che attiva processi di coinvolgimento di diverse discipline e ha come riferimento la visione che l’artista trae dall’esperienza nel mondo. Ogni volta che entro nello studio di Laureyns mi trovo di fronte a qualcosa di spiazzante perchè è qualcosa di consueto, ma che non è mai emerso».
Quali saranno i prossimi progetti che vedremo in galleria o a cui la galleria partecipa?
«Primo appuntamento Art Bussels Week, quindici giorni a fine aprile di Viewing Room su Artsy in cui si presenta la mostra “Sunbathing in the mud” di Laureyns, poi da maggio a fine anno le personali in galleria di Marco La Rosa, Nazzarena Poli Maramotti, Marco Neri e Tobias Hoffknecht. La personale a luglio alla Pescheria di Davide Mancini Zanchi, che vede finalmente la pubblicazione del suo catalogo. Poi si spera nella riapertura della stagione delle fiere, ma sarà da verificare nel corso dei prossimi mesi, non mi sembra sia scontato».