A Milano oggi, 10 maggio, dalle 14 alle 16, l’Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck torna ad accogliere il pubblico con “Project Room #4“, affidata all’artista georgiana per la prima volta in un’istituzione italiana Tatjana Giorgadse (1987, Kutaissi, Georgia), che presenta un progetto a cura di Irene Belfi.
Il nuovo intervento succede a quelli realizzati nel 2019 da Alessandro Roma, Giulio Squillaccitti e Andrea Kvas.
Tatjana Giorgadse – ha spiegato l’Archivio Atelier – «si è lasciata suggestionare per mesi dai dipinti e dagli schizzi di gioielli realizzati da Pharaildis Van den Broeck nel primo decennio del 2000 e sotto la loro influenza ha dato forma ad alcuni oggetti che si possono definire a pieno titolo opere d’arte indossabili. […] Grazie al contributo curatoriale di Irene Belfi, gallerista e studiosa di Storia del Gioiello Contemporaneo, la “Project Room #4” diventa un momento di approfondimento del rapporto tra due linguaggi apparentemente diversi come la pittura e la gioielleria artistica: un focus per ritrovare il nesso tra le due discipline e un loro significato all’interno di uno spaccato della cultura visiva contemporanea».
In mostra anche Fertiger, «un video realizzato dall’artista, che per la prima volta si accosta a questo mezzo espressivo, mentre dei performer indosseranno alcuni oggetti da lei realizzati, ricreando nell’archivio il legame simbiotico con le opere di Pharaildis Van den Broeck che hanno orientato la loro creazione» e «in occasione di “Project Room #4” sarà pubblicato il quarto numero del poster-pieghevole a cura di Emiliano Biondelli, una pubblicazione autonoma e complementare alla Project Room», ha proseguito l’Archivio Atelier.
«Collaboro con Tatjana da diversi anni per la mia attività da gallerista e curatrice. Ho sempre trovato il suo lavoro incredibilmente emotivo, forte e magico e, quando sono stata invitata a curare la Project Room #4 all’interno dell’Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck, ho pensato immediatamente a lei. Il processo è stato molto spontaneo. Le abbiamo fornito immagini delle opere e disegni di Pharaildis e con naturalezza ha lasciato che le sue mani dessero forma ai bellissimi gioielli/sculture che abbiamo poi installato in atelier. Tatjana mi ha scritto all’inizio del progetto «Voglio respirare attraverso i miei occhi la pittura nel mio mondo… Il processo è ciò che mi interessa. Provvisoriamente. E che possa lasciare aperta la possibilità al dubbio e al cambiamento. Quale sia il legame che il soggetto crea nella mia mente e che poi viene trasferito nelle mie mani mi è, forse, tutt’altro che chiaro. Lo spazio intellettuale, lo spazio del pensiero, aprirà e chiuderà il cerchio in interazione con i miei pezzi e con i lavori e l’atelier di Pharaildis».».
«La bellezza del lavoro di Tatjana risiede nella magia della combinazione dei materiali, un approccio che a volte è brutale ma elegante allo stesso tempo. Non pone limiti alla sua immaginazione, si lascia trasportare dalle sensazioni che la attraversano e come un alchimista, le trasforma in gioielli/sculture. Lavora liberamente senza pensare al valore comunemente inteso dei materiali, pietre preziose sono abbinate a legno, ferro e plastica e forme ancestrali diventano sculture indossabili dall’estro poetico. Amo particolarmente l’attenzione che ripone a ogni lato del gioiello, il retro di ogni orecchino e spilla, nonostante siano nascosti all’occhio di chi non li indossa, sono trattati con la stessa cura e passione e a volte nascondono piccoli particolari che rendono il gioiello ancora più magico».
«Credo che la connessione tra le due sia stata immediata, due anime molto simili, istintive, un po’ fuori dal comune e con una necessità di esprimersi attraverso l’arte che è più forte del potere della parola. Non si sono mai conosciute ovviamente, ma la poesia che si è creata nell’interazione delle loro opere lascia a bocca aperta. La spilla in agata che studia la stratificazione della cipolla o quella che in movimento ricorda i serpenti spesso presenti nei dipinti di Pharaildis. Tatjana ha anche approcciato per la prima volta il medium del video, creando un racconto di immagini e suoni che raccoglie tutte le sensazioni da lei percepite durante l’esplorazione del mondo di Phara. Noi lo abbiamo amato!».
A Milano nasce la Fondazione Emilio Scanavino, per celebrare un maestro del Novecento: si inaugura con una mostra che racconta…
Gli Uffizi di Firenze hanno acquisito per 450mila euro uno dei capolavori del grande Salvator Rosa, a rischio di disperdersi…
Il calendario del 2025 si apre nel segno dell’arte con IFA - Italian Fine Art e BAF - Bergamo Arte…
Jonathan Calugi, Ray Oranges e Alberto Casagrande sono gli artisti italiani di public art a cui Plenitude ha affidato la…
Al Museo del Tesoro di San Gennaro di Napoli, Giulia Piscitelli intreccia simboli religiosi e personali, per interrogare il senso…
Fino al 4 maggio le sale museali di Palazzo Bisaccioni accolgono la mostra La Libera Maniera: arte astratta e informale…