A Milano sorge un centro di ricerca specializzato nella ceramica contemporanea. Sono le Officine Saffi, guidate da Laura Borghi. Il progetto comprende la galleria, che organizza e promuove mostre personali e collettive di artisti contemporanei e maestri del passato, il laboratorio dove sono organizzati corsi e workshop, le residenze d’artista e la casa editrice, che pubblica anche una rivista trimestrale La Ceramica in Italia e nel mondo. Infine, completa il progetto, il concorso biennale “Open to Art”, dedicato alla ceramica contemporanea d’arte e di design.
Questo “incipit” per l’Opening odierno potrebbe sembrare uno spot, ma lo scopo è altro. Mi consente, infatti, di parlare di una realtà privata impegnata nella promozione e, perché no, commercializzazione della ceramica contemporanea. Attività benemerita e preziosa in un paese come il nostro che, se da un lato è stato nei secoli tra i massimi produttori di ceramiche (maioliche, terracotte, terraglie, porcellane, ecc.) per qualità e quantità, dall’altro ha commesso il torto di classificarle meramente come “arti minori” o “decorative” oppure “applicate”. Trascurando l’originalità, la genialità, la complessità di numerosi manufatti. Che, tra l’altro, hanno sempre richiesto competenze, saperi superiori ad altri linguaggi. La ceramica coniuga, infatti, la scultura con la pittura e conoscenze tecnico-scientifiche complesse (dalla scelta dei materiali alle tecniche di cottura). E, poi, chi potrebbe a buon diritto ritenere dei pittori di maioliche come Niccolò Pellipario (Urbania, 1480-forse Urbino 1540-47) o Mastro Giorgio alias Giorgio Andreoli (Intra 1465 ca.-Gubbio 1553 ca.) minori di qualsiasi altro pittore o scultore della loro epoca? Nessuno che abbia conoscenza della storia dell’arte e che, magari, abbia fatto visita per esempio a quello scrigno di capolavori che è il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza.
Fortunatamente, ai giorni nostri, il linguaggio artistico della ceramica, tra i più antichi se non il più antico, continua a coinvolgere e ad appassionare numerosi artisti contemporanei, contribuendo così al suo riscatto definitivo. È il caso del bravo Salvatore Arancio (Catania, 1974), che abbiamo visto anche in quest’ultima edizione della Biennale di Venezia. È il caso del versatile Ugo La Pietra (Bussi sul Tirino, Pescara, 1938) che troviamo oggi protagonista della mostra che si inaugura alle Officine Saffi con i suoi buccheri, esito formale della pluriennale collaborazione con Giovanni Mengoni. Si tratta, pertanto, della fusione della visionarietà dell’artista con il pensiero logico del designer e l’abilità dell’artigiano. È proprio il bucchero il cuore di questa esposizione meneghina, un materiale antico (è un particolare tipo di ceramica uniformemente nera utilizzata dalla civiltà etrusca dal VII secolo a.C. alla prima metà del V secolo a.C.), ma capace di interpretare efficacemente una visione contemporanea, come quella di Ugo La Pietra. Provare per credere. (Cesare Biasini Selvaggi)
INFO
Opening: ore 18.30-21.00
Ugo La Pietra. UNA FORZA INTERIORE
dal 15 novembre al 22 dicembre 2017
Officine Saffi
via A. Saffi 7, Milano
orari: dal lunedì al venerdì, 10-13, 14-18.30; sabato 11-18; domenica su appuntamento
www.officinesaffi.com – tel. 02 36 68 56 96