A Mantova da domani, 12 settembre, “Venere. Natura, ombra e bellezza” a cura di Claudia Cieri Via, apre la terza tappa del progetto espositivo “Venere divina. Armonia sulla terra” prodotto da Fondazione Palazzo Te (fino al 12 dicembre).
«Una mostra che si avvale di un comitato scientifico composto da Stefano Baia Curioni, Francesca Cappelletti, Claudia Cieri Via e Stefano L’Occaso, e che attraverso importanti prestiti internazionali – dalla Biblioteca Apostolica Vaticana al Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid alle Gallerie degli Uffizi di Firenze all’Akademie der bildenden Künste di Vienna e molti altri – è un’occasione unica per esplorare i diversi volti della dea che hanno popolato l’arte europea e italiana del Cinquecento, mostrandone le luci e le ombre, il fulgore e il furore, e ripercorrendo immaginari e rappresentazioni capaci di esercitare il loro fascino fino ai giorni nostri» ha spiegato l’istituzione.
«Nell’ambito delle manifestazioni progettate dalla Fondazione Palazzo Te dedicate al mito di Venere a partire dalla primavera del 2021, questa mostra conclude il percorso che ci ha portato a ragionare intorno a questa divinità archetipica, mettendone a fuoco i suoi diversi aspetti: dalle origini classiche del mito alle sopravvivenze nella cultura, nella letteratura mitografica e poetica e nelle immagini fino all’età moderna. Venere, tradizionalmente dea dell’amore e della bellezza secondo il Giudizio di Paride è una divinità ancestrale e polimorfa. Venere risponde al canone della Bellezza classica, rappresentato dalla Afrodite Anadiomene che esce dalle acque, dalla Venere Naturale che incede nei giardini fioriti come immagine della Primavera, della rinascita e della rigenerazione che ha dato vita a tutte le manifestazioni del programma espositivo che hanno avuto luogo a Palazzo Te nel corso dell’anno. Infatti Venere trova la sua più naturale collocazione in questo magnifico Palazzo, progettato da Giulio Romano su committenza di Federico II Gonzaga, una dimora immersa nella Natura sull’isola del Tejeto ai margini di Mantova, un luogo di otia, nell’accezione rinascimentale, in contrapposizione ai negotia, luogo di piacere e di riflessione intellettuale.
Venere è anche protagonista delle favole mitologiche che la vedono sposa dell’anziano Vulcano, rapita da una passione erotica con Marte, in un coinvolgimento amoroso, fino alla morte, con Adone, prestando le sue sembianze anche ad altre figure del mito antico e dando luogo a travestimenti e ad interpretazioni complesse che animano anche le decorazioni di Palazzo Te, come emerge dal libro “Venere a Palazzo Te”, il progetto che ha avviato l’anno 2021 dedicato a Venere, pubblicato dalla Fondazione Palazzo Te (Tre Lune, 2021).
Ma Venere, madre di Cupido nella mitologia antica è anche soggetta alla variabilità delle occasioni declinando il suo potere in termini ora naturalistici ora erotici, ma anche legati all’inganno, alla magia e alla stregoneria che troveranno espressione nella letteratura e nelle immagini fra Cinquecento e Seicento. La mostra “Venere. Natura, ombra e bellezza” intende mettere a fuoco un progetto volto agli aspetti anche contraddittori di Venere attraverso una selezione di opere: sculture, monete antiche, manoscritti, libri a stampa e dipinti volti a far luce sui diversi aspetti della Divinità e intrecciando la tradizione classica e le sue sopravvivenze nel Cinquecento e nel primo Seicento evidenziando anche i rapporti e le diversità fra la cultura artistica italiana e la cultura nordeuropea».
«Il progetto “Venere divina. Armonia sulla terra” è di grande interesse perché si configura in maniera molto innovativa nel panorama degli studi sulla figura di Venere, legata generalmente alla bellezza, alla nudità e all’armonia della divinità mitologica generalmente focalizzati sulla produzione artistica figurativa dell’Antichità oppure del Rinascimento e del barocco. Il progetto della Fondazione Palazzo Te invece ha scelto una impostazione trasversale di individuazione dei modelli antichi come modelli poliedrici e polimorfi che attraversano l’età classica per sopravvivere con continuità e variazioni fino alla modernità , cogliendo la polarità della figura di Venere fra armonia e disarmonia nei diversi contesti storici e culturali».
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