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Venezia, gli opening di oggi
Opening
di Silvia Conta
In una Venezia presa d’assalto per le celebrazioni dell’apertura ufficiale del Carnevale, inaugurano oggi le personali di Hernan Bas “Venetian Blind” alla Galleria Victoria Miro e di Antonio Rovaldi “So many things in the air!” alla Galleria Michela Rizzo, mentre prosegue la terza edizione di “Set Up!” a Punta della Dogana con la sua seconda e ultima giornata e si chiude la mostra “The collection of Mister X, the man who lived 500 years” alla Galleria Alberta Pane.
Victoria Miro
Hernan Bas
“Venetian Blind”
Fino al 14 marzo 2020
Opening: 8 febbraio, dalle 17.30
Nella sede veneziana di Victoria Miro inaugura oggi “Venetian Blind”, la sesta personale di Hernan Bas (1978, Miami) in galleria, che qualcuno ricorderà in laguna anche per la presenza del suo lavoro in “The Collectors”, il Padiglione dei Paesi Nordici e il Padiglione Danese concepito da Elmgreen & Dragset per la Biennale di Venezia del 2009.
Il titolo della mostra fa riferimento alla «tenda veneziana (Venetian Blind) che si ritiene abbia avuto origine in Persia e sia poi stata resa famosa dai mercanti veneziani nel Settecento», che qui simboleggia la storia di Venezia omaggiata dall’artista con vari lavori in mostra, dai dipinti a diverse opere su carta.
Nella selezione di opere esposte emerge la fascinazione di Hernan Bas «per gli spazi e i momenti di transizione», aspetto della sua ricerca che lo ha portato a entrare nelle collezioni, per citarne solo alcune, del Brooklyn Museum of Art, del Whitney Museum of American Art di New York; l’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, DC e molti altri.
“Venetian Blind” «comprende un paravento decorativo e diverse opere su carta di grandi dimensioni, intreccia
linee di indagine tipicamente espansive intorno a temi quali intimità, lutto e l’isolamento, e i legami fisici,
emotivi e simbolici tra vivi e morti.
Il suo caposaldo, tanto concettuale quanto fisico, è A Private Morning (2020), un paravento pieghevole con un lato rivestito utilizzando un classico tessuto moiré nero: un motivo prodotto fin dal Medioevo, ma divenuto popolare con la regina Vittoria durante il suo “lutto eterno”, dopo la morte del principe Alberto. Sostituendo la parola “mourning” (lutto) con “morning” (mattina), Bas invita lo spettatore a osservare un momento di intimità contemporaneo, forse un periodo di isolamento, come talvolta viene definito il lutto, a cui si fa riferimento nel lato dipinto del paravento. Questo mostra infatti una figura maschile sola con indosso una maglietta nera e circondata da fiori che, in vari stadi di decadenza, rimandano a loro raffigurazioni simboliche in storici dipinti di nature morte e memento mori».
Galleria Michela Rizzo
Antonio Rovaldi
“So many things in the air!”
Fino al 23 marzo
Opening: 8 febbraio, alle 12.00
“So many things in the air!” è la seconda personale di Antonio Rovaldi (1975, Parma) negli spazi della Galleria Michela Rizzo.
«La mostra è concepita come un percorso a tappe che segue la gestazione dell’ultimo libro di Rovaldi dedicato ai margini di NYC, lungo le linee di un volto di una città meno conosciuta, più selvatica e nascosta, come suggerisce il titolo stesso del libro: The Sound of the Woodpecker Bill: New York City», ha spiegato la galleria.
«Il titolo della mostra è preso in prestito dal primo verso della poesia Three Airs del poeta e critico d’arte americano Frank O’ Hara, dalla raccolta Lunch Poems (1953-1964) dedicata alla città di New York, al camminare come pratica associativa, ai suoi ritmi e ai colori della città. Questo primo verso si traduce in un neon azzurro su una parete della galleria, una conversazione fulminea – come un’improvvisa visione durante una camminata – con l’autore della poesia: “Yes Frank, so many things in the air!”. Il neon illumina la stanza dove, da due casse stereo, una voce ripete le soste di una lunga camminata intorno ai margini di New York declamando nomi di luoghi, strade, ore del giorno, alternandosi e sovrapponendosi a campi sonori registrati tra il 2016 e il 2018 dallo stesso Rovaldi. Five Walk. NYC è anche il frutto della collaborazione tra Antonio Rovaldi e il Sound Designer Tommaso Zerbini. L’installazione è composta da cinque capitoli – quanti sono i boroughs della città – ed è un flusso costante di voci e geografie sonore», si legge nel comunicato stampa.
Nel percorso espositivo si incontrano cicli fotografici realizzati tra il 2018 e il 2019, alcuni interventi scultorei posti in dialogo con le fotografie e, all’ultimo piano, l’installazione video The Rest of The Images, nato collaborazione tra Rovaldi e la regista Federica Ravera.
Set Up!
Music and performing arts at Punta della Dogana
Punta della Dogana
8 febbraio: Marco Scipione, MK, Moor Mother, Omar Souleyman, Samà
Dalle 20.00 alle 2.00
Secondo e ultimo giorno (qui il programma di oggi) per la terza edizione di Set Up!, «il format site-specific dedicato alle arti performative ideato da Palazzo Grassi in collaborazione con Enrico Bettinello che torna a Punta della Dogana investendone gli spazi con musica, danza e performance». Nella serata di oggi gliartisti Marco Scipione (Italia), MK (Italia), Moor Mother (Stati Uniti), Omar Souleyman (Siria) e Samà (Palestina).
«Nella stretta finestra temporale che si estende tra il disallestimento di “Luogo e Segni” e l’avvio dei lavori per accogliere le opere di “Untitled, 2020”, nuova collettiva a cura di Caroline Bourgeois, Muna El Fituri e Thomas Houseago che inaugurerà il 22 marzo 2020, lo spazio espositivo si dispone, eccezionalmente, ad accogliere performance coreografiche e musicali.
Artisti internazionali di generazioni, ispirazioni e influenze culturali differenti si alterneranno tra le navate e all’interno del cubo di Punta della Dogana, offrendo al pubblico prospettive inedite sugli spazi di questo straordinario complesso architettonico. Un’esperienza altamente immersiva in cui le barriere tra artista e osservatore tendono ad assottigliarsi, nella scoperta delle sonorità contemporanee e delle più attuali ricerche sul movimento», ha spiegato Palazzo Grassi – Punta della Dogana.
8 febbraio: ultimo giorno della mostra “The collection of Mister X, the man who lived 500 years”, a cura di Joana P. R. Neves, con lavori di Gabriela Albergaria, Kiluanji Kia Henda, Nicolás Robbio, João Vilhena
13 febbraio, alle 18.00: Presentazione di Mediterraneo, catalogo monografico sul lavoro di Romina De Novellis, con Elisabetta Barisoni, responsabile di Ca’ Pesaro – Fondazione Musei Civici di Venezia
Mente oggi è l’ultimo giorno per visitare la collettiva “The collection of Mister X, the man who lived 500 years”, a cura di Joana P. R. Neves con lavori di Gabriela Albergaria, Kiluanji Kia Henda, Nicolás Robbio, João Vilhena, il 13 febbraio la galleria presenterà il catalogo Mediterraneo, la prima monografia dedicata alla ricerca di Romina De Novellis, attraverso un talk con Elisabetta Barisoni, responsabile di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Fondazione Musei Civici di Venezia.
Sarà il primo di una serie di incontri per presentare al pubblico la serie di monografie dedicate agli artisti con cui lavora la galleria e realizzate in collaborazione con lo studio grafico Multiplo di Padova.
La serie di monografie, iniziata prima del 2017 e di cui fanno parte volumi sul lavoro di Luciana Lamothe, Marie Lelouche e João Vilhena, sta per andare in stampa anche Quadrant Field, la monografia di Marcos Lutyens, edita grazie al sostegno alla pubblicazione del CNAP – Centre National des Arts Plastiques di Parigi.