L’opera d’arte contemporanea, travolgendo ogni confine di genere, si è appropriata di nuovi strumenti espressivi, figli dell’epoca elettronica, in un interscambio attivo con sistemi di pensiero e di cultura diversi, in modo particolare con quelli scientifici. Consapevoli che il mondo cambia quando si scoprono nuovi linguaggi, gli artisti del XX/XXI secolo hanno avviato un rivoluzionario morphing dell’icona estetica codificata dalla tradizione, sconfinando in una vera e propria ricerca di natura epistemologica. L’odierna figura dell’artista-tecnologo rappresenta l’esito di una proficua esperienza transculturale che si snoda nei secoli, dal sincretismo tra arte-scienza del Rinascimento, all’indagine della relazione uomo-macchina elettromeccanica, nell’ambito di una scienza pre-einsteiniana, compiuta dagli esponenti di alcune avanguardie storiche del XX secolo, come dadaismo e futurismo; dal lavoro nel contesto di una scienza relativistica, svolto da gruppi come quelli T e N dell’arte programmata negli anni Sessanta del Novecento, all’attuale ibridazione arte-scienza nelle condizioni inedite costituite dalle tecnologie “immateriali” dell’informazione.
In questo alveo di ricerca si colloca l’opera di Keith Sonnier (Mamou, Louisiana, 1941), di cui è ricostruito il percorso dalle prime opere storiche del 1968 ai lavori più recenti negli spazi milanesi della Galleria Fumagalli. Attende il pubblico una selezione di sculture dell’artista realizzate in vari periodi della sua carriera, dalle prime serie di fine anni ’60 come Lit Circle Series (1968), Neon Wrapping Incandescent Series (1970) e Sel Series (1978-2003), fino a quelle più recenti, tra le quali Chandelier Series (2006), Portal Series (2015) e Floating Grid Series (2017). Questa magistrale ricostruzione storica avrà, inoltre, un contraltare editoriale nella pubblicazione di un volume dedicato all’opera di Keith Sonnier.
L’artista americano è tra i primi e più significativi rappresentati di una generazione di artisti che ha dato avvio a un percorso di ricerca radicale in scultura. Dalla fine degli anni ’60 si è dedicato, infatti, a operazioni che si accostavano alla scultura in termini dissacranti e che meglio si possono definire con il termine di “assemblage”, con materiali industriali ed effimeri che vanno dal lattice al raso, dagli objets trouvés ai trasmettitori e ai video. Nel 1968 Sonnier realizza le prime sculture a parete utilizzando la luce a incandescenza, neon e trasformatori, e prosegue nei decenni, coerentemente, intrecciando linee, archi e curve di luce e colore che interagiscono con lo spazio circostante con configurazioni geometriche e organiche per dare nuova forma alla luce e nuovo significato ai materiali. Giocando sia con la percezione visiva dello spettatore sia con le leggi fisiche della luce. Per un’arte data dall’incontro tra lo spazio e la luce, pertanto, che sono reali e trascendentali allo stesso tempo. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto e in homepage: Keith Sonnier | ph: Caterina Verde, Courtesy Galleria Fumagalli
INFO
KEITH SONNIER. Light Works, 1968 to 2017
dal 28 settembre al 19 dicembre 2018
GALLERIA FUMAGALLI
via Bonaventura Cavalieri 6, Milano
dal martedì al sabato, dalle 11 alle 19
t. +39 02 36799285 | galleriafumagalli.com