Di Cristiano De Gaetano ci siamo occupati spesso, in ultimo in occasione della sua mostra alla Fondazione Pascali di Polignano. Come il grande Pino anche De Gaetano era pugliese, e come l’autore dei 32 metri quadrati di mare circa e della Vedova Blu ha vissuto un’esistenza brevissima dalla ricca ricerca.
Diploma all’Accademia di Belle Arti di Bari, fotografo, scenografo ed operatore video, narratore di storie legate all’identità personale, alla memoria e al ricordo “che tende a esorbitare dai suoi confini e ad assumere i contorni di un intero mondo figurativo e simbolico”, come scrive Christian Caliandro, oggi a Torino De Gaetano tornerà in scena come terzo protagonista del progetto “Opera Viva Barriera di Milano”, progetto site specific per la rotonda di piazza Bottini a cura di Caliandro e dell’artista Alessandro Bulgini come “prequel” della fiera Flashback.
Sul billboard di 3 metri per 6 metri da oggi, appunto, sarà affissa l’opera Ice Age, che fa parte di una serie del 2007 realizzata dall’artista tarantino: non solo un’ispirazione alla canzone dei Joy Division, ma una “fotografia” del mondo in cui viviamo: oscuro, sommerso, struggente, gelido.
Un realismo pessimista e un romanticismo cosmico e tragico: “L’età del ghiaccio De Gaetano l’ha intravista e catturata prima degli altri, insieme a pochissimi; l’età del ghiaccio è arrivata, è questa”, scrive ancora il curatore.
Un universo grigio-blu da brividi, non solo per via del freddo. Uno specchio posto di fronte a quelle aree urbane roventi, non solo per colpa dell’estate, che apre un mondo parallelo come spesso lo sono le periferie, avvolte nell’età del ghiaccio, come le nostre vite di replicanti. (MB)