Tra le frasi più celebri di quella donna straordinaria, capace di rivoluzionare il mondo della fisica e della chimica, che risponde al nome di Marie Curie, ce ne è una che fa proprio al caso nostro: «Sono tra coloro – scrisse un giorno la grande scienziata – che pensano che la scienza abbia una grande Bellezza. Uno scienziato nel suo laboratorio non è solo un tecnico: è anche un bambino messo di fronte a fenomeni naturali che lo affascinano come una favola».
Oggi la nostra rubrica, infatti, ci porta alla ricerca della grande Bellezza. Quella della scienza. Dalle ultime ricerche sulla robotica e sull’intelligenza artificiale provenienti dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, fino alle tecnologie che conservano tutti i dati della Terra, ai mezzi di trasporto più avveniristici, eppure prossimamente reali. E, soprattutto, all’ineffabile Bellezza dei numeri, a partire dagli algoritmi in grado di progettare le città del futuro. D’altronde, come diceva un grande matematico, se una formula non è elegante non è neanche giusta.
Queste parole rappresentano il filo conduttore da dipanare all’interno del percorso espositivo della mostra (con ingresso gratuito) “WOW–Immagini dal Futuro”, che apre oggi i battenti al MAXXI di Roma. L’esposizione è allestita attingendo da una selezione di splendide fotografie provenienti da diversi luoghi del mondo, tutte tratte dal nuovo numero del giornale “Wired Italia”. Gli scatti raccontano le principali novità sull’innovazione scientifica, quella che presto cambierà i connotati al nostro mondo. A immortalare quelli che sembrano macchinari, formule, segnali provenienti da un futuro alla “Matrix” (dai contorni anche a tratti inquietanti) sono stati coinvolti, tra gli altri, autori del calibro di Mattia Balsamini, Alex John Beck, Obert Benson, Philippe Braquenier, Daniel Brown, Nicola Galli, Sean Lemoine, Spencer Lowell, Etienne Malapert, Benedict Redgrove, Craig Ward, Dan Winters, Patrick Witty.
Un’esplosione di fotografie, insomma, con l’ambizione di interpretare anche il cambiamento che il linguaggio sta vivendo in questi ultimi anni di comunicazione digitale. E la mostra rivela subito la sua anima digitale, a cominciare dai monitor interattivi che consentono al pubblico di votare le immagini preferite dell’esposizione e di condividerle sui social.
La riforma Croce e Gentile separò gli studi scientifici da quelli classici, spostando la Bellezza tutta nell’ambito delle materie umanistiche, lasciando dall’altra una specie di pensiero inaridito. Ma è stato un errore. Lo possiamo asserire senza timore di smentita. Perché la storia ci ha trasmesso ben altro insegnamento. Sin dall’antichità, quando la Bellezza veniva espressa con la formula classica della sezione aurea. Fino a oggi, con la ricerca artistica che trasmette sempre più conoscenza, mentre la scienza superfeta ogni giorno bellezza. “WOW!”, viene da esclamare. Proprio come nel titolo della mostra al MAXXI. Sperando che l’esclamazione di stupore di fronte a un futuro che si sta già trasformando in presente non lasci mai lo spazio a un grido di terrore. (CBS)