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A Palazzo Fortuny, a Venezia, inaugura domani, 11 maggio, la prima retrospettiva europea dedicata a Yun Hyong-Keun, uno dei più importanti artisti coreani del secondo dopoguerra, e alla sua ricerca artistica legata alla complessa storia del suo paese, parte della quale ha vissuto in prima persona attraverso drammatiche vicende.
Abbiamo posto alcune domande sulla mostra a Daniela Ferretti, Direttrice di Palazzo Fortuny, e alla curatrice Kim Inhye dell’MMCA.
Come è nata la mostra?
Daniela Ferretti: «La mostra, e la collaborazione con il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Seoul (MMCA), nasce da un mio viaggio in Corea, la scorsa estate, proprio in concomitanza con l’inaugurazione della retrospettiva su Yun Hyong-Keun curata da Kim Inhye. Yun era un artista che già conoscevo ed apprezzavo, ma avere una visione così approfondita e complessiva della sua opera è stata una vera rivelazione: istintivamente ho sentito che sarebbe stato un ospite perfetto per Palazzo Fortuny in dialogo con la mostra-omaggio alla famiglia Fortuny che già avevo in mente: i Fortuny, padre e figlio, hanno sempre avuto nell’arte dell’Oriente una primaria fonte di ispirazione, e anche le mostre ospitate a Palazzo Fortuny negli anni scorsi hanno spesso guardato con interesse all’arte proveniente dall’Est: Corea, Cina, Giappone… Ma forse a convincermi definitivamente della giustezza dell’accostamento Yun-Fortuny è un’affinità caratteriale, una certa riservatezza, la medesima dedizione all’arte dimostrata dai due artisti, il loro approccio rigoroso, in cui etica ed estetica sono strettamente intrecciate».
Qual è il suo concept e come è articolato il percorso espositivo?
Kim Inhye: «La mostra ripercorre l’intero sviluppo dell’arte di Yun, dalle prime ricerche attorno al 1970, quando ancora i colori vivaci sono presenti nei suoi quadri. Verso il 1973 c’è lo sviluppo di un linguaggio più maturo: la superficie grezza – cotone, lino, hanji (una carta tradizionale coreana) – è segnata da tratti verticali spessi, praticamente neri (in realtà una mescolanza di blu oltremare e terra d’ombra). Questi dipinti sono chiamati dall’artista “La porta di Cielo e Terra”. Il piano terra è dedicato principalmente a questo periodo, fino al 1980. Il primo piano del palazzo è tutto dedicato ai Fortuny padre e figlio, e ritroviamo Yun nel grande salone del secondo piano con opere molto grandi risalenti agli ultimi due decenni di vita dell’artista, dai tardi anni Ottanta al 2007, anno della scomparsa. Al terzo piano c’è una ricostruzione dello studio dell’artista, con documenti, oggetti personali, i mobili. E inoltre le opere d’arte, sue e di artisti a lui vicini, che conservava nel suo studio. Completano il quadro dei video sulla vita in relazione alla travagliata storia recente della Corea, estratti dai diari ed altro materiale che ci aiuta ad entrare nel suo mondo e nella sua visione del mondo. L’obbiettivo principale della mostra è quello di evidenziare da un lato l’influenza di Yun nello sviluppo del movimento Dansaekhwa, dall’altro però sottolinearne l’autonomia, esaminando lo sviluppo della sua poetica all’interno del più vasto orizzonte dell’arte contemporanea internazionale». (Silvia Conta)
“Yun Hyong-Keun. Una retrospettiva”
A cura di Kim Inhye
Dall’11 maggio al 24 novembre 2019
Palazzo Fortuny
San Marco 3958, Venezia
Opening: 11 maggio 2019
Orario: tutti i giorni (chiuso il martedì), dalle 10.00 alle 18.00
www.fortuny.visitmuve.it, fortuny@fmcvenezia.it