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Achille Castiglioni Lampada Parentesi
opera
“Il minimalismo non è un non far nulla perché è più comodo, il minimalismo formale non è di per se sufficiente, deve corrispondere a un’idea, a un concetto, ed esiste dalla preistoria questa tendenza a fare il minimo, però in firma ingegnosa ed efficiente” (A. Castiglioni in un’intervista, in Domus, n. 779, febbraio 1996)
La lampada Parentesi, ispirandosi ad uno schizzo di Pio Manzù, vincitrice dell’XI Premio Compasso d’oro nel 1971, riassume in sé alcune importanti caratteristiche estetiche e progettuali della produzione di Achille Castiglioni .
Si tratta di un meccanismo molto semplice: un cavo di acciaio agganciato al soffitto mantenuto in tensione tramite un contrappeso di piombo; un tubo d’acciaio a doppia curvatura, la parentesi, appunto, che scorre lungo il filo d’acciaio; un faro da 180 watt; un giunto rotante di gomma che connette il faro al tubo sagomato.
Si tratta di una semplice tecnologia che risponde ad un principio altrettanto semplice e al tempo stesso vincente: ottenere una lampada, orientabile, che possa scorrere lungo la distanza che intercorre tra il pavimento e il soffitto, tramite un semplice gesto umano.
Il risultato ottenuto è un oggetto facilmente riconoscibile che testimonia importanti principi e scelte progettuali che hanno contraddistinto l’attività produttiva di Achille Castiglioni, primo tra tutti la semplicità ottenuta col minimo dispendio di mezzi ed elementi. Non si tratta di un minimalismo fine a se stesso, bensì di una metodologia progettuale pensata in risposta alle leggi della produzione in serie e ad un pragmatismo estetico volto alla ricerca del bello in quanto utile e significativo; all’interno dell’economia della lampada non vi è un solo elemento che non abbia la sua ragion d’essere.
La lampada in questione testimonia anche un altro tema caro a Castiglioni: l’importanza del rapporto dell’oggetto con l’ambiente e con le relazioni che in esso si svolgono, condizioni fondamentali affinché l’essenza stessa dell’oggetto non si consumi in un fatto puramente percettivo.
Laddove il fruitore ha la possibilità di adattare l’oggetto alla mutabilità dell’ambiente e alle azioni che in esso si svolgono, come avviene attraverso i movimenti di scorrimento e rotazione della lampada parentesi, avviene un fatto quasi magico: la assoluta personalizzazione di un oggetto nato invece per essere uguale ad innumerevoli esemplari identici a lui. Nel caso della lampada Parentesi questo fenomeno nasce addirittura nel kit da costruzione con cui viene presentata e venduta al pubblico.
Economia dell’oggetto, donazione di senso, riduzione formale, adattabilità a diversi ambienti sono dunquealcune prerogative che hanno reso la lampada Parentesi, come altri oggetti progettati da Castiglioni, un prodotto senza tempo. Questa riflessione conduce per un attimo a Vitruvio, teorizzatore di “utilitas, firmitas e venustas” quali caratteristiche da cui una corretta e duratura costruzione non può prescindere e porta a pensare che le condizioni di immortalità per un manufatto del I secolo e per una lampada degli anni ’70 non siano così diverse.
bibliografia essenziale
S. Polano, Achille Castiglioni, Electa, 2001
D. Dardi, Achille Castiglioni, Testo & immagine, 2001
S. Annichiarico, Il design in Italia, Gangemi editore, 2001
P. Fossati, Il design in Italia, 1945-1972, Einaudi, 1972
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In ricordo di Achille Castiglioni
Achille Castiglioni
Lampada Parentesi, produzione Flos 1971
elena demartini
progetto editoriale a cura di daniela bruni
[exibart]
Non mi piace. Non approvo la scelta.
Ma è un’opinione personale.
per Laura. Ovviamente sei libera di non apprezzare la scelta ma sappi che Achille Castiglioni rappresenta per il design ciò che Giotto o Picasso o Michelangelo o chi vuoi rappresentano per l’arte: grandi maestri dai quali attingere tanto insegnamento.
Cara Michela, non dubito assolutamente delle tue parole, nè metto in discussione la scelta, proposta certamente per valide ragioni. Amo soltanto esprimere il mio parere puramente istintivo.
Credo che l’Arte, al di là della critica e dei più o meno dotti discorsi che vi gravitano attorno, debba essere giudicata non solo per il suo contenuto, ma anche per la sua forma. Un connubio che, a mio parere, risulta essere messo sempre più in secondo piano, se non del tutto ignorato.
Pur essendo una studiosa del settore artistico ritengo importante conservare quella spontaneità emotiva che detta spesso anche giudizi negativi su opere celebrate dalla storia dell’Arte o dalla critica.
Un saluto.
.. Laura, aiuta l’arte, stai zitta.
ciao luca, per caso mi sono trovata su questo sito su achille castiglioni. da grande sarò una designer anch’io e sto facendo una ricerca su questo grande uomo….potresti aiutarmi con inediti vari se ne hai? mille grazie