Georgia O’Keeffe, conosciuta per i suoi grandi fiori, più volte letti in chiave psicanalitica come riferimenti sessuali, durante il soggiorno a New York spostò la sua attenzione sulle architetture della città.
La pittrice, nata nel Wisconsin, in tutto il suo percorso ha sempre riportato sulla tela i “suoi” paesaggi, e come la vita in fattoria e le passeggiate in campagna segnarono il suo legame profondo con la natura, così la città non poté non suscitare il suo interesse.
In tutti i quadri in cui è protagonista New York (dipinti tra il 1925 ed il ’30), forte si sente l’influenza della fotografia architettonica degli anni Venti e soprattutto degli artisti della cerchia di suo marito Alfred Stieglitz.
In Notte in città (1926) l’artista ritrae i grattacieli dal basso verso l’alto, secondo la prospettiva di una macchina fotografica così orientata, tale da deformare in parte gli edifici, rendendoli quasi due pesanti monoliti, simboli del progresso e forse dei suoi pericoli.
Sicuramente la O’Keeffe aveva visto il cortometraggio Mannahattan di Charles Sheeler, in cui il fotografo e pittore mostrava una città ripresa da angolazioni e prospettive insolite, dal basso e a volo d’uccello, vedute estreme da lui stesso poi riportate sulla tela, nella trasposizione ad olio di un fotogramma del film.
In City night la precisione del tratto, tipica dei fiori dell’artista, lascia spazio alle forme appena abbozzate dei palazzi, che si stagliano su un cielo notturno illuminato solo da un lampione; alla sensualità dei dettagli floreali, si sostituisce l’essenzialità delle linee che raccontano lo sviluppo verticale della Grande Città, simbolo della modernità per gli artisti europei ed americani di quegli anni.
I grattacieli, dalle forme geometriche semplici e dalle superfici lisce su cui si riflette la luce, sono pesanti, quasi monumentali, lontani dal senso del movimento e della velocità delle coeve visioni dei futuristi, che ravvedevano proprio in New York il modello del futuribile.
biografia
Georgia O’Keeffe, nata nel 1887 da una famiglia di agricoltori e avvicinatasi all’arte fin da piccola, iniziò i suoi studi a Chicago per poi proseguirli a New York. Dopo aver lavorato come grafica pubblicitaria ed insegnante, dal 1918 si dedicò completamente alla pittura, grazie al sostegno finanziario del fotografo e gallerista Alfred Stieglitz, che sposò nel 1924 e col quale visse al 30^ piano dell’hotel “The Shelton” a New York. Furono gli anni in cui iniziò a dipingere la Grande Città.
Dopo molti viaggi per gli Stati Uniti, in seguito alla morte del marito nel 1946, si trasferì definitivamente nel New Mexico, che tanto l’aveva ispirata. All’età di 66 anni riprese a viaggiare per il mondo ed si dedicò ad esperimenti con l’argilla. Morì nel 1986. Nel 1989 nacque la “Georgia O’Keeffe Foundation”.
bibliografia essenziale.
Laurie Lisle, Georgia O’Keeffe: ritratto di un’artista, ed. Serra e Riva, Milano 1988
B. Buhler Lynes e Russell Bowman, Georgia O’Keeffe. La collezione privata, ed. Rizzoli 2001
Ruth E. Fine e Barbara Buhler, O’Keeffe on paper, Cat. mostra National Gallery of Art, Washigton 2000 (lingua inglese)
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Storia della fotografia Alfred Stieglitz
La Metropoli futurista
link correlati
Il sito del Georgia O’Keeffe Museum
federica la paglia
progetto editoriale a cura di daniela bruni
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