«Peinture architecturale», così definiva Le Corbusier nel ’21 la propria pittura del periodo purista riassumendo in questa definizione uno tra gli assunti fondamentali del suo fare pittura: dipingere come costruire, dipingere come ricerca di rapporti armonici tra le parti, dipingere come ricerca di equilibrio tra gli elementi rappresentati, anche attraverso l’uso del colore.
E in questa natura morta è particolarmente evidente l’intento costruttivo quale scopo primario del dipingere. Si tratta di una composizione equilibrata e armonica, costruita su linee verticali e orizzontali, in cui ogni oggetto rappresentato ha il suo giusto peso.
Ed è altresì evidente l’altro assunto fondamentale del purismo: la ricerca dell’essenza degli oggetti, descritta da Le Corbusier nel ’18 come attività che consiste nel “percepire, trattenere, esprimere l’invariante” (Le Corbusier, Apres le cubisme, 1918). In poche parole non si tratta di dipingere un violino ma “il” violino, non si tratta di dipingere un piatto ma “il” piatto.
Dunque una pittura in cui Le Corbusier effettua una scelta di elementi, li regolarizza, crea rapporti e gerarchie, avendo stabilito a priori un campionario di oggetti da cui attingere di volta in volta.
Un repertorio costituito da oggetti “contenants”, come bicchieri, bottiglie, caraffe, ma anche oggetti significativi per le proprie valenze geometriche, come pipe, violini, chitarre, dadi, libri, piatti.
In questo caso il violino e le pipe vanno a rafforzare l’orizzontalità su cui si compone il quadro mentre le bottiglie ne intensificano la verticalità.
L’architettura entra addirittura nella tela: la bottiglia si confonde con una sezione di colonna mentre la sagoma del libro aperto diviene un oggetto più marmoreo che cartaceo.
E all’interno della sinfonia di rette orizzontali e verticali, cerchi perfetti, simmetrie, equilibri, architetture, anche il colore gioca un ruolo importante asservendosi all’architettura delle forme, ai profili netti, alle superfici piatte, il colore è un vero e proprio materiale da costruzione: “ocre gialle, rosse, terre, bianco, nero e blu oltremare. Questi sono i colori costruttivi” (Le Corbusier, Aprés le Cubisme, 1918).
note biografiche
Le Corbusier nasce a la Chaux-de-Fonds, in Svizzera nel 1887. Impara il mestiere di incisore-cesellatore e, incoraggiato da uno dei suoi insegnanti della scuola d’arte locale, si avvicina all’architettura. Viaggiando ha l’opportunità di entrare in contatto e di collaborare con alcuni degli architetti più importanti del momento come Josef Hoffmann e August Perret. Presso lo studio di quest’ultimo ha modo di apprendere le possibilità di utilizzo del cemento armato. Dal 1917 si stabilisce definitivamente a Parigi dedicandosi principalmente alla pittura: nel 1918 incontra il pittore Ozenfant con cui pubblica il manifesto artistico del purismo: “Apres le cubisme” e con cui dal 1919 fonda la rivista “Esprit nouveau”. Con la partecipazione al concorso del 1927 per il palazzo per la Società delle nazioni di Ginevra inizia per l’architetto svizzero l’epoca dei “grand travaux”, negli anni ’30 realizza infatti alcune grandi opere come la Cité du Refuge ed il padiglione svizzero alla Cité universitarie a Parigi. Tra le opere del dopoguerra più significative si ricordano l’Unité d’habitation di Marsiglia (1947-52), un grande blocco per abitazioni e attrezzature collettive, il santuario di Notre-Dame-du-Haut a Ronchamp (1950-54) e la pianificazione del campidoglio della città indiana di Chandigarh (1951-1963). Muore nel 1965 a Roqueburne-Cap Martin in Francia senza sapere, probabilmente, di essere uno degli architetti più significativi ed influenti del XX secolo.
bibliografia essenziale
Le Corbusier pittore, scultore, designer, catalogo della mostra, Lissone, 2003
Le Corbusier, Vers une architecture, Longanesi&C, Milano 2001
Roberto Mango, La «peinture architecturée», Officina, Roma, 1986
Le Corbusier. Architettura pittura scultura, catalogo della mostra, Palazzo della Permanente, Milano, 1959
Le Corbusier pittore e scultore, catalogo della mostra, Venezia, Palazzo Correr, Olivetti-Mondadori, Milano 1986
Le Corbusier
Nature morte au violon rouge
1920, olio su tela
elena demartini
progetto editoriale a cura di daniela bruni
[exibart]
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vecchio grande corbu..mi ha sempère affascinato..un uomo complesso dotato di intelligenza creativa fatta di razionalità emotiva..
roberto
Per quelli che leggono il francese consiglio quest'articolo:
PAMPHLET
LE CORBUSIER, NORD CONTRE SUD
Croisade, ou le crépuscule des Académies :
http://www.aroots.org/notebook/article151.html